Lo ammetto, ad un certo punto della lettura, ho pensato: «Ah ecco, a che cosa si riferisce il titolo “Uscirne vivi”... uscirne vivi dalla lettura di questi racconti...»
Mi sono dovuta sforzare per proseguire nella lettura di questa raccolta di Alice Munro e, nella fatica, mi vergognavo: un premio Nobel e non mi piace, sicuramente sono io che non la capisco, che non la so apprezzare, sono una ignorante; i “Grandi della Letteratura” mi fanno questo effetto qui: mi mettono soggezione.
Ricordo di avere detto un giorno a mio fratello: non riesce a coinvolgermi, scrive in modo distaccato, quasi giornalistico, come se stesse facendo il resoconto di un evento. Sono storie tristi, ma non riesco a soffrire con i protagonisti, non riesco a gioire anche se so che, alla fine, sono sopravvissuti.
Poi ho capito. Io cercavo la sofferenza perché stavo soffrendo e anelavo al lieto fine perché avevo bisogno di un messaggio di speranza. Non era questo, però, quello cui era interessata Alice Munro, mentre scriveva. I suoi protagonisti, ognuno a proprio modo, hanno fatto pace con la vita, io non ancora completamente; si sono lasciati alle spalle il brutto episodio che ha segnato le loro vite, io ci sono ancora dentro, soprattutto quando penso di no. Loro possono permettersi di scrivere alla vita, come il titolo originale “Dear Life” fa intendere, io non ancora; loro ricordano, io vorrei dimenticare.
Loro ne sono usciti, vivi, io sono ancora dentro. Sono io che devo colmare questa distanza. Vivendo.
Potrebbe essere la conclusione ai miei pensieri, io l'ho iniziato, poi mi sono fermata, mi sento dentro alle pagine anche a libro chiuso, come se mi stesse agendo dentro...è una strana sensazione.
RispondiEliminaOggi lo riprendo
A presto
Potere dei libri... Fammi sapere come procede la lettura, anche via email se tiva.
EliminaSai, a Montegalda mi hanno fatto notare che in fondo "Ragione e pentimento" ha il solito finale bello, me l'ha detto una signora che l'ha molto apprezzato e ha argomentato molto bene la critica costruttiva per cui ne è uscito un confronto arricchente, che nella vita non va così. Le ho risposto che lo so bene, che un tema a me carissimo che c'è nei miei lavori, per il quale combatto ogni giorno, è la maternità sofferta, la maternità negata e lo so ripeto, lo so, quanto il lieto fine non sia appannaggio della vita vera. Per questo nei miei romanzi il lieto fine è d'obbligo, perchè almeno lì posso permettermelo. Ecco, al di là del valore di Alice Munro, tu ora hai bisogno d'altro. Vivi certo, ma non colpevolizzarti mai perchè ora tu non sei ancora uscita viva dal passato, io mi sono resa conto, proprio ieri sera prima di addormentarmi, che forse non ne uscirò mai del tutto, e la vera sfida non è quindi "uscirne vivi" ma "vivere nonostante, forse con una parte di noi anche un po' morta di dolore. In fondo per quanto siamo immersi nei libri, la vita è un'altra cosa. bacione
RispondiEliminaLa vita è un'altra cosa ma i libri, a volte, aiutano. Forse questo non era il momento giusto per questo libro. Chi lo sa...
Eliminane uscirai anche tu e più viva che mai!!!
RispondiEliminaUn sorriso
Posso permettermi? Che bello, un commento di un uomo! :-)
EliminaBentornato Luigi! Ricambio il sorriso.
Concordo pienamente con Luigi.
RispondiEliminaPer il resto, personalmente, io la Munro la patisco un po'. Non ho letto questo libro ma un altro che mi ha regalato mia sorella a Natale. Non sono ancora riuscita ad arrivare a metà. Ha uno stile particolare che mi piace, ma è come se i suoi racconti fossero permeati da una tristezza densa, che si definisce con la stoccata finale. Non mi è facile avere l'umore giusto per leggere i suoi racconti.
Ma, in fondo, chi l'ha detto che leggere deve essere sempre facile? ;)
E' vero, leggere alle volte è proprio una sfida.
EliminaHai detto bene, i racconti della Munro sono molto densi, non sempre si riesce a penetrarvi. A mezzanotte poi, con gli occhi che si chiudono dal sonno... :-)
Le sfide, amica mia, si affrontano con gli strumenti che la vita ci mette a disposizione.
RispondiEliminaLibri compresi.
il problema è quando mi ritrovo, come ieri sera, a fissare la mia libreria senza trovare nessun libro che mi invogli a leggerlo... :-)
Elimina