lunedì 4 maggio 2015

At the Office


Su Instagram, a commento di una foto e una didascalia inneggianti alla festa del 1° maggio, ho letto: “Una festa senza il festeggiato!” e ho sorriso, amaramente. Di questi tempi avere un lavoro sembrerebbe essere diventato un lusso e le persone che ce l'hanno, solo per il fatto che ce l'hanno, devono sovente abbassare il capo, ringraziare e accettare le peggio cose. Perché bisogna tenerselo quel lavoro, bello stretto, anche se è come stare otto ore all'inferno, anche se sottopagato, sfruttato, denigrato, sottovalutato. Ringrazia che ce l'hai, è il sottinteso.
Ma non volevo fare una filippica, né del populismo, né inneggiare alla ribellione, né niente...
Pensavo tra me e me che cosa vorrei insegnare a VV sul lavoro. Adesso le dico che papà esce tutte le mattine per andare a lavorare perché ci servono i soldi per comprare da mangiare, i vestiti, una casa e le bollette. Se siamo fortunati, e ci avanzano dei soldi in più, possiamo comprare i giochi, i libri, le gite, le vacanze e il gelato. Quando sarà più grande cercherò di spiegarle che è giusto cercare di perseguire i propri sogni e di fare della propria passione un lavoro ma che solo i più bravi e i più fortunati ci riescono. Non sempre però il lavoro e la propria passione coincidono e non deve essere un problema. Si può e si deve lavorare con passione e si può e si deve avere cura delle proprie passioni come se fossero un lavoro.
Non cedere all'indolenza, alla pigrizia e alla mediocrità perché tanto un posto ce l'hai e nessuno te lo toglie. Non smettere di far valere i tuoi diritti perché temi invece di perderlo. Non mancare mai di rispetto a colleghi, collaboratori e superiori. Non farti mai mancare di rispetto. Svolgi qualsiasi mansione come se fosse importante (qualsiasi lo è, anche quella che ti sembra più svilente). Sii umile ma non accettare che non venga riconosciuto il tuo valore. Non spettegolare. Mangia in modo sano, bevi spesso e fai una pausa. Sii ordinata. Non smettere mai di imparare. Sorridi. Una volta timbrato il cartellino, lascia il lavoro al lavoro.
No man ever said on his deathbed I wish I had spent more time at the office.
Tradotto (male) da me: Nessun uomo ha mai detto sul letto di morte “Vorrei aver passato più tempo in ufficio”.

2 commenti:

  1. Lascerò anch'io il lavoro al lavoro... Concordo in tutto. Avrei una richiesta però. Non è che visto che i giochi, i libri, le gite, le vacanze e il gelato piacciono anche a me, se VV vi chiedesse un giorno un fratellino maggiore, molto maggiore, io sono disponibile. Dati i tempi...

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