mercoledì 16 febbraio 2011

...life; London; this moment of June.

Dal diario di Virginia Woolf:

Sabato 14 ottobre 1922
La signora Dalloway si è ramificata in un libro; abbozzo qui uno studio della pazzia e del suicidio; il mondo visto dal sano e dal pazzo, fianco a fianco... o qualcosa di simile.
Martedì 19 giugno 1922
Ma io, che cosa sento nei riguardi del mio lavoro, di questo libro, cioè Le ore, ammesso che si chiami così? Il lavoro deve nascere da un sentimento profondo, diceva Dostoevskij. E' il mio caso questo? O mi limito a inventare con le parole, amandole come le amo? No, non credo. In questo libro ho anche troppe idee. Voglio dare la vita e la morte, la saggezza e la follia; criticare il sistema sociale e mostrarlo all'opera, nel momento di massima intensità.
Sabato 29 agosto 1923
Interminabile lotta con Le ore, che si dimostra uno dei miei libri più stuzzicanti e insieme più riottosi. Ha parte bellissime e parti bruttissime; m'interessa molto; non so smettere di costruirlo, eppure... eppure. Che ha questo libro?... Devo solo notare questo curioso sintomo; la certezza di continuare, di farcela, perché scriverlo m'interessa.
Giovedì 30 agosto 1923
Avrei molto da dire a proposito delle Ore e della mia scoperta: come io scavi bellissime caverne dietro i miei personaggi; questo mi sembra dia proprio ciò che voglio: umanità, profondità, umorismo. L'idea è che le caverne siano comunicanti e ognuna venga alla luce al momento giusto.
Lunedì 15 ottobre 1923
Adesso continuerò a scriverlo finché, in tutta onesta, non sarò più in grado di vergare un'altra riga.
E' stata una lettura difficile. Più di una volta riprendendo in mano “La signora Dalloway” sono dovuta tornare indietro di qualche pagina. Era come entrare in una stanza buia con gli occhi ancora accecati dal sole; gli oggetti emergono lentamente dall'oscurità. Allo stesso modo, leggendo, vedevo emergere persone, sentimenti, significati.
Sono sicura che se iniziassi a rileggerlo subito nuovi significati affiorerebbero, noterei altri particolari che mi sono sfuggiti e mi perderei nuovamente, un po' confusa ma soprattutto meravigliata, nelle caverne scavate da Virginia Woolf.
Come una bambina al circo, incantata davanti a un prestigiatore, l'ho osservata fare magie con le parole, tratteggiare in poche righe un' attimo, un istante, il passato, il presente, la vita.

... life; London; this moment of June.”


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