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venerdì 11 dicembre 2015

Colonna sonora


Il cd di Natale dell'anno scorso siamo andati avanti ad ascoltarlo in loop fino a primavera inoltrata. Poi abbiamo scoperto le raccolte di canzoni per bambini: da “Giro giro tondo” al “Gioca Jouer” passando per “La bella lavanderina” e “Quaranta quattro gatti”. Abbiamo festeggiato i due anni in compagnia di Alanis Morissette. Il viaggio a Berlino questa estate, andata e ritorno, l'abbiamo fatto ascoltando l'audio libro “Le avventure di Itamar”. Poi è stata la volta di Rihanna e il suo famosissimo brano che per noi è diventato “La nanna, camon!”, compagno ora di ogni spostamento in auto. Da qualche tempo ha preso a pulsare forte in VV la vena da ballerina classica, con mia somma goduria, e tutti i giorni ci sono repliche di balletti sulle note della colonna sonora de “Il meraviglioso mondo di Amelie”. Ma, Natale è di nuovo qui.
E' tradizione familiare ascoltare canzoni natalizie mentre si fa l'albero e si decora la casa. Dopo alcune, forti, proteste iniziali, ci siamo imposti con la forza... ahem... siamo riusciti a convincere VV a cambiare musica, nel vero senso della parola. Per fortuna, le canzoni in questione hanno fatto subito colpo e, ormai anche questa una tradizione, in questi giorni le ascoltiamo in continuazione da mattina a sera. 

 
Si tratta di una raccolta delle più celebri e tradizionali melodie natalizie, alcune cantate proprio da bambini, cosa che VV ama molto. Il cd è accompagnato da un libro al cui interno sono riportati i testi delle canzoni, accompagnati da belle illustrazioni, e anche le musiche, così da poterle, volendo, anche imparare a suonare.


Come scrivono nell'introduzione:
E' l'atmosfera familiare l'elemento che rende caldo e ricco di significati il Natale, insieme alle luci, ai colori e ai suoni di questa festa antica... Pagine colorate da sfogliare per lasciarsi affascinare dai simboli che di anno in anno rinnovano l'atmosfera del Natale, parole e musiche dei brani che siamo abituati a sentire ma che forse non conosciamo per intero, da imparare e da cantare tutti insieme, grandi e piccini...

Il volume e il cd “Canzoni di Natale. Melodie da tutto il mondo”, venduti insieme, li ha acquistati mia madre in un mercatino dell'usato (perché dare via libri del genere?!) e al momento non risultano disponibili (ho controllato su Amazon e IBS) ma, sono sicura che sia possibile trovare qualcosa di simile; vi consiglio vivamente l'acquisto e poi l'ascolto, rigorosamente ininterrotto, fino a non poterne più!

lunedì 28 settembre 2015

Comunque sarà gloria

 

