mercoledì 20 maggio 2015

Mondo


Non ho ancora ben deciso con che ordine raccontarvi dei giorni trascorsi al Salone del Libro; penso andrò in ordine di giornate ma la verità è che, essendo mancata così tanto tempo da casa (domenica, anche se non sono andata al Salone, sono stata fuori tutto il giorno), non ho ancora avuto modo di raccogliere le idee. Prima le lavatrici, per fare un esempio, se non voglio soccombere... :-)
Di una cosa, però, vorrei scrivere subito e cioè di quello che ha fatto la differenza per me da tutte le altre edizioni del Salone a cui ho preso parte in passato: il tempo. Avevo finora sempre e solo dedicato a questo evento una giornata e questo mi aveva, per forza di cose, obbligata a scegliere tra il partecipare a qualche incontro o girare per gli stand; aveva sempre prevalso la seconda opzione. Evitando accuratamente i grandi editori, mi soffermavo con la precisione di un intagliatore agli stand della piccole e medie case editrici e non me ne staccavo fino a quando non avevo imparato a memoria tutto il catalogo.
Quest'anno ho fatto esattamente l'opposto: ho studiato con la precisione di un monaco miniaturista il programma del Salone e ho cercato di incastrare più incontri possibili. Sono stata a tutti gli incontri che vi avevo segnalato? No. Sono stata a tutti quelli che, in un secondo tempo, avevo segnato sul programma cartaceo? No. Il bello è stato anche seguire l'emozione di un momento, un frase che ti raggiunge sovrastando il frastuono (ma quanto è rumoroso il Salone???), un volto noto. Mi sono riempita le orecchie e il cuore di storie, esperienze, viaggi, incontri, vite vissute.
Sarà che da quando è nata VV sono stata a lungo nello spazio ristretto rappresentato da noi due, madre e figlia, dopo questi giorni al Salone, grazie al tempo a mia disposizione, ho capito che avevo bisogno di mondo: caotico, opprimente e disordinato ma mondo. Un mondo in grado di emozionarmi, commuovermi, di farmi sorridere, di insegnarmi qualcosa e di farmi venire voglia di imparare ancora. Un mondo che non mi ha fatta fuggire; nonostante la stanchezza, il sonno, il raffreddore e il mal di gola ho pensato: rimango ancora un po'.

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