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lunedì 15 maggio 2017

Bookcoaching Torino al Salone Off!


Un anno fa, proprio durante il Salone del Libro di Torino, incrociai tra uno stand e l'altro Flavia, la mia collega di Bookcoaching, e lei mi mostrò una graphic novel che aveva appena acquistato: l'aveva molto incuriosita e mi disse che forse avremmo potuto usarla durante uno dei nostri incontri. Così fu e non solo: durante l'incontro intervistammo tramite Skype l'autrice, che vive a Roma.
Mai avrei immaginato che a distanza di un anno, sempre in occasione del Salone del Libro di Torino, per la sezione Off, Flavia ed io avremmo organizzato un incontro proprio su una graphic novel, proprio con quell'autrice in persona.
E' con grande emozione quindi che vi invito sabato 20 maggio alle ore 19 presso la Libreria Pantaleon, Via Giuseppe Grassi 14 a Torino, con noi Simona Binni e la sua nuova graphic novel “Silverwood Lake” edita da Tunué. Non mancate!


Ma in fondo ogni vuoto non è che la memoria di un pieno...

Simona Binni

lunedì 3 aprile 2017

Condividere la solitudine


Dall'inizio di quest'anno, una volta alla settimana dopo la scuola, VV ha iniziato a seguire un corso di lingua inglese. Di solito l'accompagnavo, ritornavo a casa e poi uscivo nuovamente per andare a prenderla; ora che è arrivata la primavera e ci sta finalmente regalando delle belle giornate di sole, ne approfitto per fare una passeggiata o fermarmi in un parco a leggere un libro.
Durante una delle mie peregrinazioni, ho intravisto poco distante da me la mia professoressa di inglese del liceo e la mia mente è volata ai giorni di scuola. Quante gliene abbiamo combinate, povera donna! Era una brava insegnante ma troppo buona, poco di polso e, come spesso i ragazzini fanno, ne approfittavamo in continuazione per prenderci qualche libertà di troppo. Ora che ci penso, arrossisco dalla vergogna. Sapevamo, non ricordo da quale fonte, che viveva ancora sola con la madre, il classico stereotipo della zitella, e a causa di questo per noi era ancora più oggetto di pettegolezzo e di scherno: nelle nostre giovani menti limitate era una persona sfigata per antonomasia.
L'essere soli, la solitudine hanno nell'immaginario comune un'eccezione negativa; ce ne siamo accorte Flavia, la mia collega, ed io quando a settembre dello scorso anno abbiamo proposto come tema per il nostro ciclo di Bookcoaching proprio la solitudine: occhiate perplesse, battute su come avessimo scelto un argomento poco allegro e via dicendo. Confesso che, all'inizio, eravamo timorose anche noi.
Ora che il ciclo di Bookcoaching è terminato, ora che durante l'ultimo appuntamento in libreria abbiamo tirato le somme di questi dodici incontri, dei libri letti e delle diverse tipologie di solitudine che abbiamo affrontato, abbiamo avuto la conferma di aver scelto bene. Siamo tutti soli, in un modo o in un altro, capita a tutti di sentirsi così in alcuni periodi della nostra vita, o in alcune giornate, o per i più svariati motivi. Soprattutto, abbiamo tutti bisogno di parlare di quanto ci sentiamo soli, di quanto poco ci sentiamo compresi a volte. Il fatto di poterlo fare, di poter condividere, di poter confrontarsi e di poterlo fare attraverso uno schermo, cioè attraverso i libri, da una prospettiva altra, prendendo le distanze da noi stessi, facendoci così sentire più protetti e meno esposti, ha permesso a tutti (Flavia e me comprese) di parlare liberamente. Abbiamo condiviso la solitudine. Così facendo inoltre abbiamo scoperto che, a dispetto delle prime impressioni, non sempre essere soli è così brutto come si pensi anzi, abbiamo concluso che sia terapeutico, che sia necessario per riuscire ad avere un dialogo con noi stessi, per poter sentire e comprendere i nostri sentimenti e i nostri stati d'animo.
Ho guardato la mia professoressa mentre camminava da sola qualche giorno fa e non ho visto per niente una sfigata; era molto elegante nei suoi vestiti classici e senza tempo, quelli che invece da adolescente avrei definito da vecchia, guardava dritta davanti a se e sorrideva, sicura e soddisfatta. Era l'immagine della felicità.

venerdì 31 marzo 2017

Bookcoaching a Milano!


Avevamo promesso che saremmo ritornati a Milano e noi di Bookcoaching Torino, quando facciamo una promessa la manteniamo!
Sono contentissima di annunciarvi il prossimo ciclo che partirà l'8 aprile e avrà come tematica: le chiavi della felicità.


Flavia ed io siamo convinte che la felicità non sia solo un concetto astratto e irraggiungibile, ma un giardino che va curato e coltivato giorno per giorno, se fatto in compagnia, ancora meglio!
Ecco il programma dei cinque incontri e tutte le informazioni per prendervi parte:


QUI invece la pagina Facebook dell'organizzazione che ci ha invitate e dove potrete trovare tutti gli aggiornamenti.

