lunedì 21 ottobre 2013

RED


  • Perché non ho più l'ispirazione per scrivere il blog?
  • Perché non stai facendo una mazza.
Pane al pane, vino al vino. Questo scambio di battute è avvenuto ieri sera durante la cena, dopo una domenica grigia e umida trascorsa interamente in casa. Non mi sono arrabbiata, perché so che chi mi ha risposto così non intendeva affermare che passo le mie giornate non facendo nulla. Ci sono rimasta male però. Male come sa fare la verità più ovvia e che spesso non si è in grado di riconoscere, pur avendola davanti agli occhi.
Non sto facendo una mazza, ovvero nulla, per alimentare il mio lato “creativo”, per dare un po' di concime ai miei interessi; li sto facendo appassire. E non voglio permettermi di darmi giustificazioni come “E' normale, sono appena diventata madre; non ho tempo.”
Sentirmelo dire mi ha fatto sentire trascurata e noiosa. Io non voglio essere noiosa. E' giunta l'ora che io dia un po' di rossetto alla mia anima, magari rosso. Rosso come lo spettacolo di danza a cui ho assistito sabato sera, in piedi, in un angolo, combattuta tra lo stare e l'andare a casa, con la mia bambina. Felice di essere rimasta, perché io amo la danza solo che me lo dimentico troppo facilmente, il brivido che è in grado di darmi. Felice perché quei balletti erano terribilmente donna, trasudavano femminilità a ogni fiato, a ogni passo; e sto scoprendo che mi piace, sono fiera di esserlo e adoro essere circondata da donne.

Vado a mettermi il rossetto e torno.

venerdì 11 ottobre 2013

Sei arrivato e ci sei sempre stato

Ci sono autori che ti chiedono di rallentare, che ti obbligano a seguire il loro passo, di cui devi imparare la lingua, perché improvvisamente l'italiano ti sembra una lingua straniera di cui devi cercare il significato di ogni singola parola. Sono autori che ti sfidano ad andare avanti, nonostante le difficoltà, nonostante la lentezza, che però non è mai sinonimo di noia. E tu procedi a tentoni, come se ti dovessi fermare spesso a consultare un dizionario, perché intuisci che lo sforzo ti condurrà a un nuovo orizzonte, che alla fine tutto sarà chiaro e limpido e che la bellezza del libro non è nella storia ma in come è scritta.
Forse non è un caso se il protagonista è un professore universitario che tiene un corso sul significato delle parole e che sta per pubblicare un dizionario.
Cosa volevo fare da grande … io avevo un quaderno e dentro ci finiva tutto quello che riuscivo a chiamare con il nome a cui rispondeva, con una coincidenza di carne e pelle, contenuto e contenitore.
Cosa volevo fare da grande: inscatolare la realtà nei barattoli delle parole.

Mi domando quanto di una storia finisce in un libro, … se chi consulterà il vocabolario a cui sto lavorando, quando troverà in un istante la definizione che gli sfugge potrà intuire quanto a lungo è stata rincorsa da me che l'ho catturata e scritta.
E poi un giorno, inaspettato, arriva l'amore e manda all'aria tutto l'alfabeto, inventa un nuovo linguaggio, ti mette di fronte a una pagina bianca, ti obbliga a riscrivere tutto
Mi avevano detto che il passato condiziona il futuro, ma non mi avevano detto che vale anche il contrario: il futuro riscrive il passato, come l'ultima pagina di un romanzo trasfigura tutto quello che è stato letto a tal punto che a volte è necessario rileggere.
Quell'amore nuovo, immacolato, che sembra un dono inatteso.
Non ti aspettavo”, dirai quando mi troverai sotto casa tua.
Neanch'io”
Eppure non puoi fare a meno di pensare che sia sempre esistito.
Ho cercato tra le mie vecchie fotografie, tu cerca tra le tue, dovevamo già esserci uno per l'altro, controlla lo sfondo.
Giulia Carcasi “Tutto torna”.

Ed è tornato il mio amore per le parole... sei arrivato e ci sei sempre stato.