mercoledì 21 maggio 2014

Un'interpretazione

Ho impiegato molto tempo a leggere questo libro. Come ho già scritto più volte, non sono una grande appassionata di saggi, avverto quasi un bisogno fisico di leggere romanzi, forse non amo essere troppo ancorata a terra, ho bisogno di compiere il mio volo, almeno una volta al giorno.
Così, quando ho concluso la lettura di “Un genitore quasi perfetto” di Bruno Bettelheim, ho pensato di avere nel frattempo scordato tutto quanto letto all'inizio, dispiacendomene perché mi aveva molto appassionata; mi sono detta che sarebbe stato perfetto un bignami o una versione for dummies. Mi è bastato scorrere le sottolineature e le note a margine per scoprire che non è così, fortunatamente; anche se mi auguro di riuscire a rileggerlo in futuro, anzi mi impegno a farlo.
Non ci provo neanche a riassumere 450 pagine fitte scritte con un carattere minuscolo, non saprei proprio da che parte iniziare. Mi limiterò a scrivervi che cosa mi è piaciuto sperando di invogliarvi a leggerlo:

  • è pieno zeppo di citazioni letterarie; ce n'è una all'apertura di ogni capitolo e molte altre sono contenute all'interno del testo. Uno psicologo che è anche un forte lettore (la cosa non è così scontata) mi infonde una fiducia immediata;
  • buona parte del libro è dedicata a sottolineare quanto è importante il gioco per un bambino e il ruolo decisivo che svolge per il suo corretto sviluppo. Un' ulteriore conferma di come giocare sia una cosa seria. E adesso chi la interrompe più VV?!;
  • sempre per gli scettici e duri cinici, gli ultimi capitoli sono dedicati niente di meno che a Babbo Natale!

E se arrivati fin qui non vi ho ancora convinti, lascio la parola a lui, l'autore:

Vorrei cercare di chiarire quella che spero possa essere la funzione di questo libro per i miei lettori citando quanto ebbe a scrivere T.S. Eliot nel suo libro “Sulla poesia e sui poeti”: «Probabilmente, ci sono molte cose da conoscere su questa o quella poesia, molti fatti sui quali i dotti possono istruirmi; ma penso che un'interpretazione valida della poesia debba essere nel contempo un'interpretazione dei miei sentimenti di lettore».


2 commenti:

  1. anche per me niente saggi, quelli sono per il marito. Un bacione Sandra

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    1. Anche i miei fratelli sono fortissimi lettori di saggi. Non so proprio come fanno e un po' li invidio. Per quanto mi sforzi e per quanto la lettura sia interessante, non provo lo stesso piacere che provo quando ho tra le mani un romanzo.

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