Milanesi (e non) vi aspettiamo!

venerdì 25 novembre 2016

Equi.Libri in Corvetto


Se l'opportunità non bussa, costruisci una porta.
Milton Berle
Conoscete il mio amore per la biblioteca, di come io la frequenti spesso e volentieri, di come ci abbia portato VV sin da piccolissima e continui regolarmente a farlo. E' mia grande convinzione che sia uno spazio pubblico e sociale di grandissima importanza e non dovrebbe mai mancare, in nessuna città, in nessun quartiere, quasi quanto un ospedale, se non sono esagerata nel paragone.
Eppure succede alle volte che le biblioteche chiudano, per i più svariati motivi, e questo per me è una grossa perdita. E' bello scoprire però di realtà che reagiscono a questo venire meno con zelo e rinnovato entusiasmo e che facciano nascere associazioni come Equi.Libri in Corvetto, a Milano.
Ecco che cosa raccontano di sé:
Equi.Libri in Corvetto è un’associazione che nasce il 16 marzo 2016 dall’incontro di persone appassionate di lettura in un quartiere a Sud di Milano, dopo la chiusura dell’unica grande libreria della zona. Questo momento negativo è diventato presto una grande opportunità di incontro e di condivisione della passione per la lettura e per la cultura. “Il Corvetto” è troppo spesso considerato una periferia degradata e sofferente, che sopporta l’immigrazione clandestina, la delinquenza e la mancanza di rispetto delle regole dalla civile convivenza. La nostra associazione vuole essere un esempio concreto dell’esatto contrario. Vogliamo rappresentare le tante persone “di buona volontà” che abitano in questa zona e che oppongono un deciso no a qualsiasi tipo di illegalità ma allo stesso tempo desiderano l‘integrazione e l’interscambio tra diverse culture, consapevoli che ne possa nascere un reciproco arricchimento. In parole semplici, vogliamo riconoscerci come vicini di casa e rendere migliore il posto in cui viviamo e lo vogliamo fare uniti dal fil rouge della passione per la lettura.
Domani, sabato 26 novembre dalle 17:30 alle 19:30 presso il Circolo Arci in Via Oglio 21 a Milano, noi di Bookcoaching Torino saremo loro ospiti, onorate di poter condividere il pomeriggio con persone appassionate come noi, se non di più, di libri e lettura.

Qui, la pagina dell'evento e qui, il sito dell'Associazione.

Milanesi, e non, vi aspettiamo numerosi per festeggiare insieme il potere dei libri e della lettura!

venerdì 18 novembre 2016

Bookcoaching Torino a BookCity Milano!

Tutti ci vogliono... tutti ci cercano... Bookcoaching di qua... Bookcoaching di lààà! 
Bookcoaching Torino non sta certo fermo a Torino, vi viene a trovare!
Questa volta saremo niente di meno che all'interno della manifestazione BookCity Milano, ospiti sabato 19 novembre dalle 15:30 alle 18:30 di “Swap a Book Party” presso lo Spazio Dogana, in via Dogana.
L'ingrediente di base? I libri e l'amore per la lettura! La ciliegina sulla torta? La voglia di scambiare e condividere, libri, ma non solo: dubbi, esperienze, passioni, parole.

Purtroppo, a causa dei miei problemi di salute, io non potrò esserci, ma troverete Flavia ad accogliervi e a raccontarvi quello che facciamo nei nostri incontri di Bookcoaching; oltre ovviamente agli altri interessantissimi ospiti di Swap a Book. Vi lascio qui il link alla pagina dell'evento, dove troverete tutte le informazioni in merito.
Vi ricordo di tenere d'occhio anche la pagina Facebook di BookcoachingTorino, per essere aggiornati sui nostri incontri, le nostre trasferte (Milano ci vedremo ancora!), foto delle serate, brani e poesie che ci ispirano.

A presto con altre news! Bookcoaching di qua... Bookcoaching di lààà!

lunedì 26 settembre 2016

La seconda edizione di Bookcoaching


In questi ultimi mesi, in questa estate che è stata allo stesso tempo così bella e così dolorosa per me, sono arrivata alla conclusione che se c'è una cosa che ci accomuna, che abbiamo provato tutti e che continuiamo a cercare di conoscere, comprendere e combattere, questa è proprio la solitudine.
Vi siete mai chiesti quanti e quali tipi di solitudine esistano? Vi siete mai accorti che, quando pensiamo alla solitudine, lo facciamo quasi sempre in eccezione negativa?
Quando in Accademia della Felicità ci hanno proposto di affrontare proprio questo tema per il ciclo di incontri di Bookcoaching che avrà inizio a Torino l'11 ottobre e a Milano il 28 novembre (sì, saremo anche a Milano!), ho avuto un attimo di titubanza e poi tanti timori. Questo è un tema triste, un argomento che la gente rifugge, non certo di evasione, non rischiamo di essere pesanti? pensavo. (La visione negativa...)
Si presentava proprio una bella sfida, per questo l'ho accettata, e quale migliore occasione per esorcizzare la paura della solitudine se non in compagnia, di un libro e di noi amanti dei libri? Non è proprio la condivisione l'antidoto migliore?
Dodici incontri e sei tematiche ci accompagneranno dall'autunno alla primavera: la solitudine esistenziale e sociale, nella vecchiaia, in famiglia e in coppia, nella malattia e, per finire, quella per scelta. Dodici incontri dove avremo modo, attraverso i libri, di confrontarci e conoscere meglio noi stessi.

Questi i libri che ci guideranno in questo viaggio esplorativo della solitudine:

Kazuo Ishiguro “Quel che resta del giorno”
Christopher Isherwood “Un uomo solo”
Anita Brookner “Una vita a parte”
David Leavitt “Ballo di famiglia”
Marco Peano “L'invenzione della madre”
Richard Yeats “Revolutionary Road”
Domenico Starnone “Lacci”
Sylvain Tesson “Nelle foreste siberiane”

QUI tutte le informazioni sul Bookcoaching a Torino e QUI quelle sugli incontri di Milano e QUI la nostra pagina Facebook, veniteci a trovare!

