venerdì 19 settembre 2014

My Way Home


Un paio di giorni fa ho letto una frase su Internet, diceva più o meno così: ottimista è una persona che se fa un passo avanti e due indietro non pensa sia un disastro, ma un cha cha cha. Quindi, senza saperlo perché non sono un'ottimista, sono giorni e giorni che ballo... Un mese oggi, per la precisione.
Sono rimasti in pochi a chiedermi come sto, così io non mi sento più tanto autorizzata a stare male. Il mondo ha deciso che la convalescenza è finita, sono guarita.
Forse. Non lo so se da un evento così si guarisca. Si va oltre, sicuramente. Se penso a quello che mi è successo mi viene ancora, ogni tanto, da piangere, ma ora le lacrime hanno un altro sapore. Rassegnazione, forse.
Oppure, conoscendomi, sto cercando di barare contro me stessa. Rimando, sposto il paletto un po' più in là, penso troppi “se”, mi aggrappo a troppi “forse”. Ho fretta di mettere il punto, chiudere il capitolo, voltare pagina. Eppure mi crogiolo, crogiolo, crogiolo... Ricado sempre nei miei soliti errori, i miei difetti, i miei tranelli mentali, le mie contraddizioni.
Se li mettessi su un piatto della bilancia, i momenti “si” e quelli “no” avrebbero lo stesso peso, perché convivono. Forse è questa la “guarigione”: bello e brutto, insieme, come le facce della stessa medaglia.
Per fortuna il web, questo vasto, immenso mondo dove spesso ho la sensazione di perdere il mio tempo, mi viene in aiuto; così, tanto inutile questo web non è.
Non ricordo neanche più come sono capitata su questo blog, “Enjoying the small things”, ma sono felice di aver incontrato questa donna che ha davvero il dono di trovare la bellezza ovunque e lezioni di vita nei piccoli eventi della vita quotidiana. Ecco che cosa ha imparato leggendo una fiaba ai suoi bambini:

Good stories have bad middles. When life hands over some terrible, horrible, no good, very bad days, you have to remember it's just a middle. And you're writing a good story. And when it's your story that has a bad middle, you get to be a part of writing the ending. Of making sure that the bad middle has a purpose and a resolution and a character that finds her way home.

Kelle Hampton
 
Tradotto (male) da me: Le belle storie hanno nel mezzo dei brutti eventi. Quando la vita ti consegna alcuni terribili, orribili, non buoni, davvero brutti giorni, devi ricordarti che è solo una parte. E tu stai scrivendo una bella storia. E quando è la tua storia ad avere un brutto momento, tu prendi parte nello scrivere il finale. Nel fare in modo che il brutto momento abbia uno scopo e una soluzione e un personaggio che ritrova la via verso casa.

E io voglio ritrovare la strada verso casa, una bella storia e un finale stupendo.

 


9 commenti:

  1. Le citazioni che scegli per i tuoi post sono sempre così belle che vorrei poterle conservare tutte! Questa poi è così piena di speranza! c:

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    1. Grazie Belle! Raccogliere citazioni è una mia grande passione, forse quella che coltivo da più tempo.

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  2. Cara Francesca, gli altri (ma chi sono poi questi altri? chi ci è vicino fa veramente parte di noi) tendono spesso a minimizzare i dolori, le perdite altrui. A me nessuno da tempo chiede mai come sto sul serio, per gli altri tutto è archiviato ma non per me. In fondo si è soli nella tempesta, le mani a cui aggrapparsi scompaiono in fretta, ed è giusto che sia così, perchè c'è un alto valore in noi che dobbiamo superarla sta maledetta tempesta. Seguo sempre il blog che citi, anche se spesso solo guardando le foto, a volte sono un po' perplessa: sembra tutto così edulcorato, mille colori, feste, amici... Non esistono autorizzazioni a stare male, perchè spesso non si scegli di stare male, si sta e basta, però si va avanti questo è un po' il trucco. In ogni caso quasi telepaticamente, oggi mi sono fatta coraggio e sono andata in posta (per andare in posta, almeno nella mia, c'è da farsi di valium prima) a spedirti una busta, spero ti rallegri un filino. Bacio Sandra

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    1. E ora muoio di curiosità e vergogna... Vergogna perché anch'io è da un po' che conto di scriverti, ma ovviamente ancora non l'ho fatto. Cercherò di recuperare. Baci.

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    2. ma che vergogna che siamo tra amici qui. bacio sandra

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  3. Siamo malati di fretta. Io lo chiamo "effetto aspirina": prendi la pastiglia e ti passa il mal di testa. Tutto facile. Tutto in cinque minuti. Che poi tu non ti stia curando davvero è secondario e, nella fretta, dopo un po' neanche te lo ricordi. Di fatto, tutto deve essere fatto di fretta, vissuto di fretta, interiorizzato di fretta. Un mese è una vita! Abbiamo perso il vero senso del tempo.
    Prenditi il tuo tempo, il tuo spazio. Non hai bisogno di autorizzazioni, hai bisogno di ascoltarti, qualsiasi cosa tu abbia da dirti. Un abbraccio.

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    1. Peccato che, a volte, sia io per prima a mettermi fretta...

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  4. Ti seguo da poco ma mi sono già affezionata a quello che scrivi, in cui spesso ritrovo me stessa. Se ho ben capito ciò che non riesci a dimenticare posso solo dirti che non c'è bisogno di dimenticare, ma di accettare, e da li ripartire. Continuerò a leggerti.

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    1. Grazie Down Under, mi fa davvero molto piacere quello che scrivi.

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