E così è arrivato l'autunno. Programmi? I buoni propositi li abbiamo già condivisi; idee invece su come trascorrere questa nuova stagione? Ci pensavo e ripensavo, a quello che ci aspetta, le cose belle come i colori infiammati delle foglie, le castagne, il piacere di indossare i primi maglioni, quello di accoccolarsi sotto una coperta, tenere in mano una tazza fumante di tè. Ma anche gli aspetti brutti come le giornate più corte, il brutto tempo, i primi malanni (qui non abbiamo perso un attimo, il raffreddore ha bussato alla porta la sera della vigilia), la minore possibilità di stare fuori. In mezzo a tutto questo, per me, si prospettano settimane impegnative, un cammino fatto di incognite, passi incerti e un po' di affanno. Basta poco per soccombere, per vedere solo il lato nero, il bicchiere mezzo vuoto. Ho avuto un assaggio anche di questo e non mi è piaciuto, non voglio più cadere, ogni volta rialzarsi diventa sempre più difficile. Sento di avere risorse sufficienti in me e voglio utilizzarle per non affondare, voglio usarle prima per prevenire e non dopo per curare. Sento che è giunto il momento di dimostrare a me stessa quanto posso essere forte, propositiva, che so agire e non solo subire gli eventi. Ma voglio anche avere i piedi ben piantati per terra, essere realistica e non fare voli pindarici con la mente.
Continuavo a pensarci ma idee concrete per questo autunno non arrivavano. Poi mi sono domandata: ma la natura d'autunno che fa? Si prepara a morire. Semplice e tragico. Non si fa mille seghe mentali, non piange su quello che poteva essere e non è stato, non si preoccupa di quello che sarà. Si incammina verso la morte. Si abbandona al suo destino e lo fa in tutto il suo splendore, con tanto di fanfara. Si veste d'oro e bronzo. E' bellissima. Lo fa perché sa che solo così potrà rinascere a nuova vita.
Ho scoperto di essere in perfetto orario. Ho intrapreso un cammino, alla ricerca di una nuova vita e una nuova me stessa. Ora è giunto il momento di lasciarmi un po' morire. Devo solo proseguire, non devo inventarmi nulla, non devo scovare nessuna strategia, nessuna idea. Farò come l'autunno, mi vestirò d'oro e di bronzo e cercherò di risplendere. Sarò bellissima anch'io, mentre muoio.
E levo questa spada
Alta verso il cielo
Giuro sarò roccia contro il fuoco e il gelo
Solo sulla cima
Attenderò i predoni
Arriveranno in molti
E solcheranno i mari
Oltre queste mura troverò la gioia
O forse la mia fine comunque sarà gloria

Marco Mengoni

lunedì 7 settembre 2015

Safe up here

La critica non è scienza: non mi aspetto che i critici separino le loro emozioni da quello che recensiscono.

David Foster Wallace
Quando ho letto questa frase ho tirato un sospiro di sollievo; se è giusto aspettarsi dai critici un coinvolgimento emotivo, ancora di più è lecito per me che critico non sono. Ogni volta che mi accingo a scrivere di un libro che ho letto sono sempre in dubbio se aggiungere un breve riassunto della trama ad uso e consumo di chi mi legge perché a me, detto in parole povere, non me ne frega niente di farlo. Quando scrivo di un libro quello che voglio mettere nero su bianco, quello che voglio ricordare, soprattutto a me stessa, sono le emozioni che mi ha trasmesso. Mi rendo conto però che spesso sono un po' criptica... Ora però posso affermare di scrivere sull'onda dell'emozione!
Di “Colomba” di Dacia Maraini, ad esempio, mi sono piaciute molte cose: come fosse incentrato soprattutto sui personaggi femminili, come fosse intrigante leggere le avventure di queste donne più o meno imparentate e come fosse interessante venire a conoscenza di come si vivesse tempo addietro sui monti dell'Abruzzo.
Quello però che mi ha regalato un brivido dietro la schiena, alcune sere mi ha pure fatto un po' paura, è stato seguire la nonna di Colomba, Zaira, mentre vagava da sola per le montagne alla ricerca della nipote. Con qualsiasi tempo, pioggia, neve, nebbia, freddo, sole, seguivo questa anziana signora inerpicarsi per sentieri, tra rocce, rovi, burroni e guadi. Lei senza paura, perché il desiderio di trovare la nipote era più forte di ogni timore, io col fiato sospeso, terrorizzata potesse capitarle qualcosa o potesse fare un brutto incontro.
A regalarmi le emozioni più forti era, però, immaginare di essere io là, nel bosco, da sola: un misto tra repulsione e forte desiderio. Sparire, non farmi trovare mai più, scappare, non lasciare traccia di me, essere sola, non dover pensare ad altro che a me stessa, superare il confine tra l'essere al sicuro e il pericolo, ciò che sono io e l'estraneo, tra l'ambivalenza di ciò che sono e quello che potrei essere. E questa possibilità di essere altro da te è il regalo più bello che ti possa fare un libro.
We live on a mountain
Right at the top
There's a beautiful view
From the top of the mountain
Every morning I walk towards the edge
And throw little things off
Like car-parts,
Bottles and cutlery
Or whatever I find lying around
It's become a habit
A way to start the day

I go through all this
Before you wake up
So I can feel happier
To be safe up here with you

It's early morning
No-one is awake
I'm back at my cliff
Still throwing things off
I listen to the sounds they make
On their way down
I follow with my eyes 'til they crash
Imagine what my body would sound like
Slamming against those rocks
When it lands
Will my eyes
Be closed or open?