"Leggiamo per sapere che non siamo soli"

Quand'è l'ultima volta che vi siete sentiti soli? Avete voglia di raccontarmelo?

venerdì 1 luglio 2016

La vita, ultimamente 21


La fine di giugno mi ha vista arrivare davvero tanto stanca. Sento sulle spalle il peso di questi ultimi mesi; mesi belli perché ricchi di novità, incontri stimolanti e impegni piacevoli, ma fatti anche di tensione, timore, dubbi e tanto studio e lavoro dietro le quinte. Non posso neanche dare la colpa al tempo e alla calura estiva, che qui da noi si è fatta vedere solo verso la fine del mese, prima tanti noiosi acquazzoni giornalieri che hanno lavato via la primavera senza farcela godere appieno.


Giugno però è incominciato in bellezza, con il compleanno di VV e ben tre feste: quella solo con mamma e papà, quella con nonni zii e cuginetti, e quella con gli amichetti. Se non è una bambina fortunata... Nella foto, l'apertura ancora in pigiama del nostro regalo, trovato ad aspettarla già appena sveglia. Un libro, ovviamente, di cui vi parlerò presto.


Prima che a causa delle temperature tropicali il terrazzo diventasse zona off-limits, siamo riusciti a regalarci, con enorme gioia e soddisfazione di VV, un pranzo fuori, che fa subito estate e vacanza. Speriamo le zanzare ci permettano anche qualche cenetta, a lume di candela, ovviamente.


Ha avuto luogo il secondo e ultimo incontro della mini sessione primavera/estate di bookcoaching, sul tema viaggio. Questa volta siamo partiti in crociera con David Foster Wallace e non sono mancate le risate. Confermata appieno per me la gioia che provo nel parlare di libri (Nota a margine: ma quanto gesticolo?!). Non è un addio ma un arrivederci, a ottobre partirà un nuovo ciclo, che avrà come tema la solitudine. Qui trovate il programma completo e potete già iscrivervi. E' sempre gratis... ;-)


Ci sono luoghi che puoi frequentare solo dopo aver compiuto tre anni e uno di questi è lo Smoland, lo spazio gioco di Ikea; abbiamo subito approfittato di questo privilegio regalato dall'anzianità, supportati dai cuginetti che hanno fatto un ottimo lavoro di squadra con VV: non essendo mai andata al nido non è abituata a stare lontana dalla mamma se non con nonni o zii. E' stata bravissima e dovevate vedere che orgoglio su quel visino. Prove di volo in vista della materna? Non fatemici pensare che mi scappa la lacrima...


Estate è anche sinonimo di festival, sagre, feste all'aria aperta e noi abbiamo inaugurato la stagione al “Vignale Monferrato Festival”; sentendo che avremmo visto anche un balletto, qualcuno ha voluto portarsi il tutù...


Programmi per luglio? Dormire potrebbe essere una tra le cose che vorrei concedermi, sempre che ce lo permetta un esserino che, da quando dorme nel letto da grande, ha imparato a intrufolarsi nel lettone la mattina presto. Troppo presto...

lunedì 27 giugno 2016

Una cosa divertente che non farò mai più


Quando ho finito di leggere “Una cosa divertente che non farò mai più” di David Foster Wallace ero piacevolmente colpita dall'umorismo dell'autore e da come, con quello che può sembrare inizialmente un semplice reportage di una crociera, avesse dimostrato le sue grandi doti di scrittore. Questo libro, anzi questo lungo articolo commissionato da Harper's Bazar è a tutti gli effetti un piccolo romanzo con protagonista l'autore, o una sua caricatura, quasi al limite del grottesco. A compiere questo viaggio con lui, co-protagonisti, una carrellata di personaggi vividi e coloriti: il Comandante della nave soprannominato da lui Dermatitis, l'invisibile cameriera Petra, i commensali del tavolo 64 sono solo alcuni esempi che, insieme, vanno a costituire la storia di questa crociera.
Pensavo tra me e me a come si fosse rivelato furbo David Foster Wallace, di come nascondendosi dietro all'ironia, fosse riuscito a scrivere un reportage sincero, brutalmente sincero, e di come fosse stato in grado di raccontarci la macchina infernale che è, secondo lui, una crociera; aiutato in questo anche dalle note a piè di pagina che, avendo un finto ruolo secondario, sono spesso invece il luogo deputato alle critiche più feroci.
Centocinquanta pagine che avrei già potuto liquidare se non fosse per una immagine che continuava a passarmi davanti agli occhi: David Foster Wallace in giacca di lana nera da impresario di pompe funebri e un cappellino di Spiderman che suda sotto il sole in attesa di imbarcarsi sulla nave e fa paragoni con eventi del calibro di Auschwitz, la caduta di Saigon o quella del muro di Berlino: non è il tipo di esempi che ci si aspetta da una persona che sta per partire per una crociera di lusso. Da qui in avanti l'autore non farà che ripetere le difficoltà personali che ha dovuto affrontare durante tutto il viaggio: dalla timidezza, al sentirsi fuori luogo, all'agorafobia; oltre a confessare a poche righe dall'inizio del testo «ho vissuto il reportage commissionatomi con una sorta di fobia della prestazione». Scontato domandarsi il perché avesse accettato.
La risposta l'ho trovata in un altro libro, “Non scrivere di me” di Livia Manera Sambuy, giornalista che ha avuto la fortuna di incontrarlo e intervistarlo e che ce lo racconta così:
...uno scrittore torturato...sembrava che vedesse secondi fini e minacce ovunque... un tipo straripante di disordine, intelligenza e autodistruttività...-uno che diceva di portare una bandana intorno alla testa per paura che gli esplodesse... si comportava come un ustionato costretto a muoversi in un ambiente pieno di spigoli... un ragazzo beneducato che si preoccupa troppo per gli altri.
E ancora di più mi interrogavo sul perché avesse deciso di salpare. David Foster Wallace ha risposto così:
...una delle ragioni per cui gli scrittori di narrativa diventano scrittori di narrativa è che nulla di veramente importante può essere detto in modo diretto.
...qui per me c'è un significato. E la narrativa che mi interessa è la narrativa che si confronta con i possibili significati proprio di questa American Life,...
E' partito, nonostante i timori e le sue difficoltà personali, perché non aveva scelta: lui è uno scrittore di narrativa e questo è il suo tema. Solo, credo che il libro letto alla luce di queste osservazioni abbia tutto un altro sapore. Amaro, direi.
Per tutta la settimana mi sono ritrovato a fare il tutto possibile per distinguermi... una preoccupazione consapevole e in qualche modo accondiscendente sul modo in cui posso apparire agli occhi degli altri... Una parte della mia diffusa disperazione in questa crociera extralusso è che, a prescindere da come mi comporto, non posso sfuggire alla mia sostanziale e sgradevole americanità... sono un turista americano, e quindi sono ex officio grasso, flaccido, rosso in viso, rumoroso, volgare, autoindulgente, narcisista, viziato, esibizionista, vergognoso, disperato e ingordo...
(Il libro di Wallace, insieme a quello di Zadoorian, lo abbiamo letto all'interno della miniserie di incontri di bookcoaching sul tema vacanze che abbiamo tenuto a Torino. Domani sera a Milano, dalle 18:30 alle 21 all'interno della serata “Compiti speciali per le vacanze del 2016”, presso Accademia della Felicità, Flavia ed io vi racconteremo in che cosa è consistito. Veniteci a trovare!)

