tag:blogger.com,1999:blog-2941103967209570602024-03-06T02:00:02.155+01:00Le parole verrannoleparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.comBlogger781125tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-70562048478258868042022-05-19T14:32:00.000+02:002022-05-19T14:32:13.337+02:00Il potere di Adesso<div style="text-align: justify;"> <span style="font-family: Verdana, sans-serif;">C'è
una vocina che parla costantemente nella nostra testa, alcune volte
ne siamo pienamente consapevoli, altre meno. Non riusciamo a fare a
meno di ascoltarla. Di solito è pessimista, piena di paure,
diffidente verso il prossimo, odia i cambiamenti. Quella voce è il
nostro Ego. Da quando l'ho scoperto gli ho pure dato un nome. No, non
è Bruno. </span><p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/oWvvV0huX-U" width="320" youtube-src-id="oWvvV0huX-U"></iframe></span></div><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span><p></p><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Detta
in modo molto semplice: quella voce è il male, L'Ego è il male. Ci
tiene incatenati tra il continuo rimuginare sul passato e la paura, o
speranza, verso il futuro e soprattutto ci convince che sia lei ad
essere la nostra identità.</span>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Eckart
Tolle nel suo libro “Il potere di adesso” scrive dell'importanza
dell'unico momento importante in cui dobbiamo vivere: il presente. E
quando raggiungeremo la piena consapevolezze del momento, quando ci
libereremo da quello che lui chiama il <i>tempo psicologico</i>,
riusciremo anche ad entrare in contatto con l'Essere, cioè la nostra
vera e più pura e profonda essenza.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i></i></span></p><blockquote><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>...nella
più profonda dimensione dell'Essere sei completo e integro proprio
adesso... a un livello più profondo sei già completo... Essere
libero dal tempo psicologico ti spinge a perseguire i tuoi obiettivi
non più mosso da una severa determinazione, dalla paura, dalla
rabbia, dal malcontento, o dal bisogno di diventare qualcuno. Né
rimarrai inattivo per paura di fallire, cosa che per l'ego coincide
con la perdita della propria identità. Quando il tuo profondo senso
di identità viene attinto dall'Essere, quando sei libero dal bisogno
psicologico di “diventare” qualcosa o qualcuno, e quando né la
tua felicità né il tuo senso d'identità dipendono dal risultato,
non hai più paura... Non pretendi che siano le situazioni, le
condizioni, i luoghi o le persone a doverti fare felice, per poi
essere deluso se non sono all'altezza delle tue aspettative.</i></span></blockquote><p></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Come
riuscirci? Bisogna incominciare ad ascoltare l'Ego, senza giudizi e
senza coinvolgimento. Col tempo si impara a riconoscere i pensieri
ricorrenti, le situazioni che li scatenano e, di conseguenza, le
nostre azioni e reazioni.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i></i></span></p><blockquote><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Abituati
a monitorare il tuo stato mentale con l'auto-osservazione. “Sono a
mio agio in questo momento?”... Oppure: “Che cosa sta succedendo
dentro di me in questo momento?”... Focalizza la tua attenzione
all'interno. Guardati dentro. Che tipo di pensieri sta generando la
tua mente? Che cosa provi? Concentrati sul corpo. Avverti qualche
tensione?</i></span></blockquote><p></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Un
poco alla volta, si diventa consapevoli. Il processo è lungo,
numerose sono le ricadute, i risultati però sono sorprendenti.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i></i></span></p><blockquote><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Una
volta che hai eliminato l'identificazione con la mente, avere ragione
o torto non fa più nessuna differenza per il tuo senso di identità,
perciò non avrai più il bisogno compulsivo e profondamente
inconsapevole di avere ragione (che è una forma di violenza). Puoi
affermare chiaramente e con fermezza quel che pensi o ciò in cui
credi, ma non lo farai in modo aggressivo né mettendoti sulla
difensiva, perché a quel punto la tua identità deriverà da un
luogo più profondo e autentico dentro di te, non dalla mente... Che
cosa stai difendendo? Un'identità fantasmagorica, un'immagine
mentale, un'entità fittizia... Questa è la fine di tutti i litigi e
giochi di potere, tanto nocivi per le relazioni. Il potere sugli
altri è debolezza mascherata da forza. Il vero potere è dentro di
te ed è a tua disposizione adesso.</i></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Liberarsi
del tempo significa essere liberi dal bisogno psicologico del passato
e del futuro, intesi rispettivamente come fonti di identità e
appagamento.</i></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Per
te il passato deve essere morto a ogni nuovo istante. Non ne hai
bisogno. Riferisciti a esso solo quando è strettamente necessario
per il presente.</i></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Quando
ci convinciamo che il passato ha più potere del presente,
manifestiamo una identità da vittima... Significa credere che gli
altri con le loro azioni siano responsabili della tua incapacità di
incarnare la tua vera identità... sei tu il responsabile del tuo
spazio interiore adesso, nessun altro, e che il passato non può
prevalere sul potere di Adesso.</i></span></p></blockquote><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i></i></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Liberati
anche del futuro.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i></i></span></p><blockquote><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Non
è inusuale che la gente trascorra l'intera esistenza aspettando di
cominciare a vivere. L'attesa è uno stato mentale. In pratica,
significa che desideri il futuro e che non vuoi il presente. Non vuoi
quel che hai, ma quel che non hai.</i></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>La
riconoscenza per il presente e la pienezza della vita adesso
rappresentano la vera prosperità.</i></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Se
sei presente, non hai mai bisogno di aspettarti chissà che.</i></span></p></blockquote><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i></i></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il
libro è scritto sotto forma di risposte alle domande che l'autore ha
ricevuto in modo ricorrente nel corso degli anni. Ho faticato a
trovare un filo logico e non sempre mi sono trovata pienamente
d'accordo con i suoi ragionamenti: di fronte ad alcune tragedie che
possono capitare nella vita credo sia difficile, se non impossibile,
essere felici nel presente e i suoi consigli sono stati dati un po'
troppo <i>alla leggera</i>. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ho
trovato davvero interessanti ed illuminanti alcune interpretazioni
della Bibbia, del Vangelo e della parola di Gesù. Mi ha confermato
che, con le persone giuste, la Chiesa potrebbe avere più seguito.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mi
ha fatto piacere scoprire di essere sulla buona strada, di aver
compreso da sola nel corso di questi ultimi due anni che cosa c'era
che non andava nella mia vita e in me, di aver deciso fermamente di
cambiarlo e di essere costante in questo mio percorso. Imparare è
una cosa bellissima e spero non smetterò mai di farlo.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>La
tua percezione del mondo è un riflesso del tuo stato di
consapevolezza. In ogni istante, la tua consapevolezza crea il mondo
in cui vivi.</i></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Ovunque
tu sia, vivi pienamente nel qui e ora. Se trovi che il tuo qui e ora
sia intollerabile e ti rende infelice, hai tre possibilità: esci da
quella situazione, cambiala oppure accettala completamente così
com'è. Se vuoi assumerti la responsabilità della tua vita, devi
scegliere una di queste tre opzioni, e devi farlo adesso. Poi accetta
le conseguenze della tua decisione. Senza scuse. Senza negatività.</i></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Un'azione
qualunque spesso è migliore dell'inattività, soprattutto se sei
bloccato da tempo in una situazione infelice. Se dovesse rivelarsi un
errore, almeno imparerai qualcosa. Ma se rimani bloccato, non impari
niente.</i></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Non
opporre resistenza alla vita... </i></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>“Accetta tutto quello che ti arriva
intessuto nella trama del destino, che cosa infatti potrebbe
adattarsi meglio ai tuoi bisogni?” Marco Aurelio</i></span></p>
</div>leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-83090258189348326392022-02-14T08:00:00.000+01:002022-02-14T08:00:00.208+01:00Love is...<div style="text-align: justify;"> <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzAfvmkAjpMvCfPP8vqpyY6tGISA6BYJnAUpS-Ji70Dee0Awst6ZiemEuG386sOd5yqQYQD-zVhl_NAmzWCK03F-bU3jszcK6ovfIXysUfBdwLCffrFvE6HEpgFJTmdZWbGca_jCE3gF8/s612/leparoleverranno_loveis.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="612" data-original-width="612" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzAfvmkAjpMvCfPP8vqpyY6tGISA6BYJnAUpS-Ji70Dee0Awst6ZiemEuG386sOd5yqQYQD-zVhl_NAmzWCK03F-bU3jszcK6ovfIXysUfBdwLCffrFvE6HEpgFJTmdZWbGca_jCE3gF8/s320/leparoleverranno_loveis.JPG" /></a></div><br />
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Non
mi ero mai domandata l'origine della festa di San Valentino, e voi?
Così ho fatto una breve indagine su Internet e ho scoperto che,
tanto per cambiare, inizialmente era una storia pagana di cui si sono
appropriati i cristiani.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">L'originale
festività religiosa prende il nome dal santo e martire cristiano
Valentino di Terni e venne istituita nel <span style="text-decoration: none;">496</span>
da Papa Gelasio I, andando a sostituirsi alla precedente festa pagana
dei <i>Lupercalia</i>, di radice arcaica legata al ciclo di morte e
rinascita della natura, alla sovversione delle regole e alla
distruzione dell'ordine per permettere al mondo e alla società di
purificarsi e rinascere. Questa festa era accompagnata da vari
rituali, mascherate, cortei, e giornate in cui i servi prendevano il
posto dei padroni e viceversa, con l'intento di innescare un processo
appunto di rinascita rimettendo in atto il caos primigenio. Parte di
queste manifestazioni ritualistiche è sopravvissuta fino a oggi,
mediata dalla morale cristiana, nelle tradizioni del Carnevale. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Sebbene
la figura di san Valentino sia nota anche per il messaggio d'amore
portato da questo santo, l'associazione specifica con l'amore
romantico e gli innamorati è quasi certamente posteriore, e la
questione della sua origine è controversa. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">È
conosciuta, in ogni caso, la leggenda, secondo cui il santo avrebbe
donato a una fanciulla povera una somma di denaro, necessaria come
dote per il suo sposalizio, che, senza di questa, non si sarebbe
potuto celebrare, esponendo la ragazza, priva di mezzi e di altro
sostegno, al rischio della perdizione. Il generoso dono - frutto di
amore e finalizzato all'amore - avrebbe dunque creato la tradizione
di considerare il santo vescovo Valentino come il protettore degli
innamorati. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">La
più antica "valentina" di cui sia rimasta traccia risale
al XV secolo e fu scritta da Carlo d'Orléans, all'epoca detenuto
nella Torre di Londra. Carlo si rivolge a sua moglie (la seconda,
Bonne di Armagnac) con le parole: </span><span face="Verdana, sans-serif"><i>Je
suis desja d'amour tanné, ma tres doulce Valentinée…</i></span><span face="Verdana, sans-serif">
(Sono già malato d'amore, mia dolcissima Valentina).
Successivamente, nell'</span><span face="Verdana, sans-serif"><i>Amleto</i></span><span face="Verdana, sans-serif">
di Shakespeare (1601), durante la scena della pazzia di Ofelia (scena
V dell'atto IV), la fanciulla canta vaneggiando: </span><span face="Verdana, sans-serif"><i>"Domani
è san Valentino e, appena sul far del giorno, io che son fanciulla
busserò alla tua finestra, voglio essere la tua Valentina</i></span><span face="Verdana, sans-serif">".
</span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Inoltre,
alla metà di febbraio si riscontrano i primi segni di risveglio
della natura; nel Medioevo, soprattutto in Francia e Inghilterra, si
riteneva che in quella data cominciasse l'accoppiamento degli
uccelli, quindi l'evento si prestava a essere considerato la festa
degli innamorati.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Soprattutto
nei paesi di cultura anglosassone, e per imitazione anche altrove, il
tratto più caratteristico della festa di san Valentino è lo scambio
di </span><span face="Verdana, sans-serif"><i>valentine</i></span><span face="Verdana, sans-serif">,
bigliettini d'amore spesso sagomati nella forma di cuori stilizzati o
secondo altri temi tipici della rappresentazione popolare dell'amore
romantico. A partire dal XIX secolo questa tradizione ha alimentato
la produzione industriale e la commercializzazione su vasta scala di
biglietti d'auguri dedicati a questa ricorrenza. La Greeting Card
Association ha stimato che ogni anno vengono spediti il 14 febbraio
circa un miliardo di biglietti d'auguri, numero che colloca questa
ricorrenza al secondo posto, come numero di biglietti acquistati e
spediti, rispetto al Natale. Fu proprio la produzione su vasta scala
di biglietti d'auguri a dare impulso alla commercializzazione della
ricorrenza e, al contempo, alla sua penetrazione nella cultura
popolare, fino a diventare secondaria rispetto allo scambio di
regali, come scatole di cioccolatini, mazzi di fiori o gioielli.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Giorni
fa ho raccontato a Vittoria della festa di San Valentino e
dell'usanza di scambiarsi biglietti d'amore e regali. Lei mi ha
ascoltato attentamente, ci ha pensato un po' su e poi ha concluso:
“Voi mi amate, quindi mi farete un regalo.”</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Mio
marito ed io non ci siamo mai scambiati doni a San Valentino, ma
abbiamo sempre cercato di trascorre la giornata insieme. In fondo
donare il proprio tempo è uno dei regali più grandi. Voi la
festeggiate? Nel caso foste alla ricerca di ispirazione, vi lascio un
paio di link di vecchi miei post:</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><a href="https://leparoleverranno.blogspot.com/2012/02/parole-damore.html" target="_blank"><span face="Verdana, sans-serif"><i>Regali fai da te e non</i></span></a></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><a href="https://leparoleverranno.blogspot.com/2016/02/the-wild-rose.html" target="_blank"><span face="Verdana, sans-serif"><i>Una poesia</i></span></a></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><a href="https://leparoleverranno.blogspot.com/2020/02/amore-e-ginnastica.html" target="_blank"><span face="Verdana, sans-serif"><i>Un libro</i></span></a></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><i>
</i></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Buona
festa degli innamorati!</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><i> </i></span></p>
</div>leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-28664205796569963322021-04-19T11:27:00.001+02:002021-04-19T11:27:08.973+02:00Senza di te questo mondo non sarebbe lo stesso<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mi
trovo in questo strano periodo in cui non riesco a tenere fede al mio
<i>back to</i> <i>basic</i> (vedi <a href="https://leparoleverranno.blogspot.com/2021/01/back-to-basic.html" target="_blank">QUI</a>) perché non ho letto chissà
che grandi libri di cui mi premi raccontarvi; nessuno così pessimo o
abbandonato da poter finire nella rubrica “<a href="https://leparoleverranno.blogspot.com/2021/03/i-libri-che-non-vi-ho-detto.html" target="_blank">I libri che non vi ho detto</a>” - ce n'era uno ma una volta ripreso in mano ho deciso di
dargli una seconda possibilità – e quello appena terminato deve
attendere che finisca di vedere una serie perché mi piacerebbe fare
un confronto. I Social Media Guru potrebbero prendermi ad esempio per
dimostrare che cosa succede quando dietro non c'è una pianificazione
e un calendario editoriale. Fatelo, ma poi vi mando la fattura.</span>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La
bella notizia è che, se una volta questo mi avrebbe mandato nello
sconforto più totale e avrebbe dato inizio a una serie di lamentele,
rimproveri e improperi verso la sottoscritta, sto riuscendo ad essere
più indulgente con me stessa. Non è vero che non sto facendo nulla,
sto facendo altro. Come dicono i saggi, non si può fare tutto e, di
volta in volta, le priorità cambiano. Certo, forse un po' di
pianificazione in anticipo avrebbe aiutato, ma è andata così,
lamentarmi non cambierebbe le cose. Agire invece sì.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sapete
che cosa ho fatto questa mattina? Ho puntato la sveglia. Dopo anni in
cui a svegliarmi era la sveglia di mio marito, ho voluto metterne una
anche io. Un gesto simbolico, visto che ci alziamo più o meno alla
stessa ora, ma che mi ha fatta sentire più attiva e propositiva,
meno passiva. Una piccola spinta per prendere in mano la mia giornata
e cercare di trascorrerla in modo pro-attivo. Funzionerà? Lo spero,
vi terrò aggiornati.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ho
in mente altri piccoli gesti e nuove piccole abitudini per migliorare
le mie giornate, la pianificazione e il mio benessere fisico mentale;
l'altro giorno su Instagram ho fatto un sondaggio in cui chiedevo
quale argomento sarebbe piaciuto affrontassi nella mia newsletter,
una volta terminata la lettura di “Donne che corrono coi lupi”, e
sono contenta abbia vinto “Minimalismo e auto aiuto” perché è
un tema che mi sta molto a cuore e sarà bello condividerlo con
voi.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Voi
come state? Raccontatelo nei commenti, se avete piacere, io sarò
felice di leggervi.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span></i></span></p><blockquote><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">È</span>
proibito non cercare la tua felicità, non vivere la tua vita
pensando positivo, non pensare che possiamo solo migliorare, non
sentire che, senza di te, questo mondo non sarebbe lo stesso.</i></span></p>
<p align="RIGHT" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Alfredo
Cuervo Barrero</i></span></p></blockquote><p align="RIGHT" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i></i></span></p>
</div>leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-52266123651898234982021-03-23T11:13:00.000+01:002021-03-23T11:13:55.840+01:00Ti chiederanno del nostro amore<p style="text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjc5ZxsGNnKjlPngDZSVFPlRbHYip1m3mxPc8Ze3-ZLIirJWchTnoM-ORH49UR5a2daKM94JHPBA3wqDT-WjoNqjZ5z0QJtOVxM37wsApas7q46zSVGLUPE5sfb3xN7rZaTC2PkryUPGBY/s2048/blog+23-03.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1484" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjc5ZxsGNnKjlPngDZSVFPlRbHYip1m3mxPc8Ze3-ZLIirJWchTnoM-ORH49UR5a2daKM94JHPBA3wqDT-WjoNqjZ5z0QJtOVxM37wsApas7q46zSVGLUPE5sfb3xN7rZaTC2PkryUPGBY/s320/blog+23-03.JPG" /></a></div><br />
<p></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Mentre
siedo al computer, chiusa nello studio, mi arrivano le voci di mio
marito e nostra figlia mentre ripassano le tabelline. Sorrido per la
tenerezza di questo momento, allo stesso tempo mi rendo conto di
quanto sia <i>ordinario</i><span style="font-style: normal;">.