I go through all this
Before you wake up
So I can feel happier
To be safe up here with you
Bjork



mercoledì 19 agosto 2015

La mia pagina bianca

Davanti a una pagina bianca
Davanti a tutto quello che manca
E con in testa un pensiero solo
Un pensiero disteso
Raso al suolo
Come una specie di telecomando
Per tornare a dove, tornare a quando…
L'aria sul viso pungeva
E la terra sotto ai piedi scottava
E a me davvero non importava
Era tutto perfetto
Sognare in un letto e…
Non volere niente…
Non cercare niente…

E guardare il cielo per trovare un motivo
Da restituire al mondo
E gli gridavo almeno porta via
Questa rabbia così se io non ci riesco
Saprò che tu l’hai data al vento…
Non volevo niente
Non sapevo niente
Elisa

Un anno che non ci sei. Un anno che ci sei.

sabato 6 giugno 2015

Citizen of the Planet


Alla mia bambina. Alla sua determinazione e cocciutaggine, al suo spasmodico bisogno di indipendenza, a tutti i suoi «Faccio io!», «No, da sola!». Alla sua curiosità, alla sua voglia di avventura e di scoperta, al suo desiderio letterale di scalare il mondo. Ai suoi baci morbidi al gusto di burrocacao. Ai tutti i suoi «Io sono grande!» e «Mamma, manina...». Al suo acuto spirito di osservazione e l'orecchio fine che non le fanno sfuggire niente, alla sua fantasia, allegria, dolcezza e sensibilità. All'amante degli animali, di trattori, gru ed escavatori, che scappa spaventata al rumore di una moto e che con i suoi soldini comprerebbe brioches, pan goccioli e wurstel (ma non diciamolo alla pediatra).
Alla mia bambina, che mi obbliga ad ascoltare la stessa canzone tutto il giorno tutti i giorni e di cui ha imparato le parole a memoria, le dedico quella stessa canzone. Con lei è nato un mondo. Buon compleanno, bambina mia!

I start up in the north, I grow from special seed
I sprinkle it with sensibility
From French and Hungarian snow
I linger in the sprouting until my engine's full
Then I move across the sea
To European bliss, to language of poets
As I cut the cord of home, I kiss my mother's mother
Look to the horizon
Wide eyed, new ground
Humbled by my new surroundings
I am a citizen of the planet
My president is Kwan Yin
My frontier is on an airplane
My prisons, homes for rehabilitating
Then I fly back to my nest
I fly back with my nuclear
But everything is different
So I wait
My yearn for home is broadened
Patriotism expanded by callings from beyond
So I pack my things, nothing precious
All things sacred
I am a citizen of the planet
My laws are all of attraction
My punishments are consequences
Separating from source the original sin
I am a citizen of the planet
Democracy's kids are sovereign
Where the teachers are the sages
And pedestals fill with every parent
And so, the next few years are blurry
The next decade's a flurry of smells and tastes unknown
Threads sewn straight through this fabric
Through fields of every color, one culture to another
And I come alive and I get giddy
And I am taken and globally naturalized
I am a citizen of the planet
From simple roots through high vision
I am guarded by the angels
My body guides the direction I go in
I am a citizen of the planet
My favorite pastime edge stretching
Besotten with human condition
These ideals are borne from my deepest within.