mercoledì 8 giugno 2016

Il lettore infinito


Quello che mi piace delle biblioteche è proprio la possibilità di prendere libri gratis, mi rendono una lettrice avventurosa, scelgo libri che non avrei mai considerato, o autori sconosciuti, o argomenti che per me sono un azzardo: male che vada restituisco tutto indietro, senza portafoglio ferire...
I saggi soprattutto, sono i tipi di libri che sì, magari l'argomento mi interessa, ma poi gli preferisco sempre un romanzo e il buono proposito di leggerne di più non funziona. Ad attirarmi di quest'ultimo è stato il titolo, “Il lettore infinito” di Aidan Chambers, e ricordo di aver proprio pensato: «Lo prendo, lo sfoglio, male che vada, al massimo lo riporto indietro...». L'ho letto in pochissimi giorni, perché è sottile, ma soprattutto perché il tema, la lettura, è affrontato da un punto di vista davvero inedito e mi ha fatto riconsiderare me stessa in quanto lettrice e sempre me stessa in quanto prima insegnante sull'argomento con VV; mi ha fatto inoltre riflettere sul cammino appena intrapreso con il Bookcoaching e mi ha confermato l'importanza della condivisione delle nostre letture. Ma andiamo con ordine.
L'autore fa una prima importante distinzione: si può leggere per hobby e per diletto oppure si può leggere per diventare lettori consapevoli, per sviluppare cioè anche un proprio senso critico; è a quest'ultimo tipo di lettori che il libro si rivolge.
A me non interessa assolutamente leggere per hobby o per passatempo... La lettura, per me, è uno strumento di riflessione. Come ci dice Clive S. Lewis, «la letteratura ci fornisce immagini con cui pensare», quando leggiamo letteratura «diventiamo mille persone diverse pur rimanendo noi stessi». Richard Hoggart ha scritto che riconosce valore alla letteratura «per il modo peculiare in cui esplora, ri-crea e ricerca i significati dell'esperienza umana; perché esplora la diversità, la complessità e la singolarità di questa esperienza». Attraverso la letteratura, aggiunge, noi guardiamo alla vita «con tutta la vulnerabilità, l'onestà e la profondità» che ci è concesso.
Fatta questa distinzione, Aidan Chambers incomincia ad illustrare come si diventa un lettore consapevole ed è a questo punto che ho incontrato le prime sorprese e in cui mi sono resa conto di quanto fossi poco preparata in materia.
L'idea che sia sufficiente circondare i bambini e i ragazzi di libri... per trasformarli in lettori consapevoli è assai ingenua.
Insegnare è un'arte complessa. Oltre a un'alta disponibilità di libri a cui accedere, fondamentali sono anche questi aspetti: come vengono esposti e presentati i libri, l'autonomia di scelta, il racconto di storie, le chiacchiere a tavola (!), il tempo per leggere e il tenere un diario delle nostre letture.
La storia delle nostre letture è infatti molto più di una semplice lista di libri. Essa è inestricabilmente intrecciata con la storia di come siamo arrivati a pensare in un certo modo, di come siamo diventati quello che siamo, e di come desideriamo diventare.
Se la lettura non avesse alcuna ripercussione sulle nostre vite, non producesse in noi alcun cambiamento o non orientasse il nostro comportamento, non sarebbe altro che intrattenimento, e difficilmente meriterebbe tutto il clamore che facciamo attorno a essa. Ma se, invece, influenza la nostra vita emotivamente, intellettualmente, eticamente e in tanti altri modi, come credo che sia, è allora importante scegliere con grande cura le nostre letture e ricordare il contenuto delle storie che abbiamo letto.
Tutti questi punti sono necessari non solo per spingerci a leggere di più, ma soprattutto per arrivare a un' altro passo: la condivisione delle nostre letture; solo così facendo si diventa lettori critici.
Leggere è un atto provocatorio, e produce degli effetti sul lettore... Attraverso la condivisione,... la lettura diventa un'attività sociale... La nostra è una società basata sulle parole...
Credo che il dialogo sia essenziale anche nelle nostre vite, non da ultimo perché la maggior parte di noi non conosce ciò che pensa fino a quando non lo esprime ad alta voce. A condizione, ovviamente, che sia in grado di esprimersi, evitando di disseminare parole prive di significato.
Parlare in modo competente dei libri che abbiamo letto è già in sé un'attività di valore, ma è anche il miglior allenamento per imparare a parlare in modo appropriato di qualsiasi altro argomento. Aiutando i bambini e i ragazzi a dialogare sulle proprie letture li aiuteremo a diventare buoni comunicatori per il resto della loro vita. E nell'era della comunicazione questa abilità è di fondamentale importanza.
Fondamentalmente, parlare di letteratura è una forma di contemplazione condivisa.
Potrei andare avanti all'infinito, ricopiarvi capitoli interi di questo libro che io definisco una ode alla lettura e alla letteratura. Potrei raccontarvi di «Dimmi», il bellissimo invito al dialogo che hanno inventato (e da cui prende il titolo la versione originale inglese: “Tell me”), dopo essere arrivati alla conclusione, in seguito a uno studio di osservazione, di come un semplice «Perché?» fungesse da inibitore della libera espressione dei bambini. Potrei rigirarvi l'invito dell'autore a scrivere la storia della vostra lettura: quando è iniziata? Come prosegue? Dove vi state dirigendo? Vi lascio con le parole di Jerome Bruner:
La letteratura mette al congiuntivo, rende strano, fa sì che l'ovvio sia meno ovvio, l'inconoscibile meno inconoscibile e i problemi di valore più accessibili alla ragione e all'intuizione... la letteratura è veicolo di libertà e di chiarezza, strumento dell'immaginazione e, anche, della ragione. E' la nostra unica speranza nella notte lunga e buia in cui ci muoviamo.