Centinaia e centinaia di genitori prima di noi hanno compiuto i
medesimi gesti e adesso è il nostro turno. Quando siamo diventati
grandi? Era così che l'avevamo sognata la vita adulta? Ordinaria?</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><i></i></span></p><blockquote><span face="Verdana, sans-serif"><i>Giorgio
voleva un gelato, Lorenzo insisteva per andare al parco giochi, Alice
aveva bisogno di aiuto per allacciare le scarpe. Intrecciò i lacci
della piccola con un gesto lungo e ordinato, lasciando a Francesco
l'onere di calmare i gemelli; senza dirsi nulla decisero di tornare a
casa, e in quel momento – quando i corpi si erano parlati senza
bisogno delle loro voci – Giulia sentì che la familiarità aveva
smesso di essere rassicurante, ed era diventata una noiosa abitudine.</i></span></blockquote><p></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Quand'è
che mettiamo il pilota automatico? Quand'è che iniziamo a
comportarci in un certo modo perché così hanno fatto i nostri
genitori prima di noi, perché è così che si fa, è quello che ci
si aspetta da noi, ora che siamo noi gli adulti. Quante rinunce siamo
disposti a fare? Quanta vita sprechiamo prima di accorgerci che non
stiamo vivendo ma solo sopravvivendo?</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><i></i></span></p><blockquote><span face="Verdana, sans-serif"><i>Nella
vita abbiamo due strade possibili, Marco: quella della rassegnazione,
e quella del desiderio. Non esiste una terza via. Vale per tutti, ma
spesso ce ne accorgiamo solo quando andiamo a sbattere contro un
muro.</i></span></blockquote><p></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Marco
in quel muro è andato a sbattere; ha scoperto di avere un tumore ai
polmoni e il tempo per lui è diventato <i>quello che ti resta</i>.
Come succede sempre in queste situazioni, Marco incomincia ad
interrogarlo questo tempo, a interrogare se stesso, a sentire
improvvisamente un'urgenza. </span>
</p><span face="Verdana, sans-serif">Marco
e Giulia si amano sin da quando erano dei giovani studenti
universitari; il loro è un amore mai veramente vissuto perché i
loro orologi non erano mai sincroni. Tra un Erasmus, un lavoro a New
York, matrimoni, convivenze, figli e figliastri gli anni sono passati
e adesso il tempo stringe.</span>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"></p><blockquote>“<span face="Verdana, sans-serif"><i><span face="Verdana, sans-serif">È</span>
tutta la vita che aspettiamo il nostro tempo. E intanto lo perdiamo.”</i></span></blockquote><span face="Verdana, sans-serif"><i></i></span><p></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Paola
Demartini in “Ti chiederanno del nostro amore” edito da Autori
Riuniti racconta questa storia d'amore, ma anche molto di più: la
mia generazione, quella tra i quaranta e cinquant'anni, che si è
ritrovata adulta senza coordinate, che da giovane pensava di non
commettere gli stessi errori dei propri genitori e poi è finita per
<i>sistemarsi</i>, assecondando forse i loro desideri e non i propri.
Ma soprattutto ti parla del tempo, giocando e tenendo il lettore
inchiodato con salti temporali, facendo scorrere sotto gli occhi del
lettore le vite di Marco, Giulia e i loro amici. Ma quel tempo è
anche il nostro ed è inevitabile alla fine domandarsi come la stiamo
vivendo, questa “<i>trama incerta”</i>, se cogliamo il senso di
ciò che ci sta accadendo e se siamo attori attivi o <i>estranei</i>.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Forse
il segreto è tutto lì, in quello sguardo che è anche sulla
copertina del libro e che aveva attirato la mia attenzione: perché
se come Marco, non siamo sempre responsabili di quello che ci accade,
siamo noi a decidere come lo vediamo e come reagiamo.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><i></i></span></p><blockquote><span face="Verdana, sans-serif"><i>Crediamo
di conoscere noi stessi, e poi arriva qualcosa che ci svela come
siamo. Come siamo </i><span style="font-style: normal;">davvero</span><i>,
voglio dire. A volte scopriamo di essere migliori di quel che abbiamo
sempre pensato, altre di essere un vero disastro. Ma finalmente
possiamo guardarci dentro.</i></span></blockquote><span face="Verdana, sans-serif"><i></i></span><p></p>
leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-18888299485340080342021-03-16T08:00:00.001+01:002021-03-16T08:00:03.316+01:00Che cosa possiamo imparare da Harry e Meghan sul tema famiglia<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sembra
esserci una notizia che occupa i giornali e che sembra stia scalzando
addirittura il Covid, o almeno questa è l'impressione della
sottoscritta che, dai tempi del matrimonio di William e Kate, si è
appassionata alle vicende della famiglia reale inglese: l'intervista
bomba rilasciata a Oprah Winfrey da Harry e Meghan. Al di là del
gossip e delle vite pubbliche che conducono i coinvolti in questa
<i>scandalosa</i><span style="font-style: normal;"> questione, quello
che è accaduto può essere uno spunto per riflettere sulle dinamiche
familiari, cioè un argomento che volenti o nolenti ci coinvolge
tutti.</span></span>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><span style="font-style: normal;">Famiglia
d'origine </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;">≠</span></span><span style="font-style: normal;">
famiglia dell'età adulta</span></b></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Se Don Paolo leggesse questo mio
post mi farebbe ripetere il corso prematrimoniale, perché durante
tutti gli incontri aveva ripetuto fino alla nausea la differenza tra
la famiglia d'origine, cioè quella in cui uno nasce, e quella della
famiglia che ti crei in età adulta; che può avere diverse forme
oltre alla classica moglie, marito, figli (ma questo Don Paolo non lo
diceva, lo aggiungo io). Crescendo il significato che diamo alla
parola famiglia dovremmo deciderlo noi e non dovrebbe essere un
problema se questo significato si discosta da quello originale.
Famiglia possono essere gli amici, gli amici a quattro zampe, alcuni
colleghi di lavoro, i vicini di casa. Insomma, non per forza di cose
ci deve essere coincidenza tra le la famiglia d'origine e quella
dell'età adulta, e non per forza di cose questo significa che si
vuole meno bene ai primi o che non si vuole più avere a che fare con
loro.</span></p><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">In Italia, soprattutto, ho
l'impressione che tagliare il cordone ombelicale sia molto più
complicato, il senso di attaccamento alla famiglia sembra sempre
molto forte. Questo non è per forza di cose un problema, ma potrebbe
esserlo e sovente lo è.</span>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Spiccare
il volo</b></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Harry
ha spiccato il volo. Ha letteralmente preso un aereo e ha messo
chilometri di distanza tra la sua famiglia e quella d'origine. Avrà
avuto i suoi buoni motivi per farlo, tutti dovremmo avere la libertà
di farlo, ma molto spesso non è semplice e serve enorme coraggio e
molta forza di volontà, perché sovente viene vissuto come
<i>tradimento</i><span style="font-style: normal;">.</span></span></p><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">C'è
una narrativa all'interno di una famiglia che fa si che i ruoli siano
assegnati fin da quando si è bambini, ma spesso diventano poi rigidi
e soffocanti, facendoci sentire bloccati nel passato. Le persone
devono poter cambiare, se lo desiderano, anche se sovente questo
cambiamento non viene riconosciuto o viene accettato con difficoltà.</span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il
nostro cervello cerca sempre di proteggerci e qualsiasi cambiamento
lo vive come una minaccia, ecco perché cambiare è così complicato.
Se tu cambi, le persone che ti sono vicine, che stanno bene come sono
e dove sono, potrebbero sentirsi minacciate dal tuo nuovo te stesso.
L'errore che spesso si commette è di prendere sul personale questa
resistenza al cambiamento degli altri. Ma le loro reazioni non hanno
nulla a che fare con noi, se le persone reagiscono male al
cambiamento di qualcun' altro, questo rivela solo che c'è qualcosa
di non risolto in loro.</span>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Dire
basta</b></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Harry
e Meghan, con questa intervista, hanno voluto raccontare la loro
versione della storia e soprattutto hanno voluto dichiarare
apertamente che cosa per loro è accettabile e che cosa no.</span></p><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La
parte più difficile, quando si tratta della famiglia d'origine con
cui, indubbiamente e per forza di cose si hanno rapporti molto
stretti, è mettere dei confini; più sei vicino e intimo di una
persona più è complicato mettere dei paletti. Sovente però
tendiamo a dimenticarci che quest'ultimi sono per noi, definiscono
che cosa permettiamo e che cosa non permettiamo all'interno della
nostra vita e quando non li esplicitiamo con le persone che ci stanno
affianco siamo noi che stiamo commettendo un grosso errore nei loro
confronti. Se non rendiamo noti i nostri confini, le persone non
sapranno della loro esistenza e continueranno a superarli. Capita,
anche questo con una certa frequenza, che non mettiamo confini perché
abbiamo timore di non piacere, abbiamo timore di quello che le
persone potrebbero pensare di noi e delle nostre richieste, abbiamo
paura di non venire accettati. Oppure li mettiamo in dubbio, quando
invece dovremmo dubitare della persona che non vuole rispettarli.</span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Qualunque
sia il motivo, dovremmo smettere di preoccuparci e iniziare a farci
rispettare.</span>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Volere
l'ultima parola</b></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quanto
scritto qui di seguito non può applicarsi in tutti i campi e su
tutti i temi, ci sono cose che sono obiettivamente oggettive e verità
universali. Qui però stiamo parlando di questioni familiari e tutti
quegli scontri o tensioni che possono venire a crearsi; parliamo di
sentimenti, non se il nazismo è stato un obbrobrio oppure no.</span></p><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La
realtà è un'esperienza soggettiva, ma non ce lo ricordiamo mai.
Quanto tempo perdiamo in litigi e discussioni perché siamo convinti
di avere ragione, vogliamo portare avanti il nostro pensiero,
cerchiamo di spiegare a chi ci è di fronte la nostra versione e
insistiamo indefessi finché non ci viene riconosciuto di essere nel
giusto. La verità è che la nostra versione dei fatti è sempre
valida, anche se non è condivisa da un'altra persona.</span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il
giorno in cui ho letto che il voler per forza di cose arrivare a un
accordo è sempre una versione di <i>people-pleasing, </i><span style="font-style: normal;">è
stato per me un giorno di rivelazione. Insistere per spiegarci, per
avere un confronto è solo il nostro bisogno che quella persona
elimini il disagio che proviamo all'idea di non piacere a qualcuno.
Ecco, forse dovremmo imparare che è impossibile piacere a tutti,
potremmo non piacere anche alla nostra famiglia d'origine.</span></span>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;">Quante
volte quindi “per evitare discussioni” ci siamo costretti a dire
o fare cose che non desideravamo fare? Quante volte non abbiamo fatto
qualcosa perché non ci sentivamo in diritto? Dimenticandoci che
siamo responsabili innanzitutto della nostra felicità, che non
dobbiamo avere il permesso di nessuno per perseguirla e per vivere la
vita che desideriamo, anche se ci sentiamo egoisti e in colpa,
accettando l'eventualità di non venire compresi.</span></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;">
</span></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i></i></span></p><blockquote><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Every
time you're given a choice between disappointing someone else and
disappointing yourself, your duty is to disappoint that someone else.
