lunedì 9 marzo 2015

Che cosa lasciamo?


A Torino c'è una via, in pieno centro città, sotto i cui portici sono raccolte numerose bancarelle dove è possibile comprare libri usati; edizioni di ogni età, anche recentissime, la maggior parte in buonissimo stato, come nuove, quasi tutte a metà prezzo o anche a meno.
Un pomeriggio della scorsa settimana da sola con mio marito, in una di quelle ormai rare occasioni, ho fatto una passeggiata proprio in quella via. Mai come in questi momenti realizzo pienamente, in una sorta di paradosso, come non siamo più solo noi due: l'assenza di Vittoria in questi casi è una presenza palpabile. Non ci ho ancora fatto l'abitudine, in alcuni attimi provo una forte nostalgia per ciò che eravamo come coppia e che non riusciamo ad essere più, nonostante i nostri sforzi. Il terzo incomodo su cui il discorso va sempre a finire, il cui pensiero ci fa sorridere, sospirare e scoppiare il cuore d'amore. Ci guardiamo innamorati... di lei, il frutto del nostro amore.
Passeggiando mi sono soffermata per caso su una di queste bancarelle e due libri in particolare hanno attirato la mia attenzione. Avrete fatto caso come da un po' di tempo a questa parte io sia particolarmente interessata al tema del tenere e del lasciare andare; che siano vestiti o oggetti, vecchie abitudini o stili di vita. Mi affascina questa cosa che, quasi senza rendermene conto, i miei pensieri e le mie riflessioni abbiano un tema, che gira e rigira sia sempre lì dove io vado a parare; sono curiosa di vedere dove mi condurrà questa mia ricerca inconscia.
Il mio ultimo atto di pulizia ha riguardato le scarpe; in un raptus di follia ho svuotato tutte le scatole e ho ammucchiato tutte insieme le calzature in mio possesso, come suggerito da questo libro. Come pronosticava l'autrice, è stato un leggero shock realizzare quante ne possedevo; ad un certo punto ho smesso di contarle perché mi vergognavo... Ebbene, il primo libro ad aver attirato la mia attenzione è “L'esercito delle cose inutili” di Paola Mastrocola; in particolar modo questa frase in quarta di copertina:
Questo è un romanzo speciale, che ruota intorno a una domanda semplice e decisiva: cos'é che riempie davvero la nostra vita?
Anche per il secondo libro ad attirarmi è stata una domanda in quarta di copertina:
Che cosa lasciamo, quando lasciamo qualcuno?
Mio marito scherzando mi ha chiesto se doveva preoccuparsi, se stavo cercando di mandargli un messaggio perché, nel caso di “Lacci” di Domenico Starnone, a lasciarsi sono i i due coniugi protagonisti del romanzo. Gli ho risposto di no, che non si deve preoccupare, non ancora almeno... :-)
Prenderò questa storia, se mi sarà possibile, come una metafora: siamo sposati con noi stessi prima di tutto ma capita, alle volte, che questo rapporto incominci a starci troppo stretto, che si senta il bisogno di dire addio a ciò che eravamo e non siamo più.
Con entrambi i libri c'è da parte mia la ricerca della risposta a queste domande, o per lo meno un'indicazione, un segno, un punto in comune per quello che sento essere uno snodo importante delle mia vita.

Cosa cambia, se muori? Cosa muore, se cambi?

8 commenti:

  1. Anche io in questo periodo sto riflettendo molto sul tema del tenere e lasciare, soprattutto per quel che riguarda alcune strutture mentali che, nel corso della vita, mi hanno fatto più male che bene. è un percorso difficile, quello che ci porta ad emanciparci dall'attaccamento. Pensa che mi sono messa a piangere quando ho cambiato la macchina!

    P.S. Bello il tuo blog: ci tornerò! :)

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    1. Un viaggio difficile, davvero, ma molto più interessante se fatto in compagnia. Grazie per essere passata di qui. Sarò molto contenta se deciderai di proseguire!

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  2. @ Chiara, penso di essera stata io a indirizzarti qui. E ne sono felice. Anch'io ho pianto quando abbiamo cambiato l'auto, ci feci pure un post.
    @ Francesca, bellissimo post pieno di spunti e riflessioni, il lasciare andare è un tema portante del romanzo di Natallia work in progress, bella la bancarella ci passerei un botto di tempo, e sulle difficoltà a essere coppia quando si è in tre, non dover affrontare questo stacco è un sollievo consolatorio alla mancata genitorialità. Bacio Sandra

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    1. Ma se tu nemmeno guidi! :-D
      Sì, sono arrivata qui dal tuo blog e sono molto contenta. Mi sono già segnata come lettrice fissa. :)

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    2. Eh ma grazie all'offerta di un passaggio su quella macchina ho poi sposato mio marito!!! S.

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  3. Sto leggendo lacci. E' sul mio comodino da tre sere e sono arrivata solo a pagina 12. perché faccio così fatica a leggere la voce di questa donna ancora non lo so, ma è una delle cose che, leggendo, cercherò di scoprire.
    Lo stai leggendo? lo leggerai?
    Mi piacerebbe leggere qualcosa insieme a te.

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    1. Ero indecisa se leggere lui o un altro libro ma mi hai convinta, leggiamolo insieme. Questa sera lo inizio!

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  4. Che bello....lo recensiamo insieme?
    (non so come, ma potremmo trovare un modo)

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