venerdì 3 giugno 2016

La vita, ultimamente 20


Qualora avessimo voluto una prova tangibile che la vita va avanti, maggio è venuto in soccorso. Tenendo conto che una settimana buona è stata malata VV e quella successiva lo sono stata io, per cui il tenore delle giornate è ben rappresentato dalla foto in apertura, ancora mi stupisco di come nonostante tutto, sia stato un mese così ricco.
C'è stato il Salone del Libro, che ogni anno riesce a sorprendermi.


C'è stato il primo incontro di Bookcoaching e nel giro di pochi giorni mi sono di nuovo ritrovata a parlare in pubblico a Milano.


VV ha finito l'asilo ed è diventata, come annunciato dalle maestre, un aquilotto pronto a spiccare il volo. Le lacrime della sottoscritta, ovviamente, si sono sprecate...


Ho scovato per caso un libro interessantissimo in biblioteca e non vedo l'ora di condividerlo con voi, così come mi piacerebbe suggerirvi i miei trucchetti da casalinga disperata e, con l'avvicinarsi dell'estate, i programmi per le nostre vacanze. Voi avete deciso la vostra meta? Last but not least, si avvicina il compleanno di una persona importante... indovinato chi?


Nonostante il mese sia stato parecchio impegnativo, devo ringraziare mio marito per l'aiuto, il supporto e per essere riuscito a rubare dei momenti solo per noi. Niente mi rende felice come il tempo trascorso in famiglia.

mercoledì 1 giugno 2016

Swap a Book - Il Party!


Come vi avevo anticipato, sabato scorso sono stata a Milano per prendere parte all'evento “Swap a Book Party”; l'incontro era aperto a tutti, era sufficiente portare con sé un libro per partecipare allo scambio. Volete sapere la verità? I libri erano solo una scusa... In cambio ho ricevuto molto ma molto di più.
Ho trovato un ambiente confortevole e amichevole che mi ha fatto sentire subito a casa, ho trovato, ovviamente, fili di libri da sbirciare e sfogliare, ho trovato persone felici di raccontare la propria esperienza. I libri erano protagonisti, ma l'entusiasmo che faceva da contorno rendeva tutto ancora più bello.
Ho ascoltato una giovanissima Linda Fumagalli raccontare di come la persona giusta (una professoressa di italiano) abbia fatto divampare il fuoco della lettura che covava sotto le ceneri e come lei abbia trasformato questo amore per i libri in piccoli bijoux.
E' stato poi il turno di Sartoria Utopia di descrivere la loro passione per la poesia, che si è trasformata in un progetto a 360°, perché i libri non si limitano solo a pubblicarli, ma li progettano, li stampano e li cuciono a mano.
Dealma Franceschetti, foodblogger de “La via macrobiotica”, ci ha suggerito alcune letture per avvicinarci a questo tipo di alimentazione, tra cui il suo libro che uscirà ad agosto, e ci ha presi per la gola con dei buonissimi dolcetti al cioccolato.
Le donne la fanno da padrona in quanto lettrici forti, ma sabato c'erano anche due uomini a tenere alta la bandiera, i soci di “Do It Human”. La loro missione? Dimostrare che lavorare ed essere felici facendolo non è un'utopia, la loro prima pubblicazione è infatti il libro “Dire, fare e ringraziare” di Assunta Corbo.
E se qualcuno avesse ancora dei dubbi di che portatori di tesori siano i libri, Bianca Cappello ci ha raccontato del suo volume “Storia della Bigiotteria italiana” e ci ha fatto scoprire un'arte in cui, ancora una volta, noi italiani siamo maestri.
E' stato poi il turno mio e di Flavia di parlare della nostra esperienza sul Bookcoaching e, per chiudere in bellezza, Alessandra Pagani del blog “Una lettrice” ci ha intrattenuti con il quiz “Che tipo di lettore sei?”. Io ho scoperto essere una lettrice CAV: creativa, avventurosa e viaggiatrice. Mi ci ritrovo appieno!
A evento concluso, felice ed entusiasta per gli incontri interessanti e le numerose scoperte libresche, il mio commento a caldo è stato: Sharing is caring! E sono davvero sempre più convinta del valore inestimabile della condivisione.
Grazie a Paola Nosari, Cristiana Pedrali e Giovanna Vitacca per il bellissimo pomeriggio trascorso in vostra compagnia!