Your job, throughout your entire life, is to disappoint as many
people as it takes to avoid disappointing yourself.</i></span></p>
<p align="RIGHT" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Glennon
Doyle</i></span></p><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;"> </span></span></blockquote><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;"></span></span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><span style="font-style: normal;">Cosa
penso di Harry e Meghan? Che abbiano fatto bene a rinunciare al loro
ruolo di </span><i>reali</i><span style="font-style: normal;">, se
questo non li rendeva felici; che abbiano fatto bene a denunciare
falsità e qualsiasi violazione abbiano commesso gli organi di stampa
(a parte i pettegolezzi, persone di quel calibro dovrebbero saperli
tenere nel giusto conto), ma francamente le persone che si mettono a
parlare male e accusare in mondovisione non hanno la mia stima. Le
accuse che hanno mosso sono molti gravi, ma avrebbero potuto
affrontarle in altra sede e in altro modo; così facendo è facile
pensare abbiano scelto visibilità ed è meschino cercarla
screditando gli altri. Harry e Meghan sono un buon esempio di come ad
insistere a voler dimostrare a tutti i costi di avere ragione non ti
fa fare una bella figura e di come sia deleterio continuare a pensare
e rimuginare sul passato.</span></span>
</p></div>leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-70468895606069762002021-03-08T08:00:00.046+01:002021-03-08T08:00:00.298+01:0016 libri per un nuovo sguardo<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div style="text-align: justify;"><span style="color: black;"></span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Non
sono mai stata una femminista. Non mi sono mai preoccupata di
esserlo. Nella mia miopia ho sempre pensato che sarebbe stato
sufficiente “coltivare il mio orticello”. Solo recentemente ho
realizzato di quanto il problema sia grave e pervasivo, come se
all'improvviso si fosse sollevato il velo che copriva i miei occhi e
ora, quotidianamente, noto l'elefante nel negozio di cristallo.</span>
</div><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questo
cambiamento è merito, a dimostrazione che non tutti i mali vengono
dai Social, di alcune persone che ho iniziato a seguire su Instagram,
che compiono la lotta quotidiana di combattere stereotipi,
disuguaglianze, maschilismo, razzismo e che mi ricordano come questi
problemi siano parte della nostra cultura. Ne siamo tutti vittime e
carnefici, anche solo semplicemente con il nostro silenzio.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La
famosa scrittrice Michela Murgia, è uscito proprio in questi giorni
il suo ultimo libro “Stai zitta”; Teresa Cinque e i suoi
monologhi che strappano risate e riflessioni; Carolina Capria, nota
come “L'ha scritto una femmina”; Andrea Colamedici e Maura
Gancitano, filosofi fondatori di Tlon Edizioni; e Cathy La Torre,
avvocato in prima linea. <span style="font-family: Verdana, sans-serif;">È</span>
loro il merito del mio nuovo sguardo, li ascolto sempre con molta
attenzione e, ovviamente, mi appunto con dovizia tutti i libri che
suggeriscono. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ho
pensato quindi, in questa giornata dedicata alle donne, di
condividere con voi quei volumi a stampo più femminista; ce ne sono
per tutti i gusti, anche genitori, bambini e ragazzi. Se vogliamo il
cambiamento, dobbiamo iniziare da noi stessi.</span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> </span></p>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqkwIvXWA8zx1LhFNKSb_AldiUpYUz_xQ80804v1pPJU_de7bLXptWEIt3X45JjKnwRQwwLyhE-5TZbOvpS7uveR7bx2qeiMcq1vme3FW5uZkeGary5HdXsLIvkRG8v0KijrxYfHXW4f4/s960/leparoleverranno_festadelladonna2021.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqkwIvXWA8zx1LhFNKSb_AldiUpYUz_xQ80804v1pPJU_de7bLXptWEIt3X45JjKnwRQwwLyhE-5TZbOvpS7uveR7bx2qeiMcq1vme3FW5uZkeGary5HdXsLIvkRG8v0KijrxYfHXW4f4/w640-h480/leparoleverranno_festadelladonna2021.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-ZEjSHfGlSzRNgEiR2WBVm_uBOszoNH2BJid__bxB2yI7aF383kuOyVteVXn21R21p8faUbnMdE7T8Go9zlHREd3QLC63RlHhimvuhfFM5qMtblUlbkE4dSbPxXGy57Pioxb-9fKvTyM/s960/leparoleverranno_festadelladonna2021_2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-ZEjSHfGlSzRNgEiR2WBVm_uBOszoNH2BJid__bxB2yI7aF383kuOyVteVXn21R21p8faUbnMdE7T8Go9zlHREd3QLC63RlHhimvuhfFM5qMtblUlbkE4dSbPxXGy57Pioxb-9fKvTyM/w640-h480/leparoleverranno_festadelladonna2021_2.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgb5smsDpTNzuNY7cXxXvZDxybch8MXZSRrRsT-DeXTzAde8fOo57CRmxbV3okSZuEsOGwdLATZ4zraym4SC-hlEbLoEBWy5SZdHFzfvLNXZWvdEBhQJVWE7ZAvQFcvsXvyVZvzgDORCrE/s960/leparoleverranno_festadelladonna2021_3.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgb5smsDpTNzuNY7cXxXvZDxybch8MXZSRrRsT-DeXTzAde8fOo57CRmxbV3okSZuEsOGwdLATZ4zraym4SC-hlEbLoEBWy5SZdHFzfvLNXZWvdEBhQJVWE7ZAvQFcvsXvyVZvzgDORCrE/w640-h480/leparoleverranno_festadelladonna2021_3.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwyEqI9idJqWbZtD_hoTHpa7u9L9iZwbkLteZtQZm4BS5UAVu2XYGYdKJG_RtMLqFkomnn5Bq8CRIJp2bQ52XUUK57nlEyeFqul4h96wBfxcpOYxwGJLocL3wddEsCz-2fJ3Ku-P2gdyA/s960/leparoleverranno_festadelladonna2021_4.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwyEqI9idJqWbZtD_hoTHpa7u9L9iZwbkLteZtQZm4BS5UAVu2XYGYdKJG_RtMLqFkomnn5Bq8CRIJp2bQ52XUUK57nlEyeFqul4h96wBfxcpOYxwGJLocL3wddEsCz-2fJ3Ku-P2gdyA/w640-h480/leparoleverranno_festadelladonna2021_4.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdRlXYahaJVmSRyTzT2x_sotuioEuEetLYFZWCXqlF_U4ciFGXbVVaIJc0b2B58FgvpXvKNtmAuOP8cbfOiLZEaC4WGaZZz-gZjZGMWAHu3jGTNLkQBHOCXMCNZlvaR5kCDIG8cQwMnAE/s960/leparoleverranno_festadelladonna2021_5.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdRlXYahaJVmSRyTzT2x_sotuioEuEetLYFZWCXqlF_U4ciFGXbVVaIJc0b2B58FgvpXvKNtmAuOP8cbfOiLZEaC4WGaZZz-gZjZGMWAHu3jGTNLkQBHOCXMCNZlvaR5kCDIG8cQwMnAE/w640-h480/leparoleverranno_festadelladonna2021_5.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilGUscieFIdsfUcEtkIeBvBgspUdVH_TKK4T0_a9_r5WCmiOLxr7bc5RrXr8PrfoHKKy-TWmARcd-_I5YhuNTd6lRoQbzql0E9BTnrGVft-ISCZ5-L1ZMvZWv9f_T83zALfkdYK633bRY/s960/leparoleverranno_festadelladonna2021_6.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilGUscieFIdsfUcEtkIeBvBgspUdVH_TKK4T0_a9_r5WCmiOLxr7bc5RrXr8PrfoHKKy-TWmARcd-_I5YhuNTd6lRoQbzql0E9BTnrGVft-ISCZ5-L1ZMvZWv9f_T83zALfkdYK633bRY/w640-h480/leparoleverranno_festadelladonna2021_6.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgy82NWfu9Iq1EosQ7PB9MpQ4L-HbKsueceGz7HAfe4-pmaS97EUlR8t7kQ2-v0ee_swHSVPqcMP8DHbhwmGR-EM0s6F7m99xEpU-LNW2K8lEq3drdzCQns6Gzps9R1aMoHrWB8jI1lYWw/s960/leparoleverranno_festadelladonna2021_7.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgy82NWfu9Iq1EosQ7PB9MpQ4L-HbKsueceGz7HAfe4-pmaS97EUlR8t7kQ2-v0ee_swHSVPqcMP8DHbhwmGR-EM0s6F7m99xEpU-LNW2K8lEq3drdzCQns6Gzps9R1aMoHrWB8jI1lYWw/w640-h480/leparoleverranno_festadelladonna2021_7.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4LiAeJLw98Rp0kGO39QoEOMjBkRvqMb0OEdvq44zaznwQu3xv2ub2xE4XR3qIb5fR5vHBaZ4lsvkPZS608mOupARkGk-9X3v6gQs_U8Iyb_C3PBuwqUO0kGr4-OvNYLLVlLqcHiN-ZIU/s960/leparoleverranno_festadelladonna2021_8.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4LiAeJLw98Rp0kGO39QoEOMjBkRvqMb0OEdvq44zaznwQu3xv2ub2xE4XR3qIb5fR5vHBaZ4lsvkPZS608mOupARkGk-9X3v6gQs_U8Iyb_C3PBuwqUO0kGr4-OvNYLLVlLqcHiN-ZIU/w640-h480/leparoleverranno_festadelladonna2021_8.jpg" width="640" /></a></div><br /> <p></p>leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-46882914191529764362021-03-01T08:00:00.004+01:002021-03-01T08:00:00.268+01:00I libri che non vi ho detto<div style="text-align: left;"> <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcJNRnNwdBn6nA0rRxH0WEHV9n15_qLXQJjeWX9qv3YT2Z4hiDmZSGVCAe3ZtgwaiEZQIr1t6tnkN87fmi2gUvQeHOcfXEOVoQDdPd28ECMAAPOqGeDFfjH0PgPrEF0NAW7pKJpgxzqug/s756/leparoleverranno_postit.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="756" data-original-width="756" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcJNRnNwdBn6nA0rRxH0WEHV9n15_qLXQJjeWX9qv3YT2Z4hiDmZSGVCAe3ZtgwaiEZQIr1t6tnkN87fmi2gUvQeHOcfXEOVoQDdPd28ECMAAPOqGeDFfjH0PgPrEF0NAW7pKJpgxzqug/s320/leparoleverranno_postit.JPG" /></a></div><br />
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Ho
più volte affermato che dei libri che non mi sono piaciuti non parlo
e non scrivo; non mi piaceva l'idea di portare una parte negativa,
sebbene ben argomentata, nella mia stanza tutta per me, cioè questo
blog, e soprattutto che non avrebbe portato nessun valore aggiuntivo.
Insomma, a che pro parlare di qualcosa che è <i>brutto</i><span style="font-style: normal;">?</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><span style="font-style: normal;">Poi
si cresce, si cambia, si matura e magari si ha voglia di fare un
piccolo sforzo in più perché tutto, anche le cose brutte, ci
lascino qualcosa, un piccolo insegnamento su di noi, i nostri gusti o modi di agire. Una cosa che non si dovrebbe mai smettere di fare è avere voglia
di imparare.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><span style="font-style: normal;">Con
i lettori della mia newsletter siamo alle prese con il libro “Donne
che corrono con i lupi”, (stiamo affrontando i primi capitoli,
quindi siete ancora in tempo nel caso vi voleste unire) e abbiamo da
poco incontrato un personaggio che si chiama La Loba che ci chiede di
fare una cosa molto importante: rimanere nel deserto e raccogliere le
ossa. Il deserto è una metafora per rappresentare tutte quelle
situazioni difficili e negative in cui capita di trovarsi e nelle
quali, giustamente, nessuno desidera soffermarsi più del dovuto.
Oltre a chiederci di non scappare a gambe levate, La Loba ci chiede
di andare alla ricerca delle ossa, che in questo caso rappresentano
la parte più nascosta di noi, la più importante, lo scheletro di
cui siamo fatti e che noi abbiamo perso e lasciato morire. Perché la
parte più preziosa di noi dobbiamo cercarla nel posto in cui stiamo
male? Perché sono proprio le cose negative a pungerci </span><i>sul
vivo</i><span style="font-style: normal;">, sono proprio le cose che
ci piacciono di meno o che ci </span><i>fanno male</i><span style="font-style: normal;">
a rivelarci che cosa è importante per noi. Lo stesso lavoro si può
fare con i libri. </span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><span style="font-style: normal;">In
passato se iniziavo a leggere un libro faticavo ad abbandonarlo,
anche se mi stava annoiando a morte o non mi piaceva per niente,
perché non mi piaceva lasciare una lettura incompleta. Crescendo ho
cambiato idea e ho raggiunto l'opinione che la vita è troppo corta
per sprecarla con brutti libri e ora abbandono senza alcuna pietà o
rimorso. Da poco ho aggiunto un piccolo tassello a questo mio modo di
agire e ho incominciato a chiedermi il perché. Perché questo libro
mi annoia/irrita/agita/...? Perché questo personaggio non mi piace?
Perché non provo empatia? Le domande possono essere delle più
svariate a seconda dei sentimenti che ha evocato fin lì la lettura.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><span style="font-style: normal;">Può
capitare, ad esempio, che un personaggio mi sia particolarmente
antipatico perché riconosco in lui un mio difetto o modo di fare che
ho difficoltà ad accettare. Vedermi riflessa in lui potrebbe
aiutarmi a comprendermi meglio, a cercare di cambiare quella parte di
me oppure finalmente accettarla. Oppure potrei riconoscere in un
personaggio una persona a me vicina con cui ho problemi di relazione
e anche in questo caso potrei avere delle rivelazioni, magari capire
finalmente il perché non andiamo d'accordo.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><span style="font-style: normal;">In
sostanza quello che suggerisco di fare è un cambio di prospettiva;
invece di soffermarvi sul perché quel libro, o quella persona perché
vale anche nelle relazioni, è scritto così male, si comportano in
quel modo o dicono quelle cose, provate ad interrogarvi perché voi
reagite così. Le nostre reazioni, il nostro modo di agire parlano
sempre di noi e rivelano lo stato della relazione con noi stessi.
Potreste fare delle scoperte interessanti, vi racconterò
prossimamente le mie nella nuova veste della rubrica “I libri che
non vi ho detto”.</span></span></p>
</div>leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-10455000283494355762021-02-22T08:00:00.004+01:002021-02-22T08:00:02.803+01:00Sola a presidiare la fortezza
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3MmVA2DPNha56iDxwxNbXQAybZ_FMZH_oDVCzKzEjsgg9FNSOPFphf5OovU44d-4NDp1KqZQjDQ0pwTzb0yBPgts7wx8y7WHuaYRDpzKuop8GefdhENrW_P1e5QHJLCRN3vFbp9wTCHE/s750/foto+21-02.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="749" data-original-width="750" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3MmVA2DPNha56iDxwxNbXQAybZ_FMZH_oDVCzKzEjsgg9FNSOPFphf5OovU44d-4NDp1KqZQjDQ0pwTzb0yBPgts7wx8y7WHuaYRDpzKuop8GefdhENrW_P1e5QHJLCRN3vFbp9wTCHE/s320/foto+21-02.JPG" width="320" /></a></div><span face="Verdana, sans-serif"><br /></span></div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Non
ce ne rendiamo conto ma spesso siamo noi, basandoci su esperienze
precedenti, a crearci delle aspettative e sempre noi facciamo in modo
così che queste vengano deluse; riflettevo tra me e me l'altro
giorno, dopo aver concluso la lettura della raccolta di lettere “Sola
a presidiare la fortezza” di Flannery O'Connor. Questo a
dimostrazione del fatto che leggere non è solo una forma di
intrattenimento, i libri hanno sempre qualcosa da insegnarci,
soprattutto quando meno ce lo aspettiamo.</span></div>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">So
per certo che ho comprato questo libro per due motivi: mi piacciono
le raccolte di lettere e i libri che parlano di scrittura; infatti ho
amato molto quelle di Virginia Woolf e Emily Dickinson (aspettativa).
Ma se avessi riflettuto meglio avrei capito che non era così
scontato mi sarebbe piaciuto anche questo libro (delusione), considerato che non
conoscevo assolutamente l'autrice ne ho mai letto i suoi romanzi e i
suoi racconti.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Leggere
le lettere di Flannery O'Connor è stato un po' come partecipare ad
una cena tra persone che si conoscono da molti anni e tu invece non
conosci nessuno: spesso non sai di cosa stanno parlando e ti è
impossibile partecipare alla conversazione; sei solo uno spettatore,
isolato e spesso annoiato. Presi dalla foga delle chiacchiere,
nessuno si prende la briga di stare a spiegarti a che cosa si
riferiscono, chi sono il Tizio e il Caio di cui stanno parlando, cosa
è successo in quel determinato giorno e perché, lo danno per
scontato. Perché dovrebbero perdere tempo con te?</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Lo
stesso fa, giustamente, Flannery O'Connor nelle sue missive: non mi
fa un riassunto della lettera a cui sta rispondendo e soprattutto non
mi racconta la trama dei suoi libri, si suppone che sia lei che la
persona a cui sta scrivendo sappiano di cosa stia parlando, perché
lei il libro l'ha scritto e l'altra l'ha letto. Niente di più ovvio,
mi verrebbe da aggiungere.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Così
ho potuto apprezzare il 30% delle lettere, ma lo considero comunque
un buon risultato; ho trovato molte riflessioni interessanti sulla
scrittura, sulle diversità tra romanzo e racconto, sulle sue letture
e, grazie alla mia “ignoranza”, ho potuto apprezzare in modo
inatteso una voce nuova. Se dovessi immaginare uno scrittore
americano del sud, lo immaginerei proprio così: diretto e sincero,
freddamente sarcastico, spesso offensivo, dissacrante, menefreghista.
I vecchi e schiavisti sudisti, induriti dal massacrante lavoro nei
campi, chiusi, bigotti ma sempre con la battuta pronta. Altro che
Rossella O'Hara!</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><i></i></span></p><blockquote><span face="Verdana, sans-serif"><i>Due
sono i peccati peggiori del cattivo gusto nella narrativa: la
pornografia e il sentimentalismo. In uno c'è troppo sesso,
nell'altro troppo sentimento. Devi utilizzarli quanto basta allo
scopo che ti sei prefisso, mai di più. Ciò non toglie che certi
narratori sono convinti di dover seguire in bagno o a letto ogni
personaggio ogni volta che ci deve andare. Personalmente lo trovo di
cattivo gusto, a meno che la spedizione non torni utile al racconto.</i></span></blockquote><p></p>
leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-28284163402334064492021-02-15T08:00:00.002+01:002021-02-15T08:00:03.613+01:00Leggere con VV<p style="text-align: justify;"> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIPXUK-9fP7Qaaow40UvR2ewv4ZR0zlNmKKCR6wmn_TboA_L2_Sa6VhxQRl9S9vFH-cveP827YJe9rAqwaKk6fDBrX0dKOMvOaOdag1cNaeramyqrfhgQEIU2H6grD9Urk983CL1FtjuY/s720/leparoleverranno_leggereconVV.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="720" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIPXUK-9fP7Qaaow40UvR2ewv4ZR0zlNmKKCR6wmn_TboA_L2_Sa6VhxQRl9S9vFH-cveP827YJe9rAqwaKk6fDBrX0dKOMvOaOdag1cNaeramyqrfhgQEIU2H6grD9Urk983CL1FtjuY/s320/leparoleverranno_leggereconVV.JPG" /></a></div><br /><p></p><p style="text-align: justify;">
</p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif">Uno
dei meriti dell'anno appena concluso, è stato quello di avermi
regalato la lettura con Vittoria. Da quando è nata ho sempre letto
per lei, ultimamente anche lei ama a volte leggere per noi, ma non
abbiamo mai letto assieme, cioè scelto un libro e iniziato a
leggerlo insieme, condividendo tutto: impressioni, perplessità,
amore per alcuni personaggi e altri no, commenti sulla trama “Secondo
te come continua?”, risate e lacrime. Ok, lacrime solo io... </span>
</p><div style="text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif">Quando
abbiamo iniziato eravamo in piena pandemia, tutti costretti a casa e
questo ha aiutato sicuramente a passare il tempo. Ora le giornate
sono più strutturate e la nostra lettura insieme avviene la mattina,
nei cinque minuti in cui lei si misura la febbre (questo è per chi
dice di non avere mai tempo per leggere...), qualche volta durante il
fine settimana, subito dopo la colazione. <span face="Verdana, sans-serif">È</span>
uno dei miei momenti preferiti della giornata; adoro quando non
riusciamo a resistere e continuiamo ancora un po' la lettura e poi
corriamo a prepararci per non fare tardi a scuola. Adoro quando
scoppiamo a ridere insieme, adoro gli sguardi complici che ci
scambiamo, adoro sentire i suoi commenti e il suo punto di vista (ma
quanto è bello il punto di vista di un bambino e quanto c'è da
imparare), adoro quando dissentiamo. Conserverò per sempre nel mio
cuore il giorno in cui mia ha detto, riferendosi al protagonista “Non
può morire altrimenti il libro finisce”, facendomi capire che
intuisce come funziona la creazione di una trama. Spero questa nostra
nuova abitudine duri il più a lungo possibile e, ovviamente, vi
suggerisco caldamente di farlo a vostra volta. Qui di seguito i libri
che abbiamo letto assieme e che ci sono tutti piaciuti tantissimo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif"> </span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif"><b>Roald
Dahl “Il GGG”</b></span></div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif"><b> </b></span></div>
<div style="text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif">Lo
so che è un classico della letteratura per l'infanzia, ma è un
autore che non avevo mail letto. Devo ringraziare Giulia Robert, in
arte @robgiu, e il suo gruppo di lettura su Instagram “Io non leggo
da sol<span face="Verdana, sans-serif">ə</span>”, perché questo è
stato il primo libro che ha proposto e, di conseguenza, l'inizio
della lettura condivisa tra me e VV.</span></div><div style="text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif">Il
GGG è un gigante, un Grande Gigante Gentile, molto diverso dagli
altri abitanti del Paese dei Giganti che come San-Guinario e
Inghiotticicciaviva si nutrono di esseri umani, preferibilmente
bambini. E così una notte il GGG - che è vegetariano e si ciba
soltanto di Cetrionzoli e Sciroppio - rapisce Sophie, una bambina che
vive a Londra e la porta nella sua caverna. Inizialmente spaventata
dal misterioso gigante, Sophie ben presto si rende conto che il GGG è
in realtà dolce, amichevole e può insegnarle cose meravigliose.
