lunedì 8 settembre 2014

Non smettere


Questo libro l'ho conservato con cura. Ho atteso il momento giusto, quando sapevo sarei riuscita a leggerlo con calma, per molto tempo, sprofondandoci dentro, fino a quando ne avrei avuta voglia; non le solite due paginette prima di dormire «Giusto per dire a te stessa che anche oggi hai letto», come dice mio marito per prendermi in giro.
Vanessa e Virginia” di Susan Sellers è uno degli unici due libri che ho acquistato al Salone del Libro di Torino e ovviamente l'ho comprato perché, insieme alla sorella, ne è protagonista lei, la mia scrittrice preferita, Virginia Woolf. L'ho preso a scatola chiusa: non avevo letto recensioni, non ho letto la quarta di copertina, non l'ho sfogliato. Mi comporto così quando ho paura che il mio occhio cada su qualcosa che incrini il mio interesse, o lo inquini, o lo influenzi. Odio quando inizio a leggere un libro con in testa l'opinione troppo di parte di qualcun' altro.
Ricordo il pomeriggio che l'ho preso in mano: VV che dormiva beatamente nel suo lettino, il silenzio della montagna disturbato solo dalla pioggia, la penombra, l'acquolina in testa.
La prima sorpresa è stata la scoperta che il libro è scritto in prima persona, la voce narrante è quella di Vanessa, la sorella di Virginia; all'inizio ne ero disturbata, non so perché, così come non riuscivo ad accettare il suo punto di vista, mi sembrava di parte, devo aver pensato più volte «E' gelosa». Man mano che procedevo nelle lettura, però, ho incominciato ad apprezzare proprio questo particolare; sebbene romanzato, mi piaceva l'idea di un libro che mi facesse conoscere Virginia da un punto di vista esterno, anche se vicino come la sorella. E alla fine, sorpresa delle sorprese, ero felice e curiosa di conoscere meglio Vanessa: la donna, l'amante, la pittrice, la mamma. Virgina Woolf, la scrittrice, era passata in secondo piano.
Mi è venuta voglia di conoscere Vanessa Bell ancora di più; ho il desiderio di vedere i suoi quadri, così vividamente descritti nel libro che avevo come l'impressione di essere lì, accanto a lei, mentre dipingeva ma, soprattutto, vorrei avere la sua forza, la sua passione, quel fuoco sacro che ti brucia nell'anima e che ti da la forza e la spinta a coltivare la tua arte. Quell'arte che è un pezzo di te, scorre nelle tue vene, non puoi vivere senza. Ecco l'unica, preziosissima, cosa che avevano in comune le due sorelle, che me le fa tanto amare, e che ha reso il loro legame così forte, così speciale, così indissolubile.

Il mio occhio va alla finestra: rimango colpita da un tripudio di giunchiglie sotto i meli. Decido di portare fuori il cavalletto e di dipingere... Guardo il giallo, vivido e tangibile alla luce del sole. Hai ragione tu. Quello che conta è non smettere di creare.



2 commenti:

  1. L'aquolina per i libri è una delle sensazioni + belle della vita per me. bacio
    Sandra

    RispondiElimina