P.S. Nel caso foste curiosi di saperlo, io mi sono presentata con questo libro e sono tornata a casa con questo.

lunedì 30 maggio 2016

Pezzetti di significato


Credo di aver capito perché sto faticando così tanto a scrivere del primo incontro di bookcoaching che si è tenuto a Torino la scorsa settimana: non ne ho la distanza necessaria, sono troppo invischiata, ci sono dentro fino al collo.
Non si tratta solo del fatto che sono una delle tre organizzatrici, faccio fare ma faccio io contemporaneamente, è un percorso e come tale è difficile parlarne mentre si cammina, per collegarmi un po' al mio ultimo post: se riesci a parlare tranquillamente stai correndo troppo piano, se non riesci a spiccicare neanche una parola stai correndo troppo forte. E' una questione di equilibrio, è una questione di concentrazione, non saprai mai come è andata fino a quando non avrai concluso il giro di pista. Perdonerete quindi la mia ritrosia, il mio non svelare troppo, non è voler fare la misteriosa, ma è semplicemente troppo presto. Alcune impressioni però lo voglio comunque condividere.
Sono felice. Quando parlo di libri sono felice, e questo per me è prendere atto di una novità perché io ho sempre detto che mi piace leggere ma ora posso dire che parlare di ciò che ho letto mi piace molto di più. Anche qui sul blog condivido le mie letture ma è spesso un dialogo a senso unico, farlo di persona, potersi scambiare immediatamente le impressioni e le sensazioni è tutta un'altra cosa.
Sono felice perché il pubblico è stato da subito reattivo e partecipe e noi non ce lo aspettavamo trattandosi del primo incontro, è stata davvero una piacevole sorpresa, una dimostrazione che siamo riusciti nel nostro intento di coinvolgere e creare un momento di confronto, davvero una bella soddisfazione.
Sono felice perché qualcuno ci ha detto che ha continuato la riflessione a casa, è per me è bello sapere che la serata non si è conclusa lì: la festa continua!
Sono felice e sono fortunata perché è un dono fare qualcosa che ti rende felice.
Sono felice e sono grata, perché era tanto che non provavo questa felicità del fare.
Non so cosa ci sia dentro la vita. Continuo a scoprire pezzetti di significato e a cercare.
Paula Fox

lunedì 23 maggio 2016

Bookcoaching a Torino! 3 - Ci presentiamo -

 
Domani è il grande giorno, Il Bookcoaching esordirà a Torino e noi con lui. Sono davvero emozionata...
Ho pensato fosse un'idea carina farci conoscere e raccontare qualcosa di noi, ovviamente attraverso i libri e alcune domande che li riguardano.


A queste domande oggi rispondo così, domani chi lo sa?...

Il mio libro preferito: Non c'è un unico libro che preferisco, ma se devo proprio, scelgo “Quel che resta del giorno” di Kazuo Ishiguro, perché anche se nella vita si fanno scelte sbagliate di cui potremo pentirci, si può in ogni caso trovare il proprio posto in questo pazzo mondo.

Il mio personaggio letterario preferito: Elizabeth Bennet in “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen, perché è intelligente e brillante e vince il suo pregiudizio per riconoscere e accogliere la felicità nella sua vita.

Il mio personaggio letterario non gradito: Vado sul classico e rispondo Don Abbondio de “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni, perché non sono più tollerante con le persone codarde che si sottraggono alle proprie responsabilità dispensando tanto male senza curarsi delle conseguenze...

Il libro che consiglio più spesso: Generalmente i miei consigli sono legati al mio interlocutore e alla circostanza, ma tra i libri che ho prestato più spesso c'è “La donna in bianco” di Wilkie Collins, per la perfezione dello stile narrativo, la varietà dei registri linguistici e la caratterizzazione dei personaggi, oltre che per la trama accattivante.

Il libro che mi è stato regalato che mi ha sorpreso: “Un passato imperfetto” di Julian Fellowes, perché ho scoperto un autore che ho imparato ad amare.

Il libro che regalo più spesso: Così come per i consigli, anche sui regali mi lascio ispirare da chi riceve il mio dono, ma un libro che ho regalato ripetutamente è “Accabadora” di Michela Murgia, perché l'ho trovato semplicemente incantevole.


Premetto, premetto e premetto (sperando che la forza della ripetizione serva ad impressionare e convincere) che nutro un estremo fastidio per le preferenze, la mia vita si basa su di un equilibrio estremamente precario, ma saldamente coerente: io, dove posso, non scelgo, non decido, non preferisco!
Quindi quelle che state per leggere sono informazioni basate sul caso, la memoria del momento, oppure menzogne atte a confondere, depistare...mai mi costringerete a scegliere una storia su di un altra! Molte, troppe per eleggerne una sola, sono state la cosa eccezionale, eccessiva, illuminante, adatta, provocatoria ecc...in un dato passaggio della mia vita e questo vale anche per i personaggi di quelle storie, amati ed odiati a seconda del capriccio del momento...