L'affetto e la complicità tra i due cresce rapidamente, e quando gli
altri giganti sono pronti a compiere una nuova strage, il GGG e
Sophie decidono di avvisare nientemeno che la Regina d'Inghilterra
dell’imminente minaccia, e tutti insieme concepiranno un piano per
sbarazzarsi dei giganti una volta per tutte.</span></div><div style="text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif">Scritto
magistralmente, con la creazione di parole e dialoghi che vi
strapperanno diverse risate ma che vi faranno anche riflettere su
alcune questioni del <i>nostro </i><span style="font-style: normal;">mondo.
In seguito abbiamo anche visto il film girato da Steven Spielberg,
molto bello e fedele al libro.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif"><span style="font-style: normal;"> </span></span>
</div>
<div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif"><b>Luis
Sepulveda “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a
volare”</b></span></div><div style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif"><b> </b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span face="Verdana, sans-serif">Letto anche questo durante il primo
lockdown, proprio in seguito alla morte dell'autore avvenuta in quel
periodo. Un altro classico per bambini, che questa volta avevo letto
ma così tanto tempo fa che non ricordavo molto.<span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Uno
stormo di gabbiani è di ritorno dalla migrazione e una di loro,
Kengah, è pronta per deporre il suo primo uovo. Lo stormo si tuffa
in acqua per mangiare delle aringhe, ma a un certo punto Kengah
finisce bloccata in una pozza di petrolio, chiamato "peste nera"
dai gabbiani. Kengah riesce a liberarsi e a raggiungere la città di
Amburgo, dove finisce sul balcone di una casa. Lì abita Zorba, un
grosso gatto nero con una piccola macchia bianca sulla gola. </span></span></span><span face="Verdana, sans-serif"><span style="font-weight: normal;">Kengah,
stremata, usa le sue ultime forze per deporre l'uovo e chiede a Zorba
di farle tre promesse: non mangiare l'uovo, prendersi cura del
piccolo che nascerà e insegnargli a volare.</span></span><span face="Verdana, sans-serif"> </span></div><div style="text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif">Un
bellissimo libro sul valore dell'amicizia, sull'aiutare chi è in
difficoltà, il superare le “differenze” e sul coraggio. Anche di
questo abbiamo poi visto la versione animata.</span></div><div style="text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif"> </span><span face="Verdana, sans-serif"><span style="font-weight: normal;"></span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif"><b>Roal
Dahl “Le streghe”</b></span></div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif"><b> </b></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif">Altro
libro proposto dal gruppo di lettura creato da @robgiu, altro
classico della letteratura per l'infanzia che io non avevo mai letto.
</span>
</div><div style="text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif">Questa
per Vittoria si è trattata di una vera e propria prova di coraggio,
perché lei ha molta paura delle streghe, al punto che non ha mai
voluto vedere un film delle principesse Disney perché c'è sempre
una strega cattiva. Durante la lettura infatti, almeno all'inizio,
era abbastanza nervosa, al punto di chiedermi un paio di volte di
interrompere perché non reggeva più la tensione. Ma siamo arrivate
fino alla fine e VV ha anche partecipato e commentato nel gruppo di
lettura (c'erano anche altri bimbi, è stato molto tenero).</span><span face="Verdana, sans-serif"> </span></div><div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif">Un
racconto inquietante che vi farà sapere chi sono le vere streghe.
Non quelle delle fiabe, sempre scarmigliate e a cavallo di una scopa,
ma quelle elegantissime, somiglianti a certe signore che
probabilmente già conoscete. Come fare a individuarle? Bisogna stare
attenti a chi porta sempre i guanti, a chi si gratta la testa, a chi
si toglie le scarpe a punta sotto il tavolo e a chi ha i denti
azzurrini, perché tutto ciò serve a nascondere gli artigli, i crani
calvi, i piedi quadrati, la saliva blu mirtillo: tutti segni
distintivi delle vere streghe. Sapendo questo potrete evitare di
venir trasformati in topi.</span></div><div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif">Il
film non l'abbiamo visto, l'ultima versione con Anne Hathaway temevo
spaventasse troppo VV per come sono rappresentate le streghe, un
conto immaginarle, un conto vederle.</span></div><div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif"> </span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif"><b>Daniel
Pennac “ Abbaiare stanca”</b></span></div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif"><b> </b></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif">Questo
libro l'ha portato la fatina dei denti... L'ho trovato per caso al
supermercato, al prezzo stracciato di soli cinque euro, con come
protagonista un cane, aveva tutti i numeri per piacere a Vittoria e
così è stato.</span><span face="Verdana, sans-serif"> </span></div><div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif">Scritto
in prima persona, un bastardino ci accompagna lungo le sue numerose
avventure e ci insegna a vedere il mondo attraverso gli occhi di un
cane, imparando molte cose sul suo mondo ma anche sul nostro. Un inno
all'amicizia tra uomo e cane, una storia sull'amore e l'amicizia, la
paura e la voglia di libertà e dalle pagine del libro traspare tutto
l'amore dell'autore per questi animali.</span></div><div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif"> </span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif"><b>Paola
Mastrocola “Che animale sei?”</b></span></div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif"><b> </b></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif">Non
so se l'autrice avesse in mente un lettore adulto o un bambino,
infatti proporlo a VV è stato un azzardo, ma sapevo che un libro che
ha per protagonista un animale avrebbe sicuramente attratto la sua
attenzione e infatti così è stato. </span>
</div><div style="text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif">Quando
uno nasce, non sa chi è. E se non c'è nessuno che glielo dice, la
vita diventa una bella complicazione. La protagonista, per esempio,
non sapeva chi era, perché quando era nata, rotolando giù dal
camion di Jack il Camionista, si era ritrovata sola e aveva scambiato
per sua madre una pantofola di pelo. Una calda pantofola accogliente,
dentro la quale si era accoccolata sognando di non essere ancora
nata. In fondo, era contenta di avere questa mamma. E tutto sarebbe
rimasto per sempre così, se non avesse voluto conoscere il mondo e
non avesse continuamente incontrato qualcuno che le chiedeva: "Che
animale sei?"</span><span face="Verdana, sans-serif"> </span></div><div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif">Questo
libro ha sicuramente due livelli di lettura: c'è la storia semplice
di un'anatra che non sa che animale è, ma anche la ricerca di se
stessi. Il linguaggio è semplice, molto di quello che succede è
buffo e fa sorridere, ma sono convinta che non dobbiamo sottovalutare
i bambini e il loro livello di comprensione. Sono convinta che VV si
sia più volte riconosciuta nella confusione e lo smarrimento di
questa anatra che doveva ogni volta capire le regole di vita e
adattarsi al gruppo di animali in cui capitava per caso. Fino a che,
ovviamente, non capisce che le regole nella nostra vita siamo noi a
dettarle.</span></div><p style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face="Verdana, sans-serif">Sto
attendendo con ansia di leggere “E se covano i lupi”, sempre
della Mastrocola, che penso essere una specie di sua continuazione;
ma VV mi ha detto di avere voglia di leggere qualcosa di leggero e ho
lasciato scegliesse lei. Così in questi giorni siamo alle prese con
“Diario di una schiappa”.</span></p>
leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-84610049936849754632021-02-08T08:00:00.009+01:002021-02-08T08:00:00.244+01:00Il silenzio<p style="text-align: justify;"> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgp-YhBdBkUT2t3pAB_xz0rZhOGouyj8T-JFcuEgPiKRQy9BW6F60QiosIfcff6fhJxJRLSoL5faBE4PVA3VH9rv2GcnE0GznQnZidJJzoNRe4UOIzFK3wff74LXagHPRRxrbjPMe8Mw5M/s699/leparoleverranno_ilsilenzio.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="699" data-original-width="687" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgp-YhBdBkUT2t3pAB_xz0rZhOGouyj8T-JFcuEgPiKRQy9BW6F60QiosIfcff6fhJxJRLSoL5faBE4PVA3VH9rv2GcnE0GznQnZidJJzoNRe4UOIzFK3wff74LXagHPRRxrbjPMe8Mw5M/s320/leparoleverranno_ilsilenzio.JPG" /></a></div><br />
<p></p><div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif">Erling
Kagge è stato il primo uomo a raggiungere il Polo Sud in solitaria e
il primo a raggiungere i tre poli: il Polo Nord, il Polo Sud e una
cima dell' Everest. Insomma, uno che di silenzio e di difficoltà se
ne intende. </span></span>
</div><div style="text-align: left;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif">Dopo
aver tenuto una conferenza presso l'Università di Saint Andrews in
Scozia realizzò che tre erano le domande ricorrenti che molti gli
facevano:</span> </span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-family: verdana;"></span></div><blockquote><div style="text-align: left;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif"><i><span face="Verdana, sans-serif">«</span>Che
cos'è il silenzio?<span face="Verdana, sans-serif">»</span></i></span><span face="Verdana, sans-serif"><i><span face="Verdana, sans-serif"> </span></i></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif"><i><span face="Verdana, sans-serif">«</span>Dove
si trova?<span face="Verdana, sans-serif">»</span></i></span><span face="Verdana, sans-serif"><i> </i></span></span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif"><i>«Perché
è più importante che mai?»</i></span></span></div></blockquote><div style="text-align: left;"><span style="font-family: verdana;"></span>
</div><span style="font-family: verdana;">
</span><p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif"><span face="Verdana, sans-serif">In
questo libro, “Il silenzio”, Kagge di risposte ne da ben
trentatre. Qui di seguito ho riportato le parti che ritengo più
significative, che mi hanno colpita e che hanno anche confermato una
verità che già sapevo, cioè l'importanza del silenzio, del
fermarsi e dell'introspezione per conoscere noi stessi, il mondo che
ci circonda e per crearci </span><span face="Verdana, sans-serif"><i>la
vita dei nostri sogni</i></span><span face="Verdana, sans-serif">.</span></span></span></p><span style="font-family: verdana;">
</span><p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif"><b>Il
silenzio parla e fa paura</b></span></span></p><span style="font-family: verdana;">
</span><p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;">Nella
risposta numero 8 l'autore racconta un'indagine condotta dalle
università della Virginia e di Harvard, dove buona parte dei
partecipanti si sono sentiti a disagio quando sono rimasti da soli
all'interno di una stanza dai sei ai quindici minuti senza poter fare
nulla ne parlare. Soli con i propri pensieri. Ad un certo punto, per
spingersi un po' oltre nell'esperimento e per vedere se ci fosse
qualcuno disposto a sopportare un'esperienza spiacevole, pur di non
restarsene seduto solo in silenzio, inserirono la possibilità di
premere un pulsante e ricevere una scossa elettrica. Circa la metà
delle persone ha premuto il pulsante.</span></p><span style="font-family: verdana;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif"><i>Il
silenzio ha un compito, deve parlare. Deve dirci delle cose, e noi
dobbiamo parlare con lui... Il silenzio contiene in sé anche una
specie di violenza... È per questo che molti temono il
silenzio...credo che la paura sia il timore di conoscersi meglio. Mi
sento un codardo ogni volta che evito di guardarmi dentro.</i></span></span></p><span style="font-family: verdana;">
</span><p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif"><b>La
sfida di stare bene con sé stessi </b></span></span>
</p><span style="font-family: verdana;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif"><i>L'irrequietezza
che abbiamo addosso ci perseguita da sempre, è una condizione
naturale. «Il presente ci fa soffrire», scriveva Pascal. Noi
reagiamo cercando sempre qualcosa di nuovo da fare che proietti
l'attenzione altrove e la distolga da noi stessi.</i></span></span></p><span style="font-family: verdana;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif"><i>La
noia può essere definita come una mancanza di senso... la noia ci dà
sempre l'impressione di essere prigionieri... può capitare che
riprovi la sensazione di quand'ero bambino. Ovvero, che non stia
accadendo nulla.</i></span></span></p><span style="font-family: verdana;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif"><i>È
ingenuo illudersi di evitare la noia facendo sempre qualcosa di
nuovo, rimanendo costantemente online, inviando messaggi, premendo
altri tasti, cercando qualcosa che ci è sfuggito. Più facciamo
tutte queste cose per non annoiarci, e più ci annoiamo. Anch'esse
diventano routine. Essere impegnati diventa facilmente un obiettivo
fine a sé stesso,...</i></span></span></p><span style="font-family: verdana;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif"><i>Il
confine tra la mancanza di senso, che crea la noia, e la pienezza di
senso, che crea la gioia, non è sempre facile tra tracciare. È una
linea di demarcazione labile... È importante riflettere su cosa dà
significato e gioia alla nostra vita.</i></span></span></p><span style="font-family: verdana;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif"><i>Il
silenzio arricchisce di suo. Possiede questa qualità intrinseca,
esclusiva e preziosissima. È una chiave che ci consente di accedere
a nuovi modi di pensare... è un metodo pratico per trovare risposte
a quell'enigma affascinante che sono io. È lì che troveremo noi
stessi.</i></span></span></p><span style="font-family: verdana;">
</span><p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif"><b>Il
silenzio è un lusso</b></span></span></p><span style="font-family: verdana;">
</span><p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif">Il
silenzio, non essere accessibili, potersi allontanare dal rumore
quotidiano è un privilegio, è il nuovo lusso.</span></span></p><span style="font-family: verdana;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif"><i>Il
nostro unico obiettivo è quello di essere indaffarati e produttivi.
È un'idiozia.</i></span></span></p><span style="font-family: verdana;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif"><i>Il
silenzio consiste nello riscoprire la gioia di fare una pausa.</i></span></span></p><span style="font-family: verdana;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif"><i>È
vero che facciamo tutti parte di un continente, ma dobbiamo essere
consapevoli in ogni istante della potenziale ricchezza di essere
un'isola.</i></span></span></p><span style="font-family: verdana;">
</span><p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif"><span face="Verdana, sans-serif">Il
silenzio e la contemplazione che deriva dall'essere concentrati nel
presente è una risorsa che abbiamo tutti alla nascita ma che
crescendo perdiamo. Alcuni per carattere la coltivano, altri la
rifuggono. In questo libro non si trova la formula magica per
imparare a </span><span face="Verdana, sans-serif"><i>stare in
silenzio e spegnere la mente</i></span><span face="Verdana, sans-serif">,
l'autore però sottolinea l'importanza di queste buone pratiche. C'è
chi medita, chi scrive un diario, chi corre o passeggio. Non serve
chissà quale strumento, come scrive Kagge, basta procedere per
sottrazione: meno impegni, meno cose, meno gente. Due ingredienti: te
stesso e il presente.</span></span></span></p><span style="font-family: verdana;"></span><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif">Tra
tutte, la mia risposta preferita, è l'ultima, la trentatreesima. Ma
per saperla, dovrete leggere il libro.</span></span><span style="font-family: verdana;"></span><p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif">
</span></span></p><p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Un'altra
riflessione che mi ha procurato questo libro è sul suo opposto: il
rumore. Perché se sono consapevole di essere una persona che non ha
difficoltà a stare in silenzio e nel silenzio; non ho mai riflettuto
sul fatto che devo stare attenta a non fare troppo chiasso. Di questi
tempi e in questa società il rumore può avere molte forme: il
doversi sentire sempre in diritto e in dovere di dire la propria
opinione, ad esempio. Pensare bene e a fondo prima di parlare; è
davvero necessario quello che sto per dire, porta qualcosa di buono o
di negativo nella conversazione? Oppure, devo sempre e per forza
pubblicare qualcosa sui Social, solo perché me lo chiede
l'algoritmo? O è meglio ponderare a fondo e condividere solo ciò
che porta arricchimento?</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif"> </span></span></p><p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif">
</span></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"></span></p><blockquote><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif"><i>Adesso
rimarrò in silenzio e lascerò che esso separi la verità dalla
menzogna. </i></span></span>
</p>
<p align="RIGHT" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif"><i>Rumi</i></span></span></p></blockquote>leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-29796852576749735372021-02-01T08:00:00.004+01:002021-02-01T08:00:00.483+01:00In punta di penna<p style="text-align: justify;">
</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_XxI1VixCMMrjAV90qULTcd4lymr1bfczYqifqm52IfQV6Q5SHldv-98-8o2aed8bG4OHTnf8N0jDx5WznAhY5OZGBmqEewNbG3G8V27DwNrZ0lnxMVc-SHYBXF9zvi-Mv0dTidmRgLg/s1008/leparoleverranno_inpuntadipenna.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1008" data-original-width="756" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_XxI1VixCMMrjAV90qULTcd4lymr1bfczYqifqm52IfQV6Q5SHldv-98-8o2aed8bG4OHTnf8N0jDx5WznAhY5OZGBmqEewNbG3G8V27DwNrZ0lnxMVc-SHYBXF9zvi-Mv0dTidmRgLg/s320/leparoleverranno_inpuntadipenna.JPG" /></a></div><span face="Verdana, sans-serif"><br /></span><p></p><p><span face="Verdana, sans-serif">Ho
iniziato questo anno nuovo cercando la lettura di libri di cui
sentivo il bisogno. Un po' come quando si hanno carenze alimentari e
si prendono le vitamine. Mi sono rivolta agli scaffali dei libri
ancora da leggere della mia libreria come di solito mi reco in
farmacia con in mano la ricetta delle prescrizioni del medico della
mutua.</span></p><p><span face="Verdana, sans-serif">Quel
giorno sul foglio c'era scritto: sullo scrivere, perché è mia
intenzione, in questo anno nuovo, dedicarmi di più all'atto dello
scrivere, il blog e il mio diario.</span><span face="Verdana, sans-serif"> Se sono ormai pienamente consapevole che per scrivere non serve altro
se non iniziare a farlo e che più scrivi più scriveresti, è anche
vero che circondarsi di stimoli può dare una spinta. La scrittura
poi e i libri su questo tema sono una delle mie due più grandi
passioni, l'altra è Virginia Woolf, ed era davvero tanto tempo che
non leggevo un libro che narrasse dello scrivere.</span> </p><p>“<span face="Verdana, sans-serif">In
punto di penna. Riflessioni sull'arte della narrativa” a cura di
Will Blythe è il primo di due volumi in cui sono raccolti i saggi di
diversi scrittori e poeti che, ognuno a modo proprio, cercano di
rispondere alla domanda “Perché scrivi?” e svelare così il
mistero della creazione letteraria, come dice Richard Ford nel suo
“Da dove viene la scrittura?”:</span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><i></i></span></p><blockquote><span face="Verdana, sans-serif"><i>...la
volubile convinzione, diffusa tra le molte persone che non sono
scrittori, che gli scrittori siano gente speciale, officianti di un
rito sacro, in possesso di una spinta interiore cui sarebbe saggio
tentare di accostarsi, per attingere furtivamente all'essenza di una
possente vitalità.</i></span></blockquote><p></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">E
secondo il quale la forza dell'invenzione è l'unica che ci permette
di coesistere con il caos di cui siamo circondati, <i>la capacità
salvifica, insita in ogni uomo, di immaginare un mondo migliore e, si
spera, di provare a realizzarlo.</i></span>
</p><span face="Verdana, sans-serif">Per
Terry McMillan, invece, scrivere è un atto di <i>attenzione:</i></span>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><i></i></span></p><blockquote><p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><i>ai
dettagli della vita quotidiana. Voglio essere una persona migliore.