martedì 26 agosto 2014

Accanto a me


La vita è come un film. Quante volte l'abbiamo detto o pensato? E chissà quanti tra noi avranno visto questa scena.
Un'ambulanza chiamata d'urgenza, lei quasi priva di sensi ma ancora abbastanza vigile da vedere e capire che cosa le sta succedendo; che con le poche forze che le rimangono in corpo piange e dice che non vuole morire. Il marito al suo fianco fino all'ingresso della sala operatoria, lei che si vede sfilare la fede dal dito e consegnarla al marito, un ultimo sguardo e l'ultimo pensiero a lui, che sarà seduto fuori, ad attendere da solo con un anello, e alla bambina lasciata a casa coi nonni, di cui si ha ancora nell'orecchio il richiamo incessante mentre la vedeva accasciata a terra. “Mamma! Mamma! Mamma!...”
Cambiano i personaggi, i numeri dei figli, quello ad essere operato d'urgenza magari è lui, ma questa scena mi sembra di averla vista e rivista tante volte. Solo che adesso l'ho anche vissuta.
Nei film a lieto fine i protagonisti ne escono cambiati, più saggi, più consapevoli, più presenti. Dicono che esperienze del genere non solo ti stravolgono la vita, te la fanno apprezzare di più. Certo, sono cose che richiedono tempo, mica si cambia dall'oggi al domani, eppure...
Mi dicono che devo essere contenta, perché sono ancora qui a raccontarlo; perché sono ancora qui con mio marito, con mia figlia e la mia famiglia, eppure...
Continuo a ripetermi, nei momenti di lucidità, che devo gioire dei doni che la vita mi ha dato, eppure...
Eppure sono qui, è vero, ma con una mano sulla cicatrice che ogni giorno, ogni ora, ogni minuto mi ricorda quello che la vita mi ha tolto e l'altra mano sulla guancia, dove mi ha preso a schiaffi, che le domando: “Ma perché? Che ti ho fatto?”

A lungo ho pensato (e ho davvero avuto molto tempo per pensare, immobile nel letto d'ospedale) se condividere o meno, qui sul blog, un evento così personale. Ma ci sono cose che segnano il tempo. C'era un primo e c'è un dopo. Ora è il tempo del dopo.

Non basta un raggio di sole in un cielo blu come il mare
perché mi porto un dolore che sale che sale
Si ferma sulle ginocchia che tremano e so perché
E non arresta la corsa lui non si vuole fermare
perché è un dolore che sale che sale e fa male
Ora è allo stomaco fegato vomito fingo ma c’è
E quando arriva la notte e resto sola con me
La testa parte e va in giro in cerca dei suoi perché
Né vincitori né vinti si esce sconfitti a metà
...
Lo stomaco ha resistito anche se non vuol mangiare
Ma c’è il dolore che sale che sale e fa male
Arriva al cuore lo vuole picchiare più forte di me
Prosegue nella sua corsa si prende quello che resta
Ed in un attimo mi scoppia la testa
Vorrebbe una risposta ma in fondo risposta non c’è
E sale e accende gli occhi il sole adesso dov’è
Mentre il dolore sul foglio è seduto qui accanto a me
Che le parole nell'aria sono parole a metà
Ma queste sono già scritte e il tempo non passerà

Arisa

venerdì 6 giugno 2014

Un pezzetto per me


La prima volta che ho sentito questa canzone ho pianto; Vittoria aveva pochi mesi e il suo primo compleanno sembrava così lontano. Mi commuovo ancora, ogni volta che la sento, ma mai come in questi ultimi giorni. E' una gioia vederla crescere e diventare sempre più indipendente, conoscere il suo carattere (e che caratterino...), condividere le sue conquiste e scoperte. Non posso fare a meno però di provare un po' di rimpianto, per tutto quello che è stato e non sarà mai più.