Il mio libro preferito: “Pastorale americana” di Philip Roth

Il mio personaggio preferito: Barney Panofsky protagonista de “La versione di Barney” di Mordecai Richler

Il mio personaggio letterario non gradito: Principe Myskin protagonista de “L'idiota” di Fedor Dostoevskij

Il libro che consiglio più spesso: “Un altro giro di giostra” di Tiziano Terzani

Il libro che mi è stato regalato che mi ha sorpreso: “La strada” di Cormac McCarthy

Il libro che regalo più spesso: libri per bambini, favole educative, romanzi di formazione semplici come “L'apicoltore” di Maxence Fermine


E di me? Cosa dirvi di me che già non conosciate? Sapete che il mio libro preferito è “Diario di una scrittrice” di Virginia Woolf e, con questa pubblicazione insieme a quella delle sue lettere, penso lei sia diventata a tutto diritto, oltre che scrittrice, anche personaggio letterario, di conseguenza è anche il mio personaggio preferito. Per non essere riusciti a salvarla, per non averla compresa forse fino in fondo, per non essere stati in grado di stare sempre al suo fianco, ho un po' odiato (irrazionalmente, me ne rendo conto) il marito e la sorella, senza per questo ritenerli responsabili della sua morte.
Come Flavia anch'io tendo a consigliare o a regalare libri a seconda del destinatario, ma penso che non dovrebbe mai mancare nella libreria di una donna “Donne che corrono coi lupi” di Clarissa Pinkola Estés, per il suo potere davvero magico di parlare al vero sé di ogni donna; e “Cuore” di De Amicis sugli scaffali della libreria di ogni bambino, perché riesce a rassicurare e calmare nei momenti di fragilità.
Paradossalmente, pur essendo tutti a conoscenza del mio amore per i libri, o forse proprio per questo motivo, non ricevo molto spesso libri in regalo; sono quindi ancora in attesa di un dono che mi sorprenda!

E voi, come rispondereste a queste domande?

lunedì 9 maggio 2016

Bookcoaching a Torino! 2


Quando abbiamo deciso di organizzare un breve ciclo di incontri di bookcoaching, vista la prossimità dell'estate, la scelta come tema “Il viaggio” è stata quasi scontata: le giornate più lunghe e calde, la voglia di stare più tempo all'aperto, la natura che si risveglia e il nostro rimetterci in moto con lei, tutti avvenimenti che ci mettono addosso la voglia di partire, di staccare con la vita di tutti i giorni, di scoprire luoghi nuovi o, semplicemente, riposare e assaporare il dolce far niente.
Il viaggio” può davvero essere declinato in una infinità di modi e, vi assicuro, scegliere i libri da proporvi agli incontri non è stato affatto facile: le liste invece di accorciarsi si allungavano di volta in volta, abbiamo dovuto farci violenza e agire di accetta per sfoltire via via i volumi ed arrivare solo a due. E' stato un lavoro da tagliatori di teste! Per assurdo, io non ho mai votato per i libri proposti da me, perché sono sempre curiosa di leggere qualcosa di nuovo, scoprire autori sconosciuti e, ora che li ho letti entrambi, posso confermare che abbiamo fatto proprio un'ottima scelta.
Nel primo incontro trascorreremo due ore in compagnia di Ella e John, due ottantenni e il loro viaggio on the road sulla mitica Route 66, nel libro di Michael Zadoorian “In viaggio contromano”, ed. Marcos y Marcos.
Un inno alla strada, un caleidoscopio di paesaggi strepitosi e cittadine fantasma, ansie sogni paure; quello che è stato, che si è amato, quel che è qui e ora e più non sarà… perché la vita è profondamente nostra, teneramente, drammaticamente grande, fino all’ultimo chilometro.
A giugno, invece, solcheremo il mare in compagnia di David Foster Wallace e la sua crociera in “Una cosa divertente che non farò mai più”, ed. minimum fax.
...una miscela di relax ed eccitazione, di appagamento senza stress e turismo frenetico, quella fusione particolare di servilismo e condiscendenza che viene propagandata attraverso tutte le forme del verbo viziare.
In piena modalità vacanza li abbiamo scelti perché entrambi sono non troppo lunghi, leggeri e prodighi di sorrisi tra le pagine, se non vere e proprie risate. Allo stesso tempo li abbiamo anche selezionati perché propongono due tipi di vacanze molto differenti tra loro e, per quanto mi riguarda, due modalità di viaggio che non avevo mai vissuto ma che ora, dopo averli letti, posso affermare di averle sperimentate. Un autore, il primo, a me completamente sconosciuto, il secondo invece noto solo per fama ma che non avevo mai letto; entrambi due piacevolissime sorprese. Sorprese che, ovviamente, non finiscono qui... Alla prossima con gli aggiornamenti sul Bookcoaching!

P.S. Per vostra informazione, abbiamo creato (con non poca fatica vista la nostra poca padronanza del mezzo) la pagina Facebook dell'evento. Se avete piacere di venire a trovarci, vi aspettiamo QUI.

lunedì 2 maggio 2016

Bookcoaching a Torino!


Sono così emozionata che non so da che parte incominciare; è da giorni che saltello dalla felicità! E' davvero con gioia che condivido con voi il frutto del lavoro di questi ultimi mesi; faticoso? sì, ma anche bellissimo perché ho trascorso il mio tempo facendo le cose che più amo fare: leggere e parlare di libri e confrontarmi con persone che hanno la mia stessa passione.
Il poeta W. H. Auden ha affermato che un buon libro non è quello che leggiamo ma quello che ci aiuta a leggere noi stessi. Se ami leggere saprai già quanto un romanzo possa essere di grande aiuto, ma noi del Bookcoaching vogliamo dimostrarti che può fare molto di più: aiutarti a capire un periodo della tua vita, darti le risposte che stavi cercando, farti sentire meno solo e più compreso, chiudere con il passato e intraprendere quel cammino che potrebbe cambiarti la vita. Pronto a partire con noi? Per iniziare abbiamo scelto come tema proprio “Il Viaggio”, quello che si fa in vacanza, ma anche quello che si fa lungo tutta una vita. Due incontri per confrontarci, condividere, comprendere le nostre vacanze e attraverso loro noi stessi.
Proprio così, due incontri in due librerie di Torino dove, con me altre due ragazze, insieme affronteremo il tema del bookcoaching e come tema, per iniziare (perché sarà solo l'inizio... stiamo già lavorando su nuovi incontri ;-)), in vista delle vacanze estive ormai prossime (ditemi che non sono l'unica che ci sta già pensando?!) abbiamo scelto il viaggio. Avrò modo di parlarvene dettagliatamente nei prossimi post, ora vi lascio il link QUI dove trovate tutte le informazioni sui due incontri e il bottone da cliccare per iscrivervi, gli incontri sono gratis!, ma a numero chiuso, affrettatevi! Last but not least, ringrazio Accademia della Felicità per aver creduto in noi.
Vado a riprendere a saltellare di gioia! Vi aspetto a Torino!

