venerdì 30 novembre 2012

Sotto coperta


Un piccolo piacere che mi concedo qualche volta durante il fine settimana è il lusso, dopo essermi alzata e aver fatto colazione, di ritornare nel letto ancora caldo a leggere.
Vi auguro un fine settimana di avvolgenti letture.

(Quadro via Etsy)


martedì 27 novembre 2012

A Sight

Mi capita spesso di leggere qualcosa e poi di salvarlo, ricopiarlo, stamparlo e perderlo di vista. Altrettanto spesso mi dimentico di segnare la fonte, mi scuso in anticipo per la mia poca precisione.
Questi brani rispuntano nei momenti più impensati, alle volte con un tempismo perfetto. E' da poco passata la giornata contro la violenza sulle donne e trovo che queste parole, da parte di un uomo, facciano molto riflettere. Ho pensato potesse essere interessante condividerle con voi e sarei molto felice di sapere la vostra opinione.

To be born a woman has to be born, within an allotted and confined space, into the keeping of men. The social presence of women is developed as a result of their ingenuity in living under such tutelage within such a limited space. But this has been at the cost of a woman's self being split into two. A woman must continually watch herself. She is almost continually accompanied by her own image of herself. Whilst she is walking across a room or whilst she is weeping at the death of her father, she can scarcely avoid envisaging herself walking or weeping. From earliest childhood she has been taught and persuaded to survey herself continually. And so she comes to consider the surveyor and the surveyed within her as the two constituent yet always distinct elements of her identity as a woman. She has to survey everything she is and everything she does because how she appears to men, is of crucial importance for what is normally thoght of as the success of her life. Her own sense of being in herself is supplanted by a sense of being appreciated as herself by another... One might simplify this by saying: men act and women appear. Men look at women. Women watch themselves being looked at. This determines not only most relations between men and women but also the relation of women to themselves. The surveyor of woman in herself is male: the surveyed female. Thus she turns herself into an object – and most particularly an object of vision: a sight.

John Berger

Tradotto letteralmente da me:

Essere nata donna significa essere nata, all'interno di uno spazio assegnato e limitato, sotto la custodia degli uomini. La presenza sociale di una donna si è sviluppata come il risultato della loro ingenuità nel vivere sotto questa tutela all'interno di uno spazio limitato. Ma questo al costo dello sdoppiamento del suo essere in due. Una donna deve costantemente osservare se stessa. E' quasi continuamente accompagnata dall'immagine che lei ha di sé stessa. Che cammini attraverso una stanza o pianga alla morte di suo padre, non può quasi evitare di immaginare se stessa camminare o piangere. Fin dalla più giovane età le è stato insegnato ed è stata persuasa di controllare continuamente sé stessa. E così è arrivata a considerare l'osservatore e l'osservato dentro di sé come due costituenti, ma ancora sempre ben distinte parti, della sua identità come donna. Lei deve osservare tutto ciò che è e tutto ciò che fa a causa di come lei appare agli uomini, perché è di importanza cruciale per quello che è normalmente considerato il successo della sua vita. Il suo senso di essere sé stessa è soppiantato dal senso di essere apprezzata come sé stessa da un' altro... uno può semplificare questo dicendo: gli uomini agiscono e le donne appaiono. Gli uomini guardano le donne. Le donne guardano loro stesse venire osservate. Questo determina non solo la maggior parte delle relazioni tra uomini e donne ma anche le relazioni delle donne con loro stesse. L'osservatore di una donna dentro di sé è uomo: l'osservato è donna. Così lei trasforma se stessa in un oggetto – e soprattutto in un oggetto di osservazione: uno spettacolo.


giovedì 22 novembre 2012

Una gioiosa frenesia di carta

Oggi il blog compie due anni. Oggi che ho la testa altrove, i pensieri in disordine, lo sguardo senza orizzonte. Per fortuna in mio soccorso viene la mia scrittrice preferita ed ecco, con le sue parole, che cosa è per me “Le parole verranno”:

Vorrei che tu vedessi la mia stanza in questo istante, una cupa sera invernale: i miei amati libri col dorso di pelle, così belli, ritti sugli scaffali, un bel fuoco, la luce elettrica, un'enorme massa di manoscritti, lettere, bozze, penne e inchiostri sul pavimento e un po' dappertutto. Fra una settimana ci sarà abbastanza disordine per uno sgombero generale, poi ricomincerò da capo, e poco alla volta ritornerò a una gioiosa frenesia di carta.

Virginia Woolf

E ci sarà sempre un cantuccio, vicino al fuoco, per accogliere chi avrà piacere di farmi una visita.

martedì 20 novembre 2012

Good Company


Da pochi giorni ho finito di leggere una raccolta di lettere scritte da Virginia Woolf; in realtà si tratta del primo di sei volumi, Virginia era una corrispondente prolifica. Trovai il secondo di questa raccolta parecchi anni fa in una bancarella di Portici di Carta. Quello che ho appena finito di leggere invece l'ho trovato per caso in una libreria di Torino, che vende solo libri usati o fuori catalogo, durante la settimana di festeggiamenti che mi ero regalata in occasione del mio compleanno. Quale migliore regalo?
E' stata una lettura lenta, impegnativa, lunga; del resto solo il primo volume è lungo più di 600 pagine e io ho il vizio di non leggere più libri contemporaneamente. Mi piace l'idea di immergermi completamente nella voce di un solo autore, amo che le mie giornate siano scandite dai suoi racconti e dalle sue parole.
E' stata una lettura istruttiva, quante cose ho imparato sull'epoca, le usanze e le abitudini, lo stile di vita; quante cose ho appreso su Virginia Woolf, sulla sua scrittura ovviamente, ma anche sul suo carattere, i suoi gusti in fatto di letture, come trascorreva le giornate, i suoi vizi, i suoi piaceri, i suoi capricci. Quanto era pettegola!
Mi sono ritrovata a provare un po' di nostalgia; adesso che di lettere non ne scriviamo più, quante cose andranno perse? Le e-mail, gli sms, vanno bene per scambiarsi veloci informazioni, notizie superficiali. Scrivere una lettere per me significa trovare il tempo per raccontarsi, per condividere qualcosa di noi, fermarlo nel tempo e permettere alla persona che la riceve di conoscerci meglio. Una lettera è un dono e uno scambio, è aprire uno spiraglio sulla nostra anima e permettere a chi la legge di venirci incontro.

Letter writing is the only device for combining solitude with good company.
Lord Byron


martedì 13 novembre 2012

Today

E' un mio grossissimo difetto: quando vivo delle situazioni irrisolte, sono come sospesa all'interno di un'enorme bolla, quasi incapace di vivere, come se fossi in letargo. Questo spesso mi impedisce anche di gioire delle cose belle che mi accadono nel frattempo.
Se poi quello che ho subito è un torto, uno sgarro, non riesco a smettere di crogiolarmi nel dolore, medito giustizia, parole non dette, frasi che vorrebbero essere schiaffi. Ci sono momenti, sarà capitato anche a voi, in cui la vita sembra accanirsi in modo particolare e l'unica cosa che riesco a fare è domandarmi disperatamente perché, senza che ci sia risposta alcuna.
Non amo vivere nelle situazioni di stallo, ma una volta chiusa la porta, impiego sempre un po' a varcare quella nuova. Non sono brava a gettarmi tutto dietro alle spalle, per molto tempo il mio passo risente della pesantezza di “ciò che è stato”.
Avevo trascritto una frase nel mio quaderno che dice:

Don't let yesterday take up too much of today.
Will Rodgers
Sto disperatamente cercando di metterla in pratica.