Sarà difficile diventar grande
prima che lo diventi anche tu
tu che farai tutte quelle domande
io fingerò di saperne di più
sarà difficile
ma sarà come deve essere
metterò via i giochi
proverò a crescere

sarà difficile
dire tanti auguri a te
a ogni compleanno
vai un po' più via da me

Sarà difficile vederti da dietro
sulla strada che imboccherai
tutti i semafori
tutti i divieti
e le code che eviterai
sarà difficile
mentre piano ti allontanerai
a cercar da sola
quella che sarai

Sarà difficile
lasciarti al mondo
e tenere un pezzetto per me
e nel bel mezzo del
tuo girotondo
non poterti proteggere
sarà difficile
ma sarà fin troppo semplice
mentre tu ti giri
e continui a ridere

A modo tuo
andrai
a modo tuo
camminerai e cadrai, ti alzerai
sempre a modo tuo
A modo tuo
vedrai
a modo tuo
dondolerai, salterai, cambierai
sempre a modo tuo
Elisa


Buon primo compleanno, bambina mia.

venerdì 14 marzo 2014

I'll build a Castle


Ogni tanto non ho idee. Oppure le ho ma mi manca l'ispirazione, o il tempo, o la voglia (quanto tempo è che non gioco a vegeto davanti alla televisione...)
Ma oggi (voi lo leggerete domani, cioè di venerdì) è stata proprio una buona giornata e ho voglia di darmi una pacca sulla spalla per come ho gestito una situazione che, di solito, mi avrebbe mandata nel panico più totale. Ho solo fatto la prima mossa di quella che si prospetta una partita a scacchi, potrei perdere ma la verità è che ho già vinto, con me stessa. E voglio scriverlo, per ricordarmelo, per tutti quei momenti in cui ricadrò nel mio solito buco nero da pessimista cosmica senza autostima quale io spesso sono.
Non lo so come ho fatto ad auto sabotarmi, ma ci sono riuscita e per questo mi merito una pacca sulla spalla e magari anche un “dammi un cinque”.
Voglio ringraziare i miei pensieri felici (mio marito e mia figlia), la giornata di sole e una canzone arrivata al momento giusto, poco prima di parcheggiare, che mi ha detto di fare di questo giorno un giorno speciale, in cui avrei lottato e non avrei mollato.

Stones in the road? I save every single one, and one day I'll build a castle.

Nemo Nox
E, nell'indecisione, vi auguro un fine settimana con qualche pietra ma soprattutto pacche sulle spalle.

(Foto scattata subito dopo la mia mossa di scacchi, non ero solo io l'incredula!)


mercoledì 5 marzo 2014

So unsexy

Premessa: questo post l'ho scritto qualche giorno fa poi, per una serie di congiunzioni astrali, non ho potuto pubblicarlo. Avrete notato che sto cercando di scrivere con una certa costanza, di preciso il lunedì, il mercoledì e il venerdì. Quindi sì, programmo i post, magari li scrivo di getto ma poi decido io quando pubblicarli. Insomma, pareva brutto fare uscire l'ennesima lagna in un giorno di festa per me e mio marito (anche se ormai credo lui ci abbia fatto il callo, alle mie lagne... Forse anche voi, ora che ci penso...). Però ormai l'ho scritto e voglio condividerlo.

E poi ci sono giornate così, in cui tutti sono più bravi, belli, interessanti e intelligenti di te. Giorni in cui ti senti poco desiderabile, inutile e inconcludente. Dove sei tu la prima a non piacerti, a non volerti, a non amarti.
Solo che non lo sai, non te lo sai spiegare. O forse non lo vuoi ammettere. Perché non è bella l'invidia, non è una cosa di cui andare fieri. Ma poi ascolti le parole di una canzone e non hai più scuse, quella canzone parla di te a te. La cruda verità. Vai anche a cercare il testo, per essere sicura di aver capito bene. E sì, proprio non ti sbagliavi.

Oh these little rejections how they add up quickly
One small sideways look and I feel so ungood

Oh these little rejections how they seem so real to me

How these little abandonments seem to sting so easily
I'm 13 again am I 13 for good?

