Dopo “Il Salone dei sogni” e “Il Salone degli incontri”, quello di quest'anno si è rivelato essere “Il Salone di VV”. Come poteva essere altrimenti...
Tutto era stato pianificato in base alle sue esigenze: giorno, orario, mezzo di trasporto; come ho potuto pensare per un solo momento che VV sarebbe stata solo una semplice spettatrice e non la protagonista?
Non abbiamo fatto in tempo a superare di pochi metri l'ingresso che è suonato il primo campanello d'allarme: lo smarrimento del suo peluche; quello di ordinanza, quello che non puoi uscire senza. Quello che lei non si limita a stringerlo a se mentre siamo a passeggio con il passeggino, lei no, braccino fuori e peluche che penzola. Povero peluche, una vita di terrore, sempre sull'orlo del precipizio. Vuoi non fare almeno un tentativo di percorrere a ritroso la strada appena fatta, con la speranza di ritrovarlo? Chissà cosa avrà pensato la gente quando, all'urlo di: “Olivia!”, mi avranno vista mentre mi precipitavo ad avventare una giraffa di peluche.
Recuperata Olivia, la giraffa, e superato quello che si pensava essere il peggio, ci siamo finalmente dirette verso il primo padiglione. Al primo stand della prima casa editrice a cui ci avviciniamo si scatena l'Apocalisse. E adesso che cosa succede?, penso tra me e me. E' successo che ho cresciuto un mostro, perché VV, braccini e corpo proteso, voleva i libri. “Amore, vuoi leggere? Ecco mamma ti ha portato i tuoi, di libriccini”. “E no, cara mia, non te la cavi così, questi li ho letti e riletti, voglio quelli che state sfogliando voi!” Hai voglia a spiegare a una bambina di 11 mesi che quelli non li può avere... Io ero già pronta a gettare la spugna, neanche il tempo di entrare che già dovevo uscire, la visita al Salone del Libro più breve della storia umana. Mia madre, alias la nonna, aveva già il portafoglio in mano: “E compriamogliene uno! Dove sono gli stand coi libri per bambini? Che sarà mai...” Vuoi non darglielo un vizio a 'sta bambina? Poi una voce è giunta da lontano: “Magari proviamo con un catalogo...” Santa donna dello stand, i miei grazie non saranno mai abbastanza.
Con VV immersa nella lettura del catalogo, abbiamo finalmente ripreso il nostro giro ma non avevamo fatto i conti con due mali incurabili: la mammite e la nonnite, soprattutto quest'ultimo è il peggiore dei mali. Neanche da bambina ho sfogliato così tanti libri per l'infanzia e nel giro di pochi minuti sono riuscita a comprare (istigata da mia madre, vostro onore!) nell'ordine: una maglietta per ricordare il primo Salone di VV, il suo primo timbrino ex-libris, un biglietto di auguri per il suo compleanno e, ovviamente, un libro. Quando sono stata sul punto di comprarle una tazza, ho capito che stavo esagerando.
Per me? Prendendo in prestito le parole di mio marito: “Solo due libri?!”
Posso capirti, questo è stato il secondo Salone per Viola. Lei tre libri, io uno.
RispondiEliminaLa mammite è una malattia incurabile.
EliminaMa il salone come ti è sembrato?
RispondiEliminabaci Sandra