giovedì 22 febbraio 2018

Museo Nazionale della Montagna


Stavamo ammirando il bellissimo panorama su Torino, che si gode dalla vedetta, quando ci ha raggiunto un'operatrice: il museo stava per chiudere e lei stava facendo il giro per controllare non ci fosse qualcuno che si attardava, come noi ad esempio. Gentilissima, non ci ha messo nessuna fretta, anzi, ci ha confessato che sono in pochi ad essere a conoscenza della sua esistenza. «Vengono tutti a guardare la vista dalla terrazza o a visitare la chiesa. Eppure l'insegna è bella grande...»


Ci rimango sempre molto male quando scopro di realtà torinesi che vengono trascurate o, addirittura, completamente ignorate, invece che essere l'orgoglio della città e delle sue numerose e variegate offerte culturali. Sarà che per me l'aspetto culturale è molto importante, unito a una forte curiosità e voglia di fare sempre esperienze nuove; in questo la tessera musei che faccio da anni mi è molto di aiuto. Pur essendo, mi rendo conto, per alcuni inizialmente un investimento non da poco, con poche visite a mostre e musei il costo è subito ammortizzato e, possedendola, mi sento invogliata a visitarne molte di più, anche magari se non di mio interesse, tanto è “gratis”. Innumerevoli le piacevoli scoperte e sorprese che ho avuto nel tempo.


Il Museo Nazionale della Montagna "Duca degli Abruzzi" è ubicato lateralmente alla chiesa e al convento del Monte dei Cappuccini, in una posizione panoramica dalla quale si possono ammirare un lungo tratto di Alpi e la sottostante città. L'idea di costituire un Museo nacque nel 1874 tra i primi soci del Club Alpino Italiano che da un decennio era nato nella stessa città. Attualmente il Museo opera, con un'ampia e composita attività, sia a livello nazionale che internazionale. Vuole essere un polo culturale che unisca idealmente, sotto tutti gli aspetti, le montagne del mondo intero. Quindi, seguendo lo scopo prefissato, all'allestimento museografico fisso si aggiungono le esposizioni temporanee.


Alla vedetta, dove è stata aggiunta una terrazza panoramica esterna si conclude il nuovo percorso di visita, che idealmente vuole ricordare le origini del Museo, nato come punto di osservazione delle montagne. È ciò che si può vedere dalle finestre ad introdurre gli argomenti trattati e la visita si sviluppa come un'ascensione tra i colli e le vette che circondano la città, scelti per rappresentare simbolicamente temi quali la religiosità, le comunicazioni, il turismo e l'alpinismo, il Club Alpino Italiano, lo sci, gli sport invernali e lo sviluppo sostenibile. La salita finisce sulla terrazza, per poter ammirare a occhio nudo, osservando 400 chilometri di Alpi, ciò che prima è stato solo suggerito.


Le sale sono un po' spoglie e pochi sono i reperti storici, modellini o attrezzature, ma in ognuna di esse è presente un televisore da dove l'attore Giuseppe Cederna racconta della vita in montagna, come è cambiata nel tempo, di spedizioni e arrampicate, turismo e sport.


Periodicamente vengono allestite mostre sui più disparati argomenti; sono molto dispiaciuta di essermi persa quella sui foulard di montagna ma ho molto apprezzato la mostra fotografica “Segni di neve” di Riccardo Moncalvo (fino al 4 marzo) e mi ha messo l'acquolina in bocca quella sui “Menù delle montagne” (fino al 18 marzo).


L'ho trovato anche un museo a misura di bambino; Vittoria era affascinata dal panorama e non la smetteva di affacciarsi dalle numerose finestre, così come ha molto apprezzato i numerosi modellini, andando alla ricerca di posti e montagne a lei noti. L'essere andati a sciare proprio il giorno precedente forse ha aiutato nello stimolare la sua curiosità.
Insomma, tra una scalata e un menù a base di polenta, siamo usciti da lì con una gran fame, a conferma del fatto che: in montagna, il gusto ci guadagna.

2 commenti:

  1. Che bellezza di post e di foto, Francesca. E sì, la mostra menù di montagna mette fame e curiosità. Tu sei bellissima.
    Un abbraccio

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