I can feel so unsexy for someone so beautiful
So unloved for someone so fine
I can feel so boring for someone so interesting
So ignorant for someone of sound mind

Oh these little protections how they fail to serve me

Oh these little defenses how they fail to comfort me

When will I stop deserting baby?
When will I start staying with myself?

Oh these little projections how they keep springing from me
I jump my ship as I take it personally
Oh these little rejections how they disappear quickly
The moment I decide not to abandon me

Alanis Morissette
E aspetti con ansia e trepidazione, il momento in cui non diserterai te stessa, in cui inizierai a stare dalla tua parte, in cui deciderai e riuscirai a non abbandonarti. Ora, almeno, sai che non sei la sola ad essersi sentita così.


domenica 8 dicembre 2013

Tutta una vita

Due giorni fa hai compiuto sei mesi. Non so come sia possibile che sia passato già mezzo anno...


Tu sei l’attesa
Sei la sorpresa
Tu sei una sfida
Sei arrivata per cambiare tutta una vita
Sei la pazienza
La luce riflessa

Sei la verità
Tu sei la fine
Tu sei il principio
Tu sei lo spazio che mi separa da tutti i mali
C’è un oceano di motivi per essere felici
...
Quando sorridi scopro cos’è la felicità

Elisa

venerdì 28 dicembre 2012

Un anno di "Le parole verranno"

Pochi giorni fa mi sono divertita a ripercorrere questo ultimo anno, così com'è nel mio blog, e ho scelto i post che per me sono i più significativi.
Spero faccia piacere anche a voi, questo piccolo amarcord...

A gennaio ho imparato ad essere coraggiosa, libera e sincera in “If You Want to Write”. Febbraio è trascorso in compagnia di Sylvia Plath e il suo “Rigirarsi le parole in testa”. Momenti difficili a marzo mi hanno fatto desiderare “Una poesia anche per me”. Aprile è stato il mese dell'amore, anzi “The History of Love”. Maggio lo ricordo come il mese delle amicizie, nate su internet e diventate realtà a quello che è stato “Il Salone degli incontri”. Giugno l'ho dedicato interamente a Virginia Woolf, le ho scritto una lettera “Mortificata” e l'ho riscoperta in “La nuova Virginia”. Luglio è stato un altro mese complicato per me e avrei voluto che “In un attimo già domani”... Ma agosto, settembre e ottobre, grazie a “Un libro e 90 centimetri di altezza”, “Donne che corrono con i lupi” mi ha regalato “Piedi nuovi”. Novembre l'ho trascorso in “Good Company” e dicembre... bhe a dicembre il dono più bello con “Lo dico con un libro 3”.

Ho fatto tanta strada, in compagnia dei miei amati libri e vostra, e riguardandomi in dietro, mi sono resa conto che mai come in questo anno ho compiuto passi da gigante. Il cammino è ancora lungo, sono solo all'inizio del mio percorso, ma credo di aver trovato la direzione giusta.
Mi regalerò ancora qualche giorno di vacanza, continuerò quindi ad essere poco presente sul blog, ma non mancheranno gli auguri di fine anno.

Ti porterò sempre nel mio cuore 2012, sono caduta tante volte, ma sono fiera delle mie cicatrici.

sabato 7 luglio 2012

In un attimo già domani

Arrivo a casa, indosso le cuffie, inserisco la funzione shuffle e come per magia, è nuovamente una canzone ha dare voce ai miei sentimenti...
E' stata una settimana difficile.


...affanculo ogni nemico
Che io vinca o che io perda
è sempre la stessa merda


...
Questa vita non guarda in faccia
e in faccia al massimo sputa
Io mi pulisco e basta con la manica della mia giacca
E quando qualcuno ti schiaccia
devi essere il primo che attacca.
Non ce l’ho mai fatta, ho sempre incassato,
E sempre incazzato, fino a perdere il fiato
Arriverà la fine, ma non sarà la fine
E come ogni volta ad aspettare e fare mille file
Con il tuo numero in mano
e su di te un primo piano
Come un bel film che purtroppo non guarderà nessuno.