Voglio essere felice più spesso. Voglio sapere perché non lo sono,
quando non lo sono. Questo è ciò che mi dona la scrittura.</i><span face="Verdana, sans-serif"><i>[</i></span><i>...</i><span face="Verdana, sans-serif"><i>]</i></span><i>
La maggior parte di noi non pensa a quello che fa, ci limitiamo ad
agire e reagire. La maggior parte di noi non riflette né si chiede
quali siano i veri nodi delle nostre esistenze. </i></span>
</p><span face="Verdana, sans-serif"><i>Scrivere
mi aiuta a crescere... se riesco ad essere onesta sul serio –
dannatamente onesta – scrivere mi fa aprire gli occhi.</i></span></blockquote><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><i></i></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Mary
Gaitskill scrive un elenco di sei punti, il cui più importante di
tutti è secondo me il primo: scrivere o raccontare è un bisogno
basilare e fondamentale, un bisogno avvertito da tutti.</span></p><p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">La
breve risposta di Jayne Anne Phillips è stata quella che mi ha
strappato una risata: <i>Non lo so e spero di non scoprirlo.</i></span></p><span face="Verdana, sans-serif">Quella
invece che mi ha commossa di più è quella di Tom Chiarella,
all'interno di un lungo e articolato elenco di tutte le cose che non
è in grado di fare, di tutti i suoi difetti e incapacità, ad un
certo punto afferma: <i>scrivo per riuscire a raccogliere il mondo. E
se non scrivo, invece, quel mondo lo attraverso incespicando, e non
riesco a fare altro.</i></span>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Non
so voi, ma è proprio quello che io non voglio fare: attraversare la
vita incespicando.</span>
</p>leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-36030898413636757902021-01-25T08:00:00.005+01:002021-01-25T08:00:04.354+01:00Uomini e Troll<p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ5Op7F6OXVuyZFIF-9uBXbhfASGQWc9isshhTBahiZJMWgAJvEh-u3C7LPTB_OCstTg_Qelm9nLMcZMTV1gDMBMTl_FPh-icCojnnC09pN7O4KnsQKIW6fQzXbO7hthxpLDGwrxR82dM/s756/leparoleverranno_uominietroll.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="756" data-original-width="756" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ5Op7F6OXVuyZFIF-9uBXbhfASGQWc9isshhTBahiZJMWgAJvEh-u3C7LPTB_OCstTg_Qelm9nLMcZMTV1gDMBMTl_FPh-icCojnnC09pN7O4KnsQKIW6fQzXbO7hthxpLDGwrxR82dM/s320/leparoleverranno_uominietroll.JPG" /></a></div><br /><p></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><span style="font-size: small;">Ho
finito l'anno e iniziato quello nuovo leggendo “Uomini e Troll”
di Selma Lagerl</span><span face="Verdana, sans-serif"><span style="font-size: small;">ö</span></span><span style="font-size: small;">f.
Questo libro l'ho ricevuto come regalo in modo del tutto casuale
partecipando ad un'iniziativa su Instagram, in cui Cinzia Ferri
(@acasadicindy), ideatrice di questo scambio nominato “Secret
Santa”, ti da l'indirizzo di una persona che ha aderito e a cui
spedire un pensiero per Natale; il mio è volato in Florida!</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><span style="font-size: small;">Ho
pensato sarebbe stata una lettura perfetta per l'inverno e infatti
non sono stata delusa. Della stessa autrice svedese, prima donna
nella storia a ricevere il premio Nobel per la letteratura nel 1909,
avevo letto “Il libro di Natale”, dove avevo imparato della
tradizione, che ho poi fatto mia, di regalare libri il giorno della
vigilia e del permesso concesso ai bambini di leggerli fino a tardi;
questo piccolo particolare invece a VV non l'ho detto. </span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><span style="font-size: small;">Ricordo
mi fosse piaciuto immergermi nelle atmosfere nordiche, proprio come è
avvenuto con quest'altra piccola raccolta di racconti. Oltre ad
essere così </span><span style="font-size: small;"><i>invernali</i></span><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">,
i testi di questa autrice sono ricchi di realismo magico, così come
di personaggi e credenze che fanno parte della tradizione e delle
leggende svedesi. Mi ha invogliata ad approfondire meglio questa
letteratura e cultura a noi così lontana e poco conosciuta, se non
per falsi miti come quelli collegati ai vichinghi. Ricordo che una
delle cose che più mi è dispiaciuta guardando la serie “Vichings”
sia stata proprio l'occasione mancata per raccontare qualcosa in più
su questo popolo. Per fortuna esistono i libri.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">Mentre
leggevo i racconti contenuti in questo volume, mi sono trovata a
riflettere su come fiabe, leggende e i loro personaggi, troll,
folletti, tomte e spiriti fatati fossero tutti testimonianza di un
popolo fortemente legato alla natura, abituato a sottostare alle sue
a volte inspiegabili leggi e di come l'arrendersi dei personaggi a
quello che è un fato avverso fosse invece una sorta di saggezza,
l'accettazione di un limite.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">In
“Una vecchia storia d'alpeggio” una mandriana si attarda a
lasciare la malga in alta montagna perché una vacca deve
partorire. La marmitta su cui sta facendo il formaggio si mette a
</span></span><span style="font-size: small;"><i>borbottare</i></span><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">
ricordandole del pericolo che sta correndo, perché i troll hanno
l'abitudine di trasferirsi nelle malghe appena i pastori in autunno
tornavano in valle. Ed ecco che quello che è semplice buon senso,
cioè lasciare l'alta montagna prima che diventi pericolosa e
invivibile a causa dell'inverno, è trasformato in una leggenda che
ricorda di non essere avventati e di ascoltare gli avvertimenti che
manda la natura.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">Sovente
i personaggi di questi racconti sembrano impazzire e questo accade
quando, favoriti nelle loro fortune dall'aiuto degli spiriti,
oltrepassano il limite, non rispettano le leggi non scritte o
diventano schiavi di questi </span></span><span style="font-size: small;"><i>esseri</i></span><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">;
quasi a ricordarci di come gli uomini siano solo ospiti di questo
mondo, governato da forze molto più grandi di loro e che il segreto
per stare sulla terra sia una pacifica convivenza.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">Insomma,
terminata questa lettura, mi è proprio venuta voglia di conoscere
meglio Thor, Odino e tutti gli altri protagonisti della tradizione
nordica. Il catalogo <a href="https://iperborea.com/" target="_blank">Iperborea</a> è ovviamente il punto di partenza per
approfondire le letterature nord europee; inoltre ho sentito parlare
bene, per una prima infarinatura, del libro “<a href="https://www.amazon.it/Miti-del-Nord-Neil-Gaiman/dp/8804718072/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=&sr=" target="_blank">Miti del nord</a>” di
Neil Gaiman, magari anche come regalo agli appassionati degli
Avengers, per insegnargli che non sono nati ad Hollywood.</span></span></span></p>
leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-64965750509564038862021-01-18T08:00:00.002+01:002021-01-18T08:00:01.080+01:00Quattro libri, quattro insegnamenti<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Avrei
voluto selezionare “la” lettura di questo anno che si è appena
concluso, ma i libri che ho amato molto e che mi hanno colpito
particolarmente sono più di uno così, invece di sceglierne solo
uno, ho deciso di raccontarvi che cosa mi hanno insegnato. Andiamo in
ordine di <i>apparizione</i><span style="font-style: normal;">:</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Virginia
Woolf, Vita Sackville West “Scrivi sempre a mezzanotte”</b></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Crescendo ho perso per strada tante
amicizie, per i motivi più disparati e con diversi gradi di
dispiacere e sofferenza. Ora ho tanti conoscenti, amici con cui mi
piace trascorrere il tempo e con cui condividere alcuni interessi,
alcune care amiche, ma mi manca La Amica, quella persona con cui hai
un legame particolare, speciale, unico. Quella a cui puoi raccontare
tutto perché non ti fa sentire giudicata, quella a cui non devi
spiegare niente perché ti conosce come le sue tasche, quella a cui
non è necessario dire come ti senti perché te lo legge in faccia. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Trovo che più si diventa grandi e
più questo tipo di rapporti siano rari. Le ferite del cuore ci
rendono più restii ad aprirci, ci si vergogna di più per le proprie
debolezze; mostrarci per ciò che siamo sembra quasi infantile. Siamo
così preoccupati a fare bella figura, a stare attenti alle buone
maniere, a non offendere, ad essere cortesi. Falsi e cortesi, come
dice il detto su noi torinesi.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ma quanto perdiamo in rapporti, così
facendo?</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Lettera
dopo lettera ammiravo questo due donne che non temevano di mostrarsi
per quello che erano, che non celavano i loro pensieri e sentimenti,
che si amavano oltre difetti e debolezze perché erano in grado di
vedere il cuore pulsante dell'anima dell'una e dell'altra e le
invidiavo molto. E quindi?</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mostriamoci
per quello che siamo. Non abbiamo paura di parlare, dire quello che
pensiamo. Raccontare la nostra visione del mondo. Svelare i nostri
sentimenti. Potremmo rimanere sorpresi. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Nigel
Nicolson “Ritratto di un matrimonio”</b></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quasi a voler proseguire il discorso
del libro precedente, per aprire il nostro cuore e non vergognarci di
quello che custodisce, dobbiamo renderci conto che non c'è un solo
modo di vivere, un unico modo di pensare, un particolare modo di
sentire. Se vogliamo essere noi stessi ed essere accettati dobbiamo
aprirci alla complessità della vita e alle sue infinite
sfaccettature. Sono convinta che ancora adesso molte persone
sarebbero scandalizzate se leggessero dello stile di vita di Vita
Sackville West e del marito, quasi il loro comportamento li
offendesse direttamente.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Anche in questo caso ho invidiato
molto la loro libertà, il loro coraggio e il loro affiatamento nel
perseguire la vita che desideravano, senza preoccuparsi di quello che
<i>avrebbe detto la gente</i>.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i></i></span></p><blockquote><p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Do
what you feel to be right in your heart, for you'll be criticized
anyway.</i></span></p>
<p align="RIGHT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Eleanor
Roosevelt</i></span></p></blockquote><p align="RIGHT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i></i></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;">(Fai ciò che in cuor
tuo senti essere giusto, perché verrai criticato in ogni caso)</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Sandro
Veronesi “Caos calmo”</b></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Della bella scoperta
che è stato Veronesi ve ne avevo raccontato <a href="https://leparoleverranno.blogspot.com/2020/10/sandro-veronesi.html" target="_blank">QUI</a>. Il mio preferito in
assoluto, tra i suoi due libri che ho letto durante l'estate, è
stato proprio questo. </span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">La lamentela che mi
capita di sentire più frequentemente riguarda la mancanza di tempo.
Sorvoliamo sul fatto che sono convinta che per molte persone sia
diventato un vezzo, come il dichiararsi sempre impegnati equivalga
essere persone di una certa “importanza”. Sta di fatto che siamo
così presi dalle nostre vite, dai nostri impegni, che gli anni
passano e noi siamo occupati in una perenne corsa, diretti dove non
lo sappiamo bene neanche noi.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Pietro, il protagonista
del libro, ci mostra che se ci fermiamo non succede niente. O meglio,
non succede nulla di così grave, che la nostra vita non va in pezzi,
anzi, potrebbe succedere anche qualcosa di bello, o per lo meno,
potremmo ricevere una sorta di rivelazione. Perché quello che molte
persone non si rendono conto è che se vuoi capirci qualcosa, in
tutto come nella vita, ti devi fermare a riflettere. Non puoi
riflettere mentre sei impegnato a correre chissà dove. Tranne la
corsa quella vera, lo sport intendo, allora sì, non avete idea di
quanta meditazione mentre si corre.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">E allora fermiamoci.
