lunedì 19 febbraio 2018

Tante storie, la mia storia


Avevo sempre pensato che, una volta finite le cure, in ospedale non ci avrei messo più piede, almeno mai più prima del controllo di routine. Invece non ho mai smesso di andarci.
Una volta al mese percorro lo stesso lungo corridoio che i miei piedi hanno fatto innumerevoli volte nei più disparati stati emotivi, entro nello stesso reparto le cui mura hanno contenuto le mie più segrete speranze e mi siedo tra le poltrone e i letti che fino a qualche mese fa avevano accolto me. Solo che io ora sono dall'altra parte. Apparentemente.
Quando la psicologa, che mi ha seguita nel lungo percorso della malattia, era venuta a sapere della mia grande passione per i libri e degli incontri che organizzavo all'interno del progetto Bookcoaching Torino, mi aveva confidato il suo desiderio di fare qualcosa di simile per i pazienti del day hospital oncologico dell'ospedale Mauriziano, io non ho esitato un attimo nel dare la mia disponibilità; con buona pace del mio buon proposito di non frequentare più ospedali.
È così che è nato “Tante storie la mia storia”: presso l’ospedale Mauriziano di Torino. Il progetto di ascolto e lettura nasce dalla collaborazione tra la Psicologia Clinica – dott.ssa Antonella Laezza – ed il Day Hospital oncologico – diretto dal professor Massimo Di Maio – all’interno di un percorso già in atto da tempo di Umanizzazione delle cure in Oncoematologia.
Trae spunto dalla considerazione del lungo tempo trascorso dai pazienti presso il Day Hospital, spesso l’intera giornata. Durante il trattamento ognuno trascorre il tempo come vuole o può: dormendo, leggendo, spesso chiacchierando con il caregiver che lo accompagna. Ma le ore sono lunghe… e la flebo attaccata al tuo braccio ti ricorda ogni istante il motivo per cui sei lì. Come rendere più lieve tale tempo? L’uomo da sempre ama le storie. Il racconto è parte della nostra storia e cultura, i racconti racchiudono esperienze, speranze, dolori. Da sempre l’uomo ha affidato alla narrazione la voglia di capire, condividere, sognare, essere consolato.
Da qui nasce l’idea di offrire ai pazienti, durante il trattamento in Day Hospital, uno spazio di ascolto di racconto. Di storie. Diversamente dalla lettura, che richiede una attenzione che non tutti i pazienti sentono di poter tenere, vi è un altro che racconta e il paziente può ascoltare la voce che narra. In seguito si condivide, ci si confronta, si immagina, si tessono i propri pensieri con le proprie identificazioni…
I brani sono scelti dall’équipe di psicologi dell’ospedale Mauriziano, in collaborazione con una paziente che ha sperimentato di persona il trattamento chemioterapico e sa cosa significa attendere durante la terapia, ma che ama la lettura e che conduce gruppi di lettura con una collega.

A lungo mi sono interrogata sul perché condividere questa iniziativa con voi. Sicuramente non lo faccio per sentirmi dire quanto sono brava a dedicare alcune ore a fare del bene al mio prossimo. Mi sembra anche superfluo sottolineare quanto facciano bene questi appuntamenti, così non fosse avremmo smesso di tenerli invece di aumentare i numeri degli incontri; che i libri, la lettura e le storie siano importanti lo sappiamo tutti noi, altrimenti non perdereste tempo a leggere questo blog. Forse sto scrivendo per raccontarvi l'effetto che questo ha su di me? Più volte mi avete ripetuto che questa è casa mia e che è giusto io scriva di quello che mi succede, ma per una volta vorrei smettere di essere così egoriferita.
Che cosa posso dirvi allora di loro, i pazienti che incontro ogni volta, così diversi e così uguali? Sembrerà paradossale, anzi lo è, ma nel pieno della sofferenza, della malattia, della paura e del dolore, sono loro a raccontare una storia, ogni volta diversa, ma con un ingrediente che le accomuna: la vita. Credo di stare per trasformarmi in una sorta di Pollyanna, che tra l'altro mi è sempre stata antipatica, ma sento di dovervelo rivelare: la vita è bella, nonostante tutto.
Solo che non basta che io ve lo dica, lo dovete scoprire da soli, sentire da soli. Spero vi riesca presto, perché la vita è anche corta.

I racconti che abbiamo letto finora:

Lorenzo Marone “La prima di tre donne irraggiungibili, tratto dal libro “La tentazione di essere felici
Raymond Carver “Cattedrale” dall'omonima raccolta di racconti
Paolo Cognetti “Educazione e cortesia in mare”, tratto dal libro “Manuale per ragazze di successo
Hans Christian Andersen “L'abete
Anna Paola Bosi “Superminiwonderwoman”, tratto da “Il colore delle donne
Valentina Stella “Cose vecchie”, dalla rivista “Carie letterarie” n.5

8 commenti:

  1. vivere è una scelta.
    un abbraccio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai riassunto in poche parole quello ho cercato di scrivere, con fatica e scarsi risultati. Grazie.

      Elimina
    2. "perché la vita è anche corta"
      Questa frase dovrei tatuarla in fronte.
      Grazie a te, donna coraggiosa.

      Elimina
    3. Dovrei tatuarmela anch'io perché, spesso, predico bene ma razzolo male...

      Elimina
  2. Bisogna che mi metta a sedere e legga con calma, bisogna che non perda una parola di questo tuo post.
    <3

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Prenditi tutto il tempo che vuoi, non vado da nessuna parte... :-)

      Elimina
  3. Ci vuole un gran cuore e tanto coraggio per ritornare in quelle stanze, ma non aggiungo altro perché non vuoi sentirti dire quanto sei brava e allora mi limito a commentare che è un'iniziativa bellissima e andrebbe replicata il più possibile.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti ringrazio.
      Gli incontri sono passati da uno al mese a due, di più per ora non è possibile perché, visto la delicatezza del luogo e del momento, deve sempre essere presente uno psicologo dell'ospedale.

      Elimina