Vorrei che fosse oggi, in un attimo già domani
Per ri-iniziare, per stravolgere tutti i miei piani,
Perché sarà migliore e io sarò migliore
Come un bel film che lascia tutti senza parole.



E mi son fatto rubare forse gli anni migliori
Dalle mie paranoie e dai mille errori
Sono strano lo ammetto, e conto più di un difetto
Quante ne vorrei fare ma poi rimango fermo,
Guardo la vita in foto e già è arrivato un altro inverno,
Non cambio mai su questo mai, distruggo tutto sempre
Vorrei che fosse oggi, in un attimo già domani
Per ri-iniziare, per stravolgere tutti i miei piani,
Perché sarà migliore e io sarò migliore
Come un bel film che lascia tutti senza parole.


Tiziano Ferro

mercoledì 21 marzo 2012

Una poesia anche per me

E’ tutto un inno alla primavera in questa giorni ma io, nonostante l’abbia aspettata e desiderata così tanto, non riesco ad unirmi a questi canti di gioia. Il mio seme non riesce a sbocciare, la mia terra è arida, il sole non riscalda. Ancora una volta le parole di una canzone vengono in mio soccorso e, coincidenza, non sapendo che proprio oggi è la giornata internazionale della poesia. Questa la dedico a me.
Forse non sai quel che darei
Perché tu sia felice
Piangi lacrime di aria
Lacrime invisibili
Che solamente gli angeli
san portar via


Ma cambierà stagione
ci saranno nuove rose


E ci sarà
dentro te e al di là
dell’orizzonte
una piccola
poesia


Ci sarà
forse esiste già al di là
dell’orizzonte
una poesia anche per te


Vorrei rinascere per te
e ricominciare insieme come se
non sentissi più dolore
ma tu hai tessuto sogni di cristallo
troppo coraggiosi e fragili
per morire adesso
solo per un rimpianto


Ci sarà
dentro te e al di là
dell’orizzonte
una piccola poesia


Ci sarà
dentro te e al di là
dell’orizzonte
una poesia anche per te


Perdona e dimenticherai
per quanto possa fare male in fondo sai
che sei ancora qui
e dare tutto e dare tanto quanto il tempo in cui il tuo segno rimarrà
questo nodo lo sciolga il sole come sa fare con la neve


Ci sarà
dell’orizzonte


Ci sarà
dell’orizzonte
anche per te


(Elisa)

lunedì 19 settembre 2011

It Pulls Beneath the Surface

L'ho già scritto, i testi delle canzoni sono perfetti per descrivere uno stato d'animo. Alcuni mi ritrovo a leggerli più e più volte. Perché anche se si è già passati per quei sentieri dell'anima, se quelle sensazioni ed emozioni le si ha già provate, ci si trova sempre impreparati quando si ripresentano.

Basta poco, un niente. La caduta di una piuma, il rotolare di un granello di sabbia, una goccia che increspa la superficie dell'acqua, una piccola crepa sul bordo. E la fortezza crolla.

Crawling in my skin
Consuming all I feel
Fear is how I fall
Confusing what is real

There's something inside me that pulls beneath the surface
Consuming.Confusing
This lack of self-control I fear is never-ending
Controlling. I can't seem

To find my self again
My walls are closing in
Without a sense of confidence and I'm convinced that there's just too much pressure to take
I've felt this way before
So insecure

Discomfort, endlessly has pulled itself upon me
Distracting. Reacting
Against my will I stand beside my own reflection
It's hauting how I can't seem...
Linkin Park



lunedì 2 maggio 2011

Non mi viene

E' un po' di giorni che mi gira in testa, come una poesia imparata a memoria, come la melodia di una canzone. Ma non posso averla ascoltata, perché il mio stereo continua ad essere rotto. E' uno stato d'animo che conosco molto bene e non avrei saputo trovare parole migliori per descriverlo.