Bastano anche solo dieci, venti, trenta minuti, ogni giorno.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Franco
Faggiani “La manutenzione dei sensi”</b></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Un padre e un figlio in
affido si trasferiscono in montagna e incominciano una nuova vita al
ritmo della natura e delle stagioni. Niente di più semplice e
banale. Peccato che sovente ce lo dimentichiamo che ne abbiamo
bisogno, che stare tutto il giorno seduti davanti al computer non è
la nostra condizione naturale, il nostro corpo ha bisogno di
muoversi, non solo al chiuso di una palestra, i nostri polmoni hanno
bisogno di respirare aria fresca, i nostri occhi hanno bisogno di
orizzonti più ampi (non è una metafora, fa male agli occhi guardare
sempre fisso lo stesso punto) e dei colori del cielo e della terra.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Vinciamo la pigrizia,
perché è di questo che si tratta. Smettiamola di accampare scuse
sulla mancanza di tempo (vedi quanto scritto sopra) e sforziamoci di
uscire più spesso. Anche nel parco sotto casa, ma all'aperto.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Sii te stesso. Non
conformarti. Fermati. Stai di più in mezzo alla natura.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Questi gli insegnamenti
che ho ricevuto dalle letture del 2020 e che metterò in pratica in
questo anno appena iniziato.</span></span></p>
leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-59922992482421755472021-01-14T10:58:00.000+01:002021-01-14T10:58:10.058+01:00Tra le righe - Donne che corrono coi lupi<div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzBHC1qSNCJLLdZ25bJ35_zfqr9GUhP7XAGBTaRYC26VxmG3qhPblJeng-Mh9WaxnXQ3ukFGcPw54kmi_fCj_R0vSQPhMJKfYmKVQyjkDxENhj6-_q1FDzM7pFPu51D0Ei0PMbkUmyAUY/s960/leparoleverranno_tralerighe.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzBHC1qSNCJLLdZ25bJ35_zfqr9GUhP7XAGBTaRYC26VxmG3qhPblJeng-Mh9WaxnXQ3ukFGcPw54kmi_fCj_R0vSQPhMJKfYmKVQyjkDxENhj6-_q1FDzM7pFPu51D0Ei0PMbkUmyAUY/s320/leparoleverranno_tralerighe.jpg" width="320" /></a></div></div><div style="text-align: justify;">
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Tra
le cose che voglio sicuramente <i>riprendere in mano</i><span style="font-style: normal;">
durante questo nuovo anno c'è anche la newsletter.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Nata
nel novembre del 2017, anno in cui a quanto pare avevo parecchio da
scrivere, come raccontavo <a href="https://leparoleverranno.blogspot.com/2017/11/tra-le-righe-la-mia-newsletter.html" target="_blank">QUI</a>, ha avuto in realtà un andamento molto
altalenante. Il piacere però di avere un contatto diretto con voi,
molto più approfondito rispetto al commento ai post sul blog, non è
mai venuto meno.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">E
proprio perché di approfondimento voglio che tratti, ho deciso che
dedicherò buona parte dei prossimi mesi a scrivervi mail su una
lettura in particolare: “Donne che corrono coi lupi”; un po'
psicologia, un po' spiritualità, tanta poesia, miti e fiaba, un
libro culto sulla donna selvaggia, intesa come forza psichica
potente, istintuale e creatrice. Su che cosa significhi per me questa
lettura ve lo avevo raccontato <a href="https://leparoleverranno.blogspot.com/2012/09/donne-che-corrono-coi-lupi.html" target="_blank">QUI</a> e <a href="https://leparoleverranno.blogspot.com/2012/10/piedi-nuovi.html" target="_blank">QUI</a>; l'intento della newsletter sarà invece
proprio quello di una lettura condivisa, nel senso che io lo leggerò per
voi e capitolo per capitolo vi racconterà sensazioni, impressioni,
riflessioni e vi darò eventuali spunti. Se avrete voglia di leggerlo
a vostra volta sarà ancora meglio, ma non è per forza necessario.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;">Nel
caso non siate (ancora) iscritti alla mia newsletter, farlo è molto
semplice: inviatemi una mail a leparoleverrano </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;">[</span></span><span style="font-style: normal;">@</span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;">]</span></span><span style="font-style: normal;">
libero.it mettendo nell'oggetto “Scrivimi”.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i></i></span></p><blockquote><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Andate
nel bosco, andate. Se non andate nel bosco, nulla mai accadrà, e la
vostra vita non avrà mai inizio. Andate nel bosco, andate.</i></span></blockquote><p></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Allora,
ci inoltriamo?</span></p>
</div><br /><div><p></p></div>leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-10236459137943385472021-01-11T08:00:00.006+01:002021-01-11T08:00:01.823+01:00Back to basic<p style="text-align: justify;"> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKKoz6IMg2Jw_M0kdRIFUfmgcVwAgBuGnwLYYoW5uUpmVFEdsM9-nwbmQ594Bh4Uox0rwn3I8v3kwlgmJpJuuwxtTntlR2xkcLjyH92sr9LpYTPBScoRvQsEk-G0hZfLu2ttloQ9kix1U/s615/Libro+Artissima.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="461" data-original-width="615" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKKoz6IMg2Jw_M0kdRIFUfmgcVwAgBuGnwLYYoW5uUpmVFEdsM9-nwbmQ594Bh4Uox0rwn3I8v3kwlgmJpJuuwxtTntlR2xkcLjyH92sr9LpYTPBScoRvQsEk-G0hZfLu2ttloQ9kix1U/s320/Libro+Artissima.jpg" width="320" /></a></div><br />
<p></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Mi
dovete immaginare così: davanti al computer, la pagina aperta sul
sito del blog mentre mi domando, in puro stile Marie Kondo, “Spark
Joy o no?”</span></p>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Non
esagero se affermo che ho passato buona parte del 2020 a domandarmi
che cosa farne di questo blog, a cercare di capire se continuare a
scriverlo o buttare tutto alle ortiche. Per come sono fatta credetemi
se dico che questo pensiero era quasi un quotidiano tormento, perché
patisco le cose lasciate a metà, soffro per le questioni non
risolte, al punto che sovente ho preferito una decisione avventata e
impulsiva pur di mettere la parola fine e togliermi il pensiero.</span></div>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Nel
caso del blog però sentivo che chiudere tutto non sarebbe stata la
scelta migliore e che, col passare del tempo, me ne sarei pentita
amaramente; come per altro mi sono pentita di molte decisioni prese
su due piedi in passato. E se è vero che errare è umano ma
perseverare è diabolico, con la maturità ho imparato che non c'è
niente di male a darsi una seconda (terza, quarta,...) possibilità.
In realtà è proprio la perseveranza a portare i risultati; il mondo
è pieno di persone famose che sono arrivate dove sono e hanno
ottenuto quello che hanno perché non hanno mai gettato la spugna.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Poi
un giorno mi sono detta “Quanto la fai grossa e complicata
Francesca...” e ho avuto una sorta di rivelazione: torniamo alle
origini, da dove tutto era nato, semplifichiamo. Questo blog l'ho aperto
perché avevo il fortissimo desiderio di condividere le mie letture e
poi strada facendo ho cercato di modificarlo o adattarlo a tutto
quello che leggevo in giro su come “dovrebbe” essere un blog,
perdendone così la sua genuinità. Il blog è, di nascita, un diario
in rete, niente di più e niente di meno. Pazienza se con il passare
degli anni ha subito un'evoluzione ed è, anche, diventato uno
strumento di lavoro e una fonte di guadagno. Sarebbe come se tutti
dovessimo smettere di giocare a tennis solo perché non siamo dei
campioni; c'è chi gioca a tennis perché si diverte e basta e c'è
chi scrive un blog perché ha piacere di tenere un diario pubblico.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><span face="Verdana, sans-serif">È</span>
un errore che si commette sovente, quello di lasciarsi bloccare dal
confronto e dalle aspettative che arrivano dall'esterno, pochi ne
sono immuni e richiede un grande sforzo e una grande forza interiore
per proseguire <i>per la propria strada</i><span style="font-style: normal;">;
che non significa non imparare dai propri errori o non cercare di
migliorarsi, ma neanche perdere di vista </span><i>il perché</i><span style="font-style: normal;">
si sta facendo qualcosa e l'obiettivo che ci si è posti. </span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Ho
piacere di continuare a condividere le mie letture e la passione per
i libri, proprio come scrivevo <a href="https://leparoleverranno.blogspot.com/2010/11/hello-world.html" target="_blank">QUI</a>, più di undici anni fa.<br /></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><em></em></span></p><blockquote><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><em>Abbi
ben chiara la cosa da dire, le parole verranno.</em></span></p>
<p align="RIGHT" style="margin-bottom: 0cm;"><em><span face="Verdana, sans-serif">Catone
Il Censore</span></em><span style="font-family: Tahoma;"></span></p></blockquote>leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-64456436388829553712020-12-23T08:00:00.010+01:002020-12-23T08:00:00.143+01:00Nel presente<p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_tk1x0Sh9ffMiraLsfGju38Tm31JwJ21qRxbHNq8_zvG-4V3e-SMIVW8wsDRUh5jahZ65god0YHN6P4y-SfNWeHpZw10IU15oUzIBxw3nBO8fFhuU3qEkQKgdMQ5q9EAEcN2qIJGrqI4/s557/leparoleverranno_auguri+2020.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="557" data-original-width="511" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_tk1x0Sh9ffMiraLsfGju38Tm31JwJ21qRxbHNq8_zvG-4V3e-SMIVW8wsDRUh5jahZ65god0YHN6P4y-SfNWeHpZw10IU15oUzIBxw3nBO8fFhuU3qEkQKgdMQ5q9EAEcN2qIJGrqI4/w294-h320/leparoleverranno_auguri+2020.jpg" width="294" /></a></div><br /><p></p><p><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif">Gli
iscritti alla mia newsletter “<a href="https://leparoleverranno.blogspot.com/2017/11/tra-le-righe-la-mia-newsletter.html" target="_blank">Tra le righe</a>” hanno già ricevuto
in anteprima i miei auguri di Natale.</span></span></p><p><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif">Questo
brano, trascritto tempo fa, mi è capitato sotto gli occhi per caso e
l'ho trovato così “mio”; ci sono le parole, la vita immersa
nelle parole e il presente, dove mi sto esercitando a vivere e dove
ti auguro di abitare per il prossimo anno e quelli a venire.</span></span></p><p><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif">Non
aggiungo altro, con affetto,</span></span>
</p><p align="RIGHT" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif">Francesca</span></span></p><span style="font-family: verdana;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"></span></p><blockquote><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif"><i>Nessuna
parola può venire scritta senza prima essere stata vista, e prima di
trovare la strada fino alla pagina dev'essere stata parte del corpo,
una presenza fisica con cui si è vissuti proprio come viviamo con il
nostro cuore, lo stomaco, il cervello. La memoria, quindi, non tanto
come passato che racchiudiamo in noi, ma come prova del nostro vivere
nel presente. Se un uomo vuole essere davvero presente fra le cose
che lo circondano, non deve pensare a se stesso, ma a quello che
vede. Deve dimenticare se stesso per essere lì; e da questo oblio
nasce il potere della memoria. <span face="Verdana, sans-serif">È</span>
un modo di vivere la propria vita affinché nulla vada mai perduto.</i></span></span></p>
<p align="RIGHT" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: verdana;"><span face="Verdana, sans-serif"><i>Paul
Auster</i></span></span></p></blockquote><p align="RIGHT" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><i></i></span></p>
leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-42926914544436188482020-11-10T11:43:00.000+01:002020-11-10T11:43:07.017+01:00Il sogno americano in tre libri più uno<p style="text-align: justify;">
</p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Vi
confesso un mio guilty pleasure, iniziato questa estate: quando mi
sento stanca e ho bisogno di staccare un po' dalla vita prendo
l'I-pad, metto le cuffie e guardo una puntata di “Keeping up with
the Kardashian” su Amazon Prime, un reality in cui Kim Kardashian e
la sua famiglia aprono le porte della loro casa e vita. Non mi è
ancora ben chiaro che cosa sia ad attirarmi e che cosa mi spinga a
guardarlo, sono così lontani dal mio mondo e dal mio modo di essere.
Sebbene sovente la percezione che molto di quello che accade sia
costruito, mi affascina però vedere che cosa hanno deciso di
raccontare e come. Se ci pensate tutti noi siamo una continua
narrazione di noi stessi e di quello che ci accade, come decidiamo di
interpretarlo, come lo facciamo diventare storia e come quello che
siamo sia fondato proprio su questi racconti.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Perché
la <i>favola </i><span style="font-style: normal;">americana è tra
quelle che ci cattura più di tutte? Così come nei Kardashian, i
temi su cui gli americani basano la loro narrazione sono sovente due:
la famiglia e il lavoro. La prima è il punto di partenza da cui ogni
singola persona prende l'avvio per avverare, attraverso il lavoro, il
famoso American Dream. Sono grandi sostenitori dell'indipendenza del
singolo, nel nostro immaginario li vediamo partire per andare
all'università e da lì realizzare i loro sogni, o meglio, Il Sogno.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Attraverso
il cinema e Hollywood questa ricerca spietata del sogno è arrivata
fino a noi e il suo magnetismo non si è mai affievolito, se non
forse negli ultimi tempi, quando abbiamo incominciato a vedere delle
incrinature, a capire che gli americani e l'America non sono solo un
unico popolo, ma un vasto territorio e una moltitudine di persone. I
sogni però sono duri a morire...</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ecco
allora qui di seguito tre romanzi vecchiotti, in cui l'American Dream
era nel pieno del fulgore, più un libro <i>italianissimo</i>.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Irwin
Shaw “Povero ricco”</b></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Una
saga familiare che vede per protagonisti i tre fratelli Jordache:
</span></span></span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;">Rudolph,
diligente e studioso, seguace del vangelo americano dell'efficienza;
Gretchen che sfrutta la propria femminilità per farsi strada nella
vita; e infine Thomas che si fa largo a pugni prima nella strada e
poi sul ring. Ciascuno insegue il proprio sogno di felicità, illuso
e sconfitto di continuo, ma ostinato a far vivere il “sogno
americano”, l'idea che si possa democraticamente scalare le vette
del potere e riempire la propria vita con la ricchezza e gli agi. </span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Sloan
Wilson “Scandalo al sole”</b></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;">Un
altro </span></span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>motore</i></span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;">
del sogno americano? L'amore e il matrimonio. Proibito, contrastato,
tra classi sociali differenti, per soldi o riparatore. Due coppie e i
rispettivi figli si ritrovano a distanza di venti anni, tra passioni
che nascono, fuochi sopiti che riprendono forza, un'isola deserta e
selvaggia a fare da sfondo. L'amore trionferà?</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Pat
Conroy “Il principe delle maree”</b></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Molti forse conosceranno il film,
che invece io non ho visto. Il protagonista di questo libro è il
profondo Sud Carolina. Narrato in prima persona da Tom, il maggiore
di tre fratelli, tra un continuo flash back e un presente newyorkese,
conosciamo la triste storia della famiglia Wingo e come il silenzio
sia spesso la più profonda delle ferite.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Mario
Soldati “America primo amore”</b></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">In questo libro scopriamo un giovane
Soldati non immune dal grande sogno americano, che sbarca dopo una
lunga traversata per mare, a New York e vede infrangersi tutte le sue
fantasie al contatto con una realtà ben diversa. L'autore paragona
il suo amore per gli Stati Uniti a quello per un'amante, che non
diventerà mai moglie, “e la realtà che stringe, la ama come se
non la stringesse: con la semplicità negata a qualunque possesso, e
unica del desiderio.” Un po' reportage, un po' diario di viaggio,
un po' romanzo, un libro su cui l'autore è tornato più volte nel
corse di quarant'anni, proprio come un sogno che non si riesce a
smettere di sognare.</span></p>
leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-50744665769123095742020-10-20T08:00:00.005+02:002020-10-20T08:00:06.383+02:00Non giocare<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;">*Nel
post “<a href="https://leparoleverranno.blogspot.com/2020/09/le-infinite-possibilita.html" target="_blank">Le infinite possibilità</a>” vi raccontavo del percorso
iniziato questa estate. Qui di seguito scrivo di uno dei primi passi
che ho fatto per compiere questo cambiamento.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span></p><blockquote><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">The
only way to win a mind game? Don't play.”</span></p>
<p align="RIGHT" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mel
Robbins </span></p></blockquote><p align="RIGHT" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Che
cos'è un <i>mind game</i><span style="font-style: normal;">? Sono
tutte quelle azioni o frasi che mettiamo in atto verso qualcuno per
portare una situazione a nostro vantaggio. Lo facciamo tutti,
frequentemente e spesso senza rendercene conto e non sempre con
cattiveria. Tutte le volte che ci troviamo di fronte a qualcuno che
non la pensa come noi o vogliamo che agisca in un certo modo; lo
facciamo con i figli, i compagni di vita, gli amici, il negoziante da
cui vogliamo ottenere uno sconto.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Alcuni
<i>mind game</i> sono passeggeri e si limitano ad una precisa
situazione, alcuni diventano abitudinari e altri sfociano in
patologie, come nei narcisisti, che sono campioni mondiali.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sarà
capitato anche a voi di iniziare una discussione e rendervi conto che
alla fine non state più litigando per il motivo iniziale, anzi
magari l'avete pure dimenticato, e concludete con il rinfacciarvi
ancora ed ancora sempre le stesse cose, al punto che potete prevedere
le risposte della persona che vi sta di fronte perché le sapete a
memoria (anche le vostre reazioni sono sempre le stesse). </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ad
un certo punto però questa estate sono arrivata al punto di essere
stanca e provata da queste discussioni sempre uguali, sempre fini a
se stesse, anzi senza fine e ho deciso che non volevo più continuare
in quel modo. C'era solo un piccolo particolare: non sapevo come.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sono
sempre stata una persona impulsiva, pronta a sentirmi punta sul vivo,
dall'animo che si scalda facilmente e il tono di voce che si alza
immediatamente. Ma sono anche una persona sensibile, che soffre
tremendamente per questi scontri e, paradossalmente, crescendo la
cosa è andata peggiorando con la conseguenza di: notti insonni,
tachicardia, stress fisico e mentale. Per il mio bene dovevo fare
qualcosa e, non sapendo cosa, ho iniziato con lo stare zitta.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">È</span>
stato strano all'inizio, ma questo mi ha permesso come per magia di
fare quel passo indietro e vedere i trabocchetti, i trucchi del
prestigiatore, quei mind game che le persone mettono in atto senza
neanche rendersene conto e mi ha impedito di cascarci ancora. </span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Informandomi
e leggendo un po' in giro, ho scoperto che questo trucco gli
psicologi lo chiamano <i>soul distance</i>: fisicamente sei presente,
ma la tua <i>anima</i>, la parte più delicata e più sensibile di
te, no, è in un luogo protetto dentro di te. Dal punto di vista
pratico, significa fare un passo indietro, cercare di vedere la
situazione da un punto di vista esterno e non reagire in modo
impulsivo agli eventi. <span style="font-family: Verdana, sans-serif;">È</span> una
tecnica di autocontrollo, che ti permette anche di cambiare punto di
vista nei confronti di una persona o una situazione, per guadagnarci
in prospettiva. Non si impara dall'oggi al domani, cerco infatti di
metterla in pratica ogni volta che mi accorgo che sto per ricadere
negli stessi meccanismi del passato, anche nel mezzo di una
discussione già avviata. Insomma, alle volte basta resistere
all'urgenza di avere l'ultima parola.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mai
silenzio è stato più prezioso...</span></p>
leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-60093318302496196892020-10-06T08:00:00.009+02:002020-10-06T08:00:03.763+02:00Sandro Veronesi<p style="text-align: justify;">
</p><p align="RIGHT" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">È</span>
andata così. Bisogna anche fidarsi di come s'inclina il mondo, ogni
tanto.</i></span></p>
<p align="RIGHT" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Sandro
Veronesi</i></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Se
devo pensare a un libro o a un autore che rappresenti l'estate che si
è appena conclusa, quella di quest'anno sarebbe sicuramente l'estate
in cui ho letto Sandro Veronesi.</span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Complice
una “libreria” a cielo aperto, in un santuario in montagna, che vende libri usati a un euro
l'uno e un secondo premio Strega appena
conquistato, sia io che mio marito ci siamo contemporaneamente
accinti alla lettura dello stesso autore, scambiandoci libro, Kindle
e impressioni.</span></div>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">“<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Caos
Calmo”</b></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Protagonista
un uomo poco più che quarantenne, Pietro Paladini, un ottimo lavoro,
una compagna e una figlia di dieci anni, durante un'estate al mare
vede la sua vita sconvolgersi e decide, una volta tornato in città,
di rimanere tutti i giorni, dopo averla accompagnata, fuori dalla
scuola della figlia in attesa della sua uscita. Questo gesto strano,
visto da chi lo conosce quasi con accondiscendenza in considerazione
di quello che gli è capitato, diventa però un punto fermo per le
vite di molti. Pietro, che ha avuto il coraggio di fermarsi, sembra
incarnare una qualche forma di saggezza e la gente, presa come è
dalla vita frenetica, inizia a fargli visita, a raccontargli le
proprie pene, condividere racconti della propria vita, a chiedere
consigli. Come se Pietro, in questa sua improvvisa staticità, mentre
tutti si affannano da una parte all'altra, fosse diventato padrone
del tempo e conoscesse tutte le risposte.</span></p><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">In
questa attesa di Pietro si compie una verità: l'accettazione della
natura umana.</span>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">“<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Il
colibrì”</b></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ancora
un uomo protagonista assoluto di questo secondo Premio Strega.
