martedì 26 agosto 2014

Accanto a me


La vita è come un film. Quante volte l'abbiamo detto o pensato? E chissà quanti tra noi avranno visto questa scena.
Un'ambulanza chiamata d'urgenza, lei quasi priva di sensi ma ancora abbastanza vigile da vedere e capire che cosa le sta succedendo; che con le poche forze che le rimangono in corpo piange e dice che non vuole morire. Il marito al suo fianco fino all'ingresso della sala operatoria, lei che si vede sfilare la fede dal dito e consegnarla al marito, un ultimo sguardo e l'ultimo pensiero a lui, che sarà seduto fuori, ad attendere da solo con un anello, e alla bambina lasciata a casa coi nonni, di cui si ha ancora nell'orecchio il richiamo incessante mentre la vedeva accasciata a terra. “Mamma! Mamma! Mamma!...”
Cambiano i personaggi, i numeri dei figli, quello ad essere operato d'urgenza magari è lui, ma questa scena mi sembra di averla vista e rivista tante volte. Solo che adesso l'ho anche vissuta.
Nei film a lieto fine i protagonisti ne escono cambiati, più saggi, più consapevoli, più presenti. Dicono che esperienze del genere non solo ti stravolgono la vita, te la fanno apprezzare di più. Certo, sono cose che richiedono tempo, mica si cambia dall'oggi al domani, eppure...
Mi dicono che devo essere contenta, perché sono ancora qui a raccontarlo; perché sono ancora qui con mio marito, con mia figlia e la mia famiglia, eppure...
Continuo a ripetermi, nei momenti di lucidità, che devo gioire dei doni che la vita mi ha dato, eppure...
Eppure sono qui, è vero, ma con una mano sulla cicatrice che ogni giorno, ogni ora, ogni minuto mi ricorda quello che la vita mi ha tolto e l'altra mano sulla guancia, dove mi ha preso a schiaffi, che le domando: “Ma perché? Che ti ho fatto?”

A lungo ho pensato (e ho davvero avuto molto tempo per pensare, immobile nel letto d'ospedale) se condividere o meno, qui sul blog, un evento così personale. Ma ci sono cose che segnano il tempo. C'era un primo e c'è un dopo. Ora è il tempo del dopo.

Non basta un raggio di sole in un cielo blu come il mare
perché mi porto un dolore che sale che sale
Si ferma sulle ginocchia che tremano e so perché
E non arresta la corsa lui non si vuole fermare
perché è un dolore che sale che sale e fa male
Ora è allo stomaco fegato vomito fingo ma c’è
E quando arriva la notte e resto sola con me
La testa parte e va in giro in cerca dei suoi perché
Né vincitori né vinti si esce sconfitti a metà
...
Lo stomaco ha resistito anche se non vuol mangiare
Ma c’è il dolore che sale che sale e fa male
Arriva al cuore lo vuole picchiare più forte di me
Prosegue nella sua corsa si prende quello che resta
Ed in un attimo mi scoppia la testa
Vorrebbe una risposta ma in fondo risposta non c’è
E sale e accende gli occhi il sole adesso dov’è
Mentre il dolore sul foglio è seduto qui accanto a me
Che le parole nell'aria sono parole a metà
Ma queste sono già scritte e il tempo non passerà

Arisa

giovedì 14 agosto 2014

La vita, ultimamente 8

Nell'attesa di tornare a scrivere con più regolarità, vi lascio in compagnia di alcune foto della prima parte delle nostre vacanze.
Nessun commento, lascio parlare le immagini.






giovedì 7 agosto 2014

Nel presente


Heidi, cioè io, è scesa un attimo dai monti, a fare la spesa e un paio di lavatrici. Perché non ero affatto esagerata quando scrivevo che lassù, sui monti, non c'è niente o poco di più. La cosa strana è che questo “piccola” controindicazione incomincia a piacermi parecchio; lassù si può fare poco, sei quasi obbligato a fare niente e, per me, è davvero una vacanza. La vacanza. Al punto che sono quasi arrivata ad apprezzare anche il brutto tempo, il non poter uscire di casa, il non poter fare neanche una passeggiata. Una cosa in meno da fare.
La mia testa è più leggera; i miei pensieri assordanti, schiaccianti a volte, si sono diradati come nuvole. Mi limito a respirare, a fluttuare in questa leggerezza, provo quasi un po' di ebrezza. Mi sto ricaricando? Forse, chissà, non lo so. Non me ne preoccupo. Le mie giornate sono fatte di piccole cose: i pasti, le passeggiate, i giochi con VV e i miei libri. Tutti questi momenti si susseguono uguali, tutti i giorni, eppure diversi e io li aspetto, sempre, con gioia.
Io che vivo rimuginando sul passato, sognando troppo sul futuro, per la prima volta sono solo qui, oggi, nel presente.