If I make a lot of tinsel then people will want to
If I am hardened no fear of further abandonment
If I am famous then maybe I'll fell good in this skin
If I am cultured my words will somehow garner respect
I would throw a party still it woul not come
I would bike run swim and still it woul not come
I'd go travelling and still it woul not come
I would starve myself and still it would not come
If I'm masculine I will be taken more seriously
If I take a break it would make me irresponsible
If I'm elusive I will surely sought after often
If I need assistance then I must be incapable
I'd be filthy rich and still it would not come
I would seduce them and still it would not come
I would drink vodka and still it would not come
I'd have an orgasm still it would not come
If i accumulate knowledge I'll be inpenetrable
If I'm aloof no one will know when they strike a nerve
If I keep my mouth shut the boat will not have to be rocked
If I'm vulnerable I will be trampled upon
I would go shopping and still it would not come
I'd leave the country and still it would not come
I would scream and rebel still It would not come
I would stuff my face and still it would not come
I'd be productive and still it woul not come
I'd be celebrated still it would not come
I'd be the hero and still it would not come
I'd renunciate and still it woul not come

Alanis Morissette

domenica 10 aprile 2011

Questa è la storia di Betty tossica

Il mio stereo è rotto. Non legge più i cd. La radio e le musicassette invece le posso ancora ascoltare. In attesa di comprarne uno nuovo, quando sono stanca di ascoltare la radio, apro la scatola dove avevo relegato le musicassette e ne scelgo una, solitamente una di cui ho meno memoria in assoluto, così sono sicura di ascoltare canzoni che ho fatto in tempo a dimenticare. Uno si inventa davvero di tutto per avere delle sorprese e infatti qualche giorno fa ne ho avuta una davvero inaspettata.
Se vi ricordate il problema principale delle musicassette era che avevano una durata o troppo breve o, più spesso, troppo lunga rispetto alla lunghezza dell'album che si andava a registrare. Così c'era sempre in fondo, sul lato B, un vuoto da riempire, altrimenti bisognava mandare avanti per finire il lato ed era una vera scocciatura, una perdita di tempo e uno spreco di batterie, se si stava usando il Walkman. Allora quel vuoto si andava a riempire con altre canzoni di un altro album, nel mio caso in particolare senza davvero nessun nesso logico.
Infatti ieri nel lato B della musicassetta dei Pearl Jam sono spuntati fuori all'improvviso i Prozac +. Sorvolando su quale possibile perversione mi abbia portato a fare questo “abbinamento”, io avevo proprio rimosso (e qualcuno potrebbe aggiungere un “giustamente”) di aver posseduto e ascoltato nella mia adolescenza l'album di questo gruppo. Ricordo di averli ballati in discoteca all'apice del loro successo; infatti non mi vergogno di scrivere che quando è stata la volta di “Acido Acida” ho alzato il volume, per la gioia dei vicini, ma non ricordo di averli ascoltati nella solitudine della mia stanza da ragazzina. E' stato proprio un bel trip (per rimanere in tema) questa scoperta.
Tutto questo preambolo per dire questo: spesso le canzoni, oltre ad ascoltarle, mi piace leggerle. Trovo che alcuni testi siano piccole bellissime storie, che alcune riescano a descrivere perfettamente stati d'animo, attimi di vita, ecc. indipendentemente dalla melodia e dagli strumenti. Mi sembra che le parole di una canzone possano avere una vita propria e slegata dalla musica.
E l'altro giorno, “leggendo” i Prozac +, mi ha colpito questo brano:
Deciditi, sorriditi, guardati bene, ringraziati per esserci, fatti l'amore, rilassati ed ingrassati, prendi tutto se c'è, deriditi se serve a farti stare bene, gioisci per esistere, accontentati di te, sei tutto il tuo benessere, sei tutto il tuo male... Sorriditi, salutati quando ti vedi, regalati, regalati quello che vuoi di più.