Avendolo letto di seguito al primo, ho come avuto l'impressione che
l'autore abbia voluto allargare lo sguardo e raccontare, invece di un
singolo episodio, tutta un'esistenza intera, riprendendo in mano il
tema centrale: il cercare di rimanere fermi, saldi, nonostante i
colpi inferti dalla vita. La parola infatti che ho avuto in mente
durante tutta la lettura è stata: resilienza. Marco Carrera, il
protagonista del libro, non è risparmiato da lutti, tragedie,
perdite atroci e amori impossibili, eppure cercherà sempre di
rimanere in equilibrio, perché sopravvivere non significhi vivere
meno. Perché come dice l'epigrafe, la stessa, che apre entrambi i
libri:</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Non
posso continuare. Continuerò.</i></span></p>
<p align="RIGHT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Samuel
Beckett</i></span></p>
<p style="text-align: justify;"> </p>leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-3446873749109994302020-09-25T11:08:00.001+02:002020-09-25T17:09:40.312+02:00Le infinite possibilità<p style="text-align: justify;">
</p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><span face="Verdana, sans-serif">È</span>
stata un'estate complicata, piena di tante, troppe notti insonni.
Sono stata male, mentalmente ed emotivamente e questo,
inevitabilmente, si è ripercosso sul mio fisico e il mio stato di
salute.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Ma
è anche stata un'estate ricca di rivelazioni, su di me e alcune
dinamiche che metto in atto, sul rapporto che ho con me stessa e con
gli altri. <span face="Verdana, sans-serif">È</span> come se fossi
riuscita per la prima volta a leggermi profondamente dentro, a
vedermi da lontano, parte di un insieme. Non tutto quello che ho
visto e vissuto mi è piaciuto ma, per la prima volta, non ho subito
passivamente. Non solo ho realizzato che qualcosa andava cambiato,
non mi sono limitata a lamentarmi come facevo di solito, ho
incominciato a cercare il cambiamento. Cerco, proprio così, perché
non so bene dove andare, come fare, ma non sto ferma, ci provo. Il
mio obiettivo è me stessa e il mio stare bene. Sano egoismo, lo
chiamano.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Non
sono mai stata così propositiva e determinata. Di solito mi
concentravo sui miei difetti per giudicarmi senza alcuna pietà, per
la prima volta questa estate non li ho visto come parti granitiche di
me da accettare passivamente, ma come qualcosa che dovevo e potevo
cambiare. Non mi sono depressa per come sono, non mi sono sentita
mancare la terra sotto ai piedi per la perdita di alcune certezze nel
momento in cui ho deciso di abbandonare la vecchia me, senza sapere
verso quale nuova me mi sarei incamminata. Tutto quello che ho
sentito e sento è la forza, immensa, delle infinite possibilità.
Posso fare ed essere ciò che voglio. Il futuro non è mai stato così
bello.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Non
è facile. Quando intraprendi questo tipo di cammino le persone
intorno a te si ribellano: non ti riconoscono più e rivogliono
indietro la vecchia te, anche con tutti i tuoi difetti. Ci vuole
molta forza di volontà, molte energie, tanta concentrazione per non
perdere di vista l'obiettivo e non cedere al canto delle sirene, che
ti riporterebbero indietro. Sono in mezzo al mare, in mezzo alla
tempesta, ma ho saldo il timone e lo sguardo rivolto in avanti.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">In
tutto questo ne ha risentito anche il blog, questo luogo faceva
parte, una parte molto importante e bella, della mia vecchia me.
Vorrei portarlo con me, ma non ho ancora capito come. Sento che se
continuassi a scriverlo come facevo prima, sarebbe un freno, un
legame col passato che io invece voglio lasciarmi alle spalle.
Inoltre, da quando ho smesso di scriverlo, ho iniziato a tenere un
diario, segno inequivocabile che non riesco a stare senza mettere i
miei pensieri nero su bianco. Il diario però è più intimo, scrivo
solo per me, non ci sono filtri e questo mi permette di raggiungere
livelli di chiarezza altissimi. In questo momento ho bisogno di
scrivere un diario.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">Perché
vi racconto tutto questo? Per riprendere un dialogo, per mantenere un
contatto, perché alcuni di voi su Instagram mi hanno detto che gli
manca il blog e mi hanno resa felice dicendomelo, perché mi manca
condividere le mie letture (tra l'altro, quando scrivo dei libri che
leggo poi me li ricordo meglio), perché quando si intraprende un
viaggio si fanno le valige e si sceglie che cosa portare via con sé,
e io vi voglio portare con me; mi avete tenuto compagnia in tante
avventure (anche e soprattutto in quelle brutte) e siete stati
ottimi compagni di viaggio.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif">L'intenzione
c'è, la buona volontà anche, ora non mi rimane che mettere in
pratica.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><i></i></span></p><blockquote><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><i>Si
crede che, quando una cosa finisce, un'altra ricomincia
immediatamente. No. Tra le due cose, c'è lo scompiglio.</i></span></p>
<p align="RIGHT" style="margin-bottom: 0cm;"><span face="Verdana, sans-serif"><i>Marguerite
Duras</i></span></p>
<p style="text-align: justify;"> </p></blockquote><p style="text-align: justify;"></p>leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-70167231012839091022020-05-14T11:51:00.000+02:002020-05-14T11:51:00.045+02:00Il mio programma del Salone del Libro 2020<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7WJh5GgFE8hz8uw5r8psUaupb5fjBlt1vDlU-5a1IsEsMs3zSCwN-DYrhWNxuhsGx6P0Cvgd2Tqy0-xBJDj4UVZ016EY-0kH8D__dqv7VCnuo4_0F78eOKt5W-syOkF9KC7unyrZ8iAs/s1600/salto2020.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="220" data-original-width="229" height="307" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7WJh5GgFE8hz8uw5r8psUaupb5fjBlt1vDlU-5a1IsEsMs3zSCwN-DYrhWNxuhsGx6P0Cvgd2Tqy0-xBJDj4UVZ016EY-0kH8D__dqv7VCnuo4_0F78eOKt5W-syOkF9KC7unyrZ8iAs/s320/salto2020.png" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Tutti
abbiamo avuto “il momento”, l'attimo in cui abbiamo capito che la
situazione era davvero seria, che la storia del Covid non era una
cosa passeggera, qualche giorno a casa e poi si ritorna alla vita
normale. Il mio momento è stato quando hanno ufficializzato che
quest'anno il Salone Internazionale del Libro di Torino non ci
sarebbe stato. Ricordo di aver guardato sconsolata mio marito, con le
lacrime che spuntavano dagli occhi e lui che mi diceva <span style="font-family: Verdana, sans-serif;">«</span>Ma
davvero pensavi si sarebbe tenuto?<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">»</span>.
Ho ciondolato tutto il giorno presa dallo sconforto.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">I
giorni sono passati, la tristezza anche, e ho pensato a un mio modo
per celebrare comunque il Salone (ve lo racconterò prossimamente).
Sono contenta che anche quelli del Salone non abbiano ceduto allo
sconforto e abbiano pensato di far incontrare gli amanti della fiera e
dei libri. Qualcuno ha avuto da ridire (c'è sempre qualcuno che ha
qualcosa da ridire, che vita triste questi eterni scontenti), ma io
sono piemontese e noi diciamo mej che nient, meglio che niente.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Come
ormai da tradizione, eccomi quindi a condividere con voi il mio
programma del Salone del libro, gli appuntamenti che, tra tutti,
hanno attirato la mia attenzione e che cercherò di seguire. <a href="https://www.salonelibro.it/ita/" target="_blank">QUI</a>
trovate il programma completo (al momento in cui scrivo il programma
di domenica è ancora in divenire, ecco perché non ho segnato
nulla.) Ho anche aggiunto il link ai titoli dei libri, se siete
curiosi di sapere qualcosa in più.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Giovedì
14 maggio</b></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">19:00
Ad aprire l'edizione di questo Salone Extra, così è stato
battezzato, sarà Alessandro Barbieri che interrogherà la Storia con
“Conseguenze inattese”.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Venerdì
15 maggio</b></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">12:05
Alice Keller e Veronica Truttero leggeranno e parleranno del “<a href="https://www.sinnos.org/prodotto/le-disavventure-del-barone-von-trutt/" target="_blank">Le disavventure del Barone Von Trutt</a>” edito da Sinnos.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">13:55
Anselmo Roveda racconta “<a href="https://www.edt.it/libri/atlante-delle-avventure-e-dei-viaggi-terra-e-mare" target="_blank">Atlante delle avventure e dei viaggi per terra e per mare</a>” edito da EDT-Giralangolo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">17:30
Annie Ernaux in dialogo con il suo traduttore Lorenzo Flabbi.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">19:30
Francesco Piccolo leggerà in anteprima un estratto dal suo nuovo
libro “<a href="https://www.einaudi.it/catalogo-libri/narrativa-italiana/narrativa-italiana-contemporanea/momenti-trascurabili-vol-3-francesco-piccolo-9788806231569/" target="_blank">Momenti trascurabili vol.3</a>” edito da Einaudi.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Sabato
16 maggio</b></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">10:05
Roberto Arduino e Ottavio Fatica si confrontano sulla nuova
traduzione de “<a href="https://www.bompiani.it/catalogo/il-signore-degli-anelli-le-due-torri-9788830102712" target="_blank">Il Signore degli anelli</a>” edita da Bompiani.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">10:40
Ocean Vuong, autore di “<a href="http://www.lanavediteseo.eu/item/brevemente-risplendiamo-sulla-terra/" target="_blank">Brevemente risplendiamo sulla terra</a>”, edito da La nave di Teseo, conversa con
Claudia Durastanti sull'identità e sulle trasformazioni possibili
all'interno di una vita e di come queste possano avvenire anche
attraverso il lessico, quello familiare e quello che ci proietta nel
mondo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">12:25
Lucia Sorbera in dialogo con Hoda Barakat, autrice di “<a href="http://www.lanavediteseo.eu/item/la-ragazza-che-guardava-lacqua-2/" target="_blank">Corriere di notte</a>”, edito da La nave di Teseo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">16:40
Salman Rushdie parla del suo ultimo romanzo “<a href="https://www.mondadoristore.it/Quichotte-Salman-Rushdie/eai978880472240/" target="_blank">Quichotte</a>”, edito da
Mondadori, con Paolo Bertinetti.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">17:30
Paolo Cognetti in dialogo con Gabrielle Filteau-Chiba sul tema
dell'incontro tra il bosco e il sé.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">19:45
Nadia Fusini ci accompagna metaforicamente nella stanza di Virginia
Woolf.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mai
come ora abbiamo bisogno di continuare a credere nel futuro e i libri
sono un valido aiuto per immaginarlo. Ci “vediamo” online.</span></div>
leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-6501698919233563432020-05-04T08:00:00.000+02:002020-05-04T08:00:03.798+02:00I libri che non vi ho detto 4 - Famiglia <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6FHxZfvrVUVgfS7dQ0IN11347wvK856S47B0gFCrL3CPO5icrSQM189IO969wx0mFvQ5et7arfDHVplAL3C00Q2CPh1IrJgCbeKEC9k2tsKdNUDsZ9MfU-byDtUgkGjFE7hEVKhwxn90/s1600/leparoleverranno_postit.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="756" data-original-width="756" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6FHxZfvrVUVgfS7dQ0IN11347wvK856S47B0gFCrL3CPO5icrSQM189IO969wx0mFvQ5et7arfDHVplAL3C00Q2CPh1IrJgCbeKEC9k2tsKdNUDsZ9MfU-byDtUgkGjFE7hEVKhwxn90/s320/leparoleverranno_postit.JPG" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Col
rischio, direi quasi certezza, di ripetermi, i libri per me non sono
solo fonte di svago e intrattenimento, ma anche un modo per cercare
delle risposte o, ancora più corretto, una visione delle cose,
magari e soprattutto diversa dalla mia; un punto di vista, una
sfumatura, o le parole che a me non vengono per descrivere qualcosa
che sto vivendo. <span style="font-family: Verdana, sans-serif;">È</span> raro che
un libro mi deluda, al massimo mi annoia, però riesce sempre a farmi
riflettere e a farmi sentire in qualche modo arricchita. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Trovo
utili i post che consigliano libri in base a un tema e ho pensato
così di proporvi, in questo periodo difficile, obbligati a stare
chiusi nelle nostre case, lontani e vicini dai nostri cari, tre libri che, ognuno a modo proprio, parlano di genitori, figli e famiglia.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Natalia
Ginzburg “Famiglia”</b></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">È</span>
un'autrice che sto (ri)scoprendo recentemente e mi piace davvero
molto la sua scrittura: asciutta, precisa e sbrigativa, come una
madre che non ha tempo da perdere perché è molto impegnata a star
dietro a lavoro e famiglia. Spesso, inoltre, le vicende che narra
sono autobiografiche. Non è il caso di questi due lunghi racconti,
quello che da il titolo al libro e “Borghesia”. Vicende di
smarrimento e di crisi che hanno per protagonisti due nuclei
familiari della Roma degli anni settanta. Natalia Ginzburg racconta
di antieroi, sempre sul punto di uscire dal torpore che li avvolge.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Richard
Ford “Tra loro”</b></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Titolo
bellissimo che descrive in due parole come possiamo sentirci noi
figli nei confronti dei nostri genitori, che diventano tali solo dopo
il nostro arrivo e che quel tempo “prima”, quando erano solo una
coppia, rimane sempre un po' un mistero. Richard Ford cerca di
ricostruire quel prima, scrivendo un ritratto per ognuno dei
genitori, sottolineando così l'importanza del singolo all'interno
della diade madre-padre.</span></div>
<blockquote class="tr_bq">
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>...
sono stato un ragazzo cresciuto da due persone molto diverse tra
loro, ognuna delle quali aveva da inculcarmi una prospettiva
separata, si sforzava di agire di concerto con l'altra e possedeva
due dei quattro occhi attraverso i quali io cercavo di vedere il
mondo.</i></span></div>
</blockquote>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Paul
Auster “L'invenzione della solitudine”</b></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">L'improvvisa morte del padre mette
di fronte l'autore ad un altrettanto improvviso bisogno di mettere
per scritto la vita di questo uomo schivo e solitario. Un viaggio sul
viale dei ricordi, un ritratto di famiglia e una commossa riflessione
sulla difficoltà di essere figli e padri. Un doloroso quadro di un
rapporto mai davvero esistito, di uomo che aveva sempre rifuggito
qualsiasi tipo di contatto, un individuo che non ha lasciato tracce.</span></div>
<blockquote class="tr_bq">
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Era
un uomo invisibile nel senso più profondo e più concreto:
invisibile agli altri, e molto probabilmente anche a se stesso. Se da
vivo continuavo a sondarlo cercando in lui il padre che non c'era,
sento ancora il bisogno di cercarlo da morto. La sua morte non ha
cambiato nulla. L'unica differenza è che mi manca il tempo.</i></span></div>
</blockquote>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mi auguro di avervi incuriosito,
spinto alla lettura di uno di questi volumi e che nascano riflessioni
se non epifanie su di voi e la vostra, di famiglia.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Se vi piacciono questi post di libri
<i>a tema</i>, non esitate a chiedermi un argomento, sarò felice di
cercare delle letture da consigliarvi.</span></div>
<br />
</div>
leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-46531415845234226032020-04-21T12:44:00.000+02:002020-04-21T12:44:30.273+02:00Ancora Virginia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvZFlh6_chYO7j5aotUxD9-spw_9Hf-dFb5DwU1jhs54yIL-GCRNFS-hULT-pMR-RC7yzWXGvP2hFYxsf6sSJPpdo7uwc_LY2BSIDg5xSVZmm957X4uIBDcea8WXXE2axuuu3Cget2iRE/s1600/leparoleverranno_vitaevirginia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="720" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvZFlh6_chYO7j5aotUxD9-spw_9Hf-dFb5DwU1jhs54yIL-GCRNFS-hULT-pMR-RC7yzWXGvP2hFYxsf6sSJPpdo7uwc_LY2BSIDg5xSVZmm957X4uIBDcea8WXXE2axuuu3Cget2iRE/s320/leparoleverranno_vitaevirginia.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ho
finito di leggere da poco un libro riguardante Virginia Woolf e,
avendone letti altri di cui non vi ho ancora parlato, ho pensato di
raccoglierli tutti insieme in un unico post.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ho
notato che la mia <i>conoscenza sulla materia Virginia Woolf</i><span style="font-style: normal;">
si è molto ampliata in quest'ultimo periodo e mi sono data questa
spiegazione, oltre al fatto che ho letto molto su di lei: si è
trattato di libri scritti da persone che l'hanno conosciuta di
persona, o i loro familiari, e che, per questo motivo, hanno una voce
in qualche modo più</span><i> veritiera</i><span style="font-style: normal;">,
meno accademica e teorica. Inutile aggiungere che ne sono più
innamorata e affascinata che mai.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Leonard
Woolf “La mia vita con Virginia” ed. Lindau</b></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Chi può conoscerla meglio del
marito che ha vissuto per molti anni a stretto contatto con lei e che
di lei si è preso cura a 360°? Avevo già fatto la conoscenza di
Leonard Woolf scrittore quando avevo letto “La morte di Virginia” (<a href="https://leparoleverranno.blogspot.com/2019/05/la-morte-di-virginia.html" target="_blank">QUI</a>)
e anche in questo volume si conferma un bravissimo narratore. Forse
tende a dilungarsi e a divagare un po', ma è bravissimo a tracciare
un preciso racconto di che cosa è stata la loro vita insieme.
