mercoledì 19 marzo 2014

Lettera al padre di mia figlia


Ricordo che un giorno, molto tempo fa, quando ancora non avevamo deciso di avere un figlio, ti ho fatto promettere che, se fosse stata una femmina, tu l'avresti fatta sentire una principessa. Forse è stato il giorno in cui, per gioco, abbiamo scelto i nomi, uno per il maschio e uno per la femmina. Te lo ricordi? Durante la nostra prima vacanza insieme, dopo pochi mesi in cui ci frequentavamo. E i nomi sono sempre stati quelli, per tutti questi anni. E io non ho cambiato idea, per tutto questo tempo, sulla questione della principessa, solo che ora so che è stato superfluo chiedertelo. Non ho bisogno di domandarmi se VV incontrerà mai il principe azzurro, perché so che l'ha già fatto. Sei tu.
Con l'avvicinarsi della festa del papà non ho smesso un attimo di interrogarmi su questo ruolo, che cosa comporti, le differenza da quello della madre, ma non sono riuscita ad avere un idea chiara. Non lo so che cosa significhi essere un padre. Proprio non lo so. Mi vengono in mente gli stereotipi di cui si parlava durante la conferenza a cui abbiamo preso parte, banalità senza senso.
Quello che sei però, l'uomo che sei, come un uomo ama una donna, quello glielo puoi insegnare solo tu. E così, oggi, pensavo questo: quanto è fortunata Vittoria a crescere con l'amore di un uomo, di un padre, così.

5 commenti:

  1. Una lettera d'amore puro. Bellissima.

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  2. sì Meraviglia! Bacioni sandra frollins

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  3. Che bellissime parole e quante belle emozioni provare l'Amore Assoluto verso le donne della mia vita, colei che ho scelto e colei che ci è stata donata qualche tempo fa.
    E' difficile dirti cosa si prova, mas accolgo il tuo spunto per provare un giorno a parlartene, a descriverlo.
    Grazie per ciò che mi donate giorno per giorno e non c'è cosa più bella che donare me stesso a voi ogni giorno.
    Silvio

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