mercoledì 27 aprile 2016

La cura 2


Due settimane fa vi ho raccontato che cosa è per me la lettura e di come i libri mi abbiano aiutata nel corso della mia vita. Vi avevo poi domandato che tipo di aiuto avreste voluto chiedere a un libro e due di voi mi hanno risposto.

Polepole ha espresso il desiderio di venire rassicurata e incoraggiata, di sentirsi dire che la strada che sta percorrendo è quella giusta e che non deve demordere, ce la farà a raggiungere il traguardo che si è prefissata. La conosco da poco e non so nulla dei suoi gusti in fatto di libri così come ignoro il cammino che sta percorrendo. Ho pensato che un romanzo di formazione potesse fare al caso suo: seguire le avventure, le peripezie, le cadute e le difficoltà di un'altra persona sono sicuramente di consolazione e aiutano a non sentirsi soli in questo difficile viaggio che è la vita. Il libro che ho scelto per lei è “Il bar delle grandi speranze” di J.R. Moehringer. Un libro che contiene la parola speranza nel titolo mi sembra già di buon auspicio! Inoltre è un'autobiografia, quindi è una storia galbusera e, come si dice, se ce l'ha fatta lui... Inutile aggiungere che è scritto in modo magistrale e io l'ho a-do-ra-to, il classico libro che non vorresti abbandonare mai e ti dispiace quando è finito.
Figlio unico di madre single, J.R. Cresce ascoltando alla radio la voce del padre, un dj di New York che ha preso il volo prima che lui dicesse la sua prima parola. Poi anche quella voce scompare. Sarà il bar di quartiere, con l'umanità varia che lo popola, a crescerlo e farne un uomo.
Anche Sandra ha bisogno di un'iniezione di fiducia con l'aggiunta di un pizzico di menefreghismo. Lei la conosco da molti anni, so quello che ha passato e le difficoltà che sta incontrando ora e mi sento di suggerirle due libri. Il primo è “L'anno del pensiero magico” di Joan Didion, una sorta di diario/riflessione che l'autrice ha scritto in seguito alla morte improvvisa del marito. E' difficile comprendere come sia possibile ricevere fiducia da una persona che racconta di un grave lutto eppure, tra le parole della Didion, è proprio la luce in fondo al tunnel a brillare; un libro da leggere e rileggere quando si vive ogni sorta di perdita, per imparare a lasciar andare, volgere le spalle al passato (che non vuol dire dimenticare) e dirigere lo sguardo al futuro, fiduciosi.
Dovevi sentirla cambiare, la marea. E dovevi abbandonarti al cambiamento.
Il secondo libro, invece, che mi sento di consigliarle è un te l'avevo già detto: “Big Magic” di Elizabeth Gilbert; al suo interno si può trovare anche il pizzico di menefreghismo di cui tutti abbiamo bisogno quotidianamente, oltre ad uno spassionato incoraggiamento a fare il cavolo che ci pare e piace!

Spero di essere stata utile, fatemi sapere se deciderete di affrontare queste letture e come andranno. Se altri di voi sono curiosi di ricevere consigli libreschi, fatemelo sapere nei commenti o tramite e-mail, io sarò molto felice di spulciare la mia libreria per voi.

mercoledì 13 aprile 2016

La cura


I libri mi hanno salvata dai mostri, quelli che abitavano le mie notti da bambina, quelli che comparivano non appena calavano le tenebre nella mia stanza e una luce non era sufficiente a mandare via; allora prendevo un libro, molto spesso “Cuore” e leggendo la paura andava via e con lei i mostri.

I libri sono stati miei compagni di gioco e di avventura, quelli che mi hanno insegnato a sognare, inventare storie e poi farle diventare realtà, attraverso la recitazione.

I libri hanno curato la mia noia durante alcune lezioni al liceo; non me ne voglia la mia professoressa di storia e filosofia, non ero concentrata a seguire le sue spiegazioni ma le storie che di volta in volta incontravo nel romanzo tenuto accuratamente nascosto sotto il banco.

I libri hanno riempito la mia solitudine quando, da adolescente, non avevo ancora una compagnia ben rodata con cui uscire il sabato perché sono sempre stata un po' timida, anche se non sembra. Grazie a loro, però, non mi sono mai sentita sola.

I libri placano la mia ansia, la mia agitazione, la mia nonsoite, rallentano i battiti del mio cuore e sono convinta mi abbassino la pressione; fanno tanto bene al mio sistema simpatico che tanto simpatico non è.

I libri mi hanno insegnato ad essere una mamma e tutto quello che non è necessario per essere una mamma; mi fanno sentire compresa perché dicono tutto e il contrario di tutto ed è proprio così che mi sento io, in quanto mamma.

I libri sono compagni, insegnanti, amici, amanti. I libri sono magici e ti cambiano la vita. I libri sono la cura.
I libri sono la cura per ogni malessere – ci mostrano le nostre emozioni, una volta, e poi ancora una, finché non riusciamo a dominarle.

D. H. Lawrence
E voi, cosa avreste bisogno di curare in questo momento? Che tipo di aiuto chiedereste a un libro? Scrivetelo nei commenti, potrei consigliarvi la storia che fa per voi...