Fornisce inoltre preziose informazioni su che cosa significhi
guadagnarsi da vivere come scrittore e come editore, sia dal punto di
vista pratico che economico. E poi che vita culturalmente
entusiasmante che hanno vissuto!</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Non vi nascondo che sto prendendo in
considerazione di leggere la sua autobiografia.</span></div>
<blockquote class="tr_bq">
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Né
lei né io ci siamo mai presi una giornata di vacanza, a meno che non
fossimo malati o non partissimo per una vacanza vera e propria, per
così dire autorizzata. Ci sarebbe sembrato non solo sbagliato, ma
addirittura spiacevole non lavorare ogni mattina, per sette giorni la
settimana e per circa undici mesi l'anno. Tutte le mattine, dopo
colazione, verso le nove e mezza, ce ne andavamo entrambi a
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">«</span>lavorare<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">»
- come spinti da un imperativo inderogabile - fino all'ora di pranzo,
all'una. È sorprendente quanto si può produrre in un anno, si
tratti di ciambelle o di libri, di pentole o di quadri, se si lavora
con impegno e professionalità, per tre ore e mezzo ogni giorno, per
330 giorni. Ecco perché, nonostante tutti i suoi problemi, Virginia
riuscì a scrivere così tanto.</span></i></span></div>
</blockquote>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Nino
Strachey “Stanze tutte per sé” ed. L'ippocampo</b></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questo libro l'ho nominato già
diverso volte, ma non lo avevo ancora letto tutto dall'inizio alla
fine. L'autrice, imparentata con la famiglia di Lytton Strachey, tra
i fondatori del gruppo di Bloomsbury, è, tra le altre cose, a capo
della ricerca per il National Trust. Che dire, se non che questo
volume è davvero un gioiello, sia per le meravigliose fotografie al
suo interno, ma anche per come racconta i proprietari attraverso le
loro case; come hanno deciso di ristrutturarle, arredarle e
decorarle, da chi si sono lasciati consigliare, le correnti
artistiche che li hanno ispirati. E attraverso le mura che li hanno
ospitati, il libro ci dona un nuovo sguardo sugli scrittori e artisti
Eddy Sackville-West, Virginia Woolf e Vita Sackville-West.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Cercando qualche informazione
sull'autrice, ho scoperto che è previsto per il 2021 il seguito,
basato questa volta sulla seconda generazione di Bloomsbury. Non vedo
l'ora di leggerlo!</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">
</span></div>
<blockquote class="tr_bq">
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Uniti
da un intimo intreccio di rapporti umani e sociali, Eddy, Virginia e
Vita crearono tra il Kent e l'East Sussex tre dimore che sfidavano le
convenzioni dell'epoca.</i></span></div>
</blockquote>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>V.
Woolf, V. Sackville-West “Scrivi sempre a mezzanotte”, a cura di
Elena Munafò, Donzelli Editore</b></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Terminato di leggere “Stanze tutte
per sé”, in cui veniva già ampiamente nominata l'amicizia tra
Virginia Woolf e Vita Sackville-West, mi è venuto spontaneo
approfondirla con questo libro, che ha un unico e importantissimo
pregio: raccoglie in ordine cronologico il lungo epistolario di più
di cinquecento lettere che le scrittrici e amanti si sono scambiate
nel corso del tempo, fino all'ultima, di Virginia, pochi giorni prima
che si togliesse la vita. Così disposte si ha il privilegio di
assistere al botta e risposta, se così vogliamo chiamarlo, e a come
da conoscenza, si trasforma in passione, per poi passare all'amore e
all'amicizia. Un sodalizio lungo tutta una vita, un legame forte e
generoso, che ha avuto influenza anche sulle loro opere letterarie
(Vita era uno degli autori della Hogarth Press, la casa editrice di
Virginia e Leonard Woolf). Pochi hanno la fortuna di vivere
un'amicizia così, confesso di aver provato molta invidia.</span></div>
<blockquote class="tr_bq">
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
…<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>,
ho un milione di cose non tanto da dirti, quanto da rovesciarti
addosso.</i></span></div>
</blockquote>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Insomma, se ancora non vi ho
invogliato a leggere qualcosa di o su Virginia Woolf, non posso che
prendermene tutta la colpa.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-78230443800371040502020-04-11T18:28:00.000+02:002020-04-11T18:28:00.886+02:00La mia versione della storia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjs_NmzG6hlgBXBHakun_Gsrj9i9-DDHSS7fi4JkxkWfBJyfAPAk57btKc7EXsDgPnz5ZbZOj27Nn4svgmgTRLfS69cKw308oaSlfxitzSvbJcnFL1RmVvypa2PRwJH-15JF5ruB3Md_I0/s1600/leparoleverranno_coniglio.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="945" data-original-width="756" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjs_NmzG6hlgBXBHakun_Gsrj9i9-DDHSS7fi4JkxkWfBJyfAPAk57btKc7EXsDgPnz5ZbZOj27Nn4svgmgTRLfS69cKw308oaSlfxitzSvbJcnFL1RmVvypa2PRwJH-15JF5ruB3Md_I0/s320/leparoleverranno_coniglio.JPG" width="256" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sono
diversi giorni che rifletto se scrivere, cosa scrivere, perché
scrivere. Di solito, quando lo faccio, è perché sento una forte
spinta e motivazione dentro di me, quel famoso <i>qualcosa da dire</i><span style="font-style: normal;">.
Mi rendo conto però che il periodo che stiamo vivendo è molto
complesso, molto sfaccettato e che, soprattutto, non tutti lo stiamo
vivendo allo stesso modo. Ci sono così tante variabili, così tante
questioni e campi che vengono toccati, è veramente difficile
prenderli in considerazione tutti, è impossibile fare un discorso
generale che possa arrivare a tutti e che non ferisca nessuno.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Però
è anche vero che io non l'ho mai fatto, e non ho neanche mai cercato
di farlo; questo blog è il mio sguardo sul mondo, unico, soggettivo.
Capita che qualcuno vi si riconosca, oppure che trovi uno spunto per
provare anche lui a guardarlo in quel modo. Condividere il mio
sguardo è l'unica cosa che posso e so fare.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;">Inizierei
dal fatto che sono grata. Proprio così, sono immensamente grata. Mio
marito ed io ce lo siamo detti più volte in questo periodo. Noi e i
nostri cari stiamo tutti bene (e speriamo di continuare così),
abbiamo una casa accogliente in cui ci sentiamo al sicuro, abbiamo la
fortuna di avere un piccolo giardino dove stare all'aperto e un
terrazzo su cui stiamo pranzando, facendo merenda, lavorando e
facendo i compiti. Sembro l'unica ad essere preoccupata del fatto
della solitudine di VV, perché anche se lei ammette di sentire la
mancanza dei suoi coetanei, non l'ho mai vista così serena.
Assistere poi alla magia della sua fantasia e dei lunghi giochi che
si inventa da sola è bellissimo. </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;">È</span></span><span style="font-style: normal;">
una bravissima studentessa e non vi nascondo che mi piace molto
organizzare le sue ore di studio e trovare attività ed esercizi per
approfondire gli argomenti e soddisfare la sua curiosità. Stiamo
facendo finalmente i lavori di riparazione della casa che rimandavamo
da troppo tempo e li stiamo facendo noi, trovando anche molta
soddisfazione nel farli. Ci dilettiamo in cucina, guardiamo film,
serie tv, leggiamo molto, guardiamo video di biblioteche o librerie
che leggono albi illustrati.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Se
pensate che mi stia vantando state interpretando male. Riconoscere le
mie fortune è una forma di rispetto verso chi non le ha. La famosa
frase “Quando siete felice fateci caso” di David Foster Wallace
può essere declinata in vari modi, la gratitudine è una di questi.
Questo tempo che stiamo trascorrendo insieme è un dono.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Non
dimentico il contorno, non sono così ingenua o superficiale, così
come non sono chiusa nella piccola bolla del mio mondo: ci sono i
malati, ci sono i morti, c'è chi sta per perdere il lavoro e chi
l'ha già perso. C'è mia madre a casa da sola, che sembra reagire
bene, ma chi può davvero saperlo, magari mente, per non farci
preoccupare.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">E
adesso tiro le fila. La cosa più assurda per me di questa situazione
è che io l'ho già vissuta. Solo che ero l'unica ad essere malata,
non il mondo intero. Credetemi quando vi dico che per me è pazzesco
rivivere attraverso tutti voi, quello che ho passato io: la paura, la
rabbia, l'impotenza, la mancanza di un futuro. Credetemi quando vi
dico che, dalla mia esperienza, l'unica cosa che possiamo fare è
fare del nostro meglio con quello che abbiamo. Credetemi quando vi
dico che la stessa storia può essere raccontata in tanti modi e vi
invito a cercare di vedere e raccontare il buono e il bello. Non
abbiate paura del fatto che la vita non sarà mai più la stessa
perché domani non è mai uguale a oggi e voi avete il potere di
(provare a) renderlo migliore.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;">Ieri
durante la cena ho chiesto a VV se le sarebbe piaciuto leggere un
libro insieme e le ho suggerito di andare a sbirciare tra i miei
libri di bambina/ragazzina. </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;">È</span></span><span style="font-style: normal;">
tornata con “Piccole donne”. Alla veneranda età di 41 anni ho
iniziato a leggere per la prima volta “Piccole donne” (l'avevo
diverse volte preso in mano e poi abbandonato dopo poche pagine, lo
trovavo noioso e sdolcinato).</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il
primo capitolo si chiude con le quattro sorelle raggruppate attorno
alla madre mentre legge la lettera del padre dal fronte di guerra;
che si conclude così:</span></div>
<blockquote class="tr_bq">
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">...
ricorda loro che nell'attesa si possono compiere tanti lavoretti,
così che molte giornate dolorose non saranno trascorse inutilmente.”</span></div>
</blockquote>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questo
il mio augurio per Pasqua: facciamo in modo che tutto questo dolore
non sia stato inutile.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Vi
abbraccio, Francesca</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
</div>
leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-294110396720957060.post-49349006416960261512020-03-23T08:00:00.000+01:002020-03-23T08:00:19.183+01:00Passerà<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyFUjFSOoY2zXgoOuEyZQtqmGNC4PY9B12LgMqTUSAFhLDIGaHUneBo_sB1zO7sfTDqClogoJuSE3SopwZY9qDAksElxvcR05Ml4TSR1m_7VonkwpWI7ofdAg8eWAoD-GwSAS8BCjisZ0/s1600/leparoleverranno_soffio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="683" data-original-width="1024" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyFUjFSOoY2zXgoOuEyZQtqmGNC4PY9B12LgMqTUSAFhLDIGaHUneBo_sB1zO7sfTDqClogoJuSE3SopwZY9qDAksElxvcR05Ml4TSR1m_7VonkwpWI7ofdAg8eWAoD-GwSAS8BCjisZ0/s400/leparoleverranno_soffio.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Solitudine,
impotenza, il sentirsi in balia degli eventi, la paura dell'ignoto,
sentirsi privati della libertà e della quotidianità, non riuscire a
pensare e lontanamente immaginare un futuro, avere paura di ammalarsi
e di morire o che questo possa accadere a un proprio caro. Sono tutte
sensazioni che immagino ognuno di noi, chi più chi meno, stia
provando in questi giorni e che stanno rendendo complicato il
trascorrere del tempo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Anch'io
ho i miei momenti no, ma molto meno, perché sono tutti sentimenti
che ho già vissuto sulla mia pelle grazie, sarebbe più corretto
dire a causa, della malattia. Questo momento storico che stiamo
vivendo mi trova, in un certo senso, più preparata.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Vorrei
esistesse una formula magica così da poterla condividere con voi,
per aiutarvi a stare meglio ma, anche stendessi un decalogo in dieci
punti, sarebbe solo la mia esperienza, quello che ho imparato dal
momento in cui mi è stata diagnosticata la malattia, il ricovero in
ospedale e poi la convalescenza.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sono
giorni e giorni che ci penso su che cosa potrei dirvi, che cosa
potrei consigliarvi ma non mi viene in mente nulla, se non appunto
quanto ho vissuto sulla mia pelle. E allora sono andata a ritroso nel
mio blog, cercando i post più significativi, con la speranza che
anche una sola semplice frase possa esservi di conforto, farvi
sentire meno soli, darvi speranza, suggerirvi un nuovo punto di
vista.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Se
vi sentite in colpa per la rabbia e i sentimenti negativi che
provate, oppure in colpa perché impotenti (può essere un lato
positivo) leggete <a href="https://leparoleverranno.blogspot.com/2017/02/tre-cose-che-ho-imparato-grazie-alla.html" target="_blank">QUI</a>.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Se
vi sentite paralizzati, non riuscite a fare nulla e rimandate tutto a
data da destinarsi, <a href="https://leparoleverranno.blogspot.com/2017/03/il-momento-sbagliato.html" target="_blank">QUI</a> vi spiego perché, se si può, è meglio non
rimandare.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Se
siete stanchi e annoiati da questa quotidianità, <a href="https://leparoleverranno.blogspot.com/2017/01/normal-day_9.html" target="_blank">QUI</a> vi racconto
come cambiare il vostro sguardo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="https://leparoleverranno.blogspot.com/2017/04/condividere-la-solitudine.html" target="_blank">QUI</a>
invece spiego quanto, paradossalmente, sia importante condividere il
senso di solitudine.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La
mente può essere la nostra peggiore nemica, <a href="https://leparoleverranno.blogspot.com/2019/10/il-posto-che-piu-fa-paura.html" target="_blank">QUI</a> ho condiviso con voi
tre trucchi che ho imparato per metterla a tacere.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Io
ogni tanto mi rifugio nella bolla. L'ho chiamata così perché mi
sento avvolta e protetta. Giorni in cui penso solo a me stessa, mio
marito e mia figlia, i miei cari e non molto altro. Puoi svegliarti
la mattina e andare a dormire senza sapere per forza il numero esatto
di contagiati o morti. Puoi preoccuparti delle tue faccende
quotidiane, che cosa cucinare per pranzo, quale film guardare dopo
cena e nient'altro. Non c'è nulla di male a non essere informato per
qualche tempo. Non fai del male nessuno, anzi ti proteggi se ti senti
vulnerabile. Non abbiamo scelta e allora perché non isolarsi
davvero, fino in fondo. Chissà che cosa si scopre.</span></div>
<blockquote class="tr_bq">
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Non
sarai triste per sempre</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>per
sempre</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>è
l'unica cosa che dura per sempre.</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Quando
la volta del cielo notturno</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>si
stende su di te</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>guardala</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>vedi
l'oscurità e la vastità</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>della
sua tristezza</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>tieni
gli occhi fissi su di lei</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>osserva</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>il
sole che si fa strada</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>guarda
come persino lei, la grande e maestosa volta del cielo,</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>cambia
con</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>il
nuovo giorno.</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Anche
questo passerà.</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="RIGHT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Cleo
Wade</i></span></div>
</blockquote>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
leparoleverrannohttp://www.blogger.com/profile/10243483654664902308noreply@blogger.com0