mercoledì 12 settembre 2012

Lo scandalo della stagione

C'è maretta nel Web in queste ultime settimane. Tutto ha avuto inizio con alcune scottanti confessioni: Stephen Leather, autore inglese di thriller, ha ammesso di aver usato identità false per promuovere il suo lavoro su internet. John Locke, autore americano, ha rivelato di aver pagato per delle recensioni positive sui suoi libri e R. J. Ellory ha confessato di aver “postato” commenti adulanti sulle sue opere e di aver usato identità false per attaccare altri autori, considerati suoi rivali.
La maggior parte dei commenti a queste notizie si sono concentrati sull'annosa questione delle recensioni, soprattutto quelle su internet, sulla loro validità e autorevolezza e sul problema che può derivare dall'anonimato o dalle false identità.
La mia prima reazione è stata un po' cinica. Ho pensato che, in fondo, anche se spesso si fa fatica ad ammetterlo, quello dei libri è un mercato come un altro, dove l'unico scopo è il guadagno e che non mi stupisce, quindi, ci siano persone disposte a tutto pur di aumentare le vendite.
In un secondo tempo il mio pensiero si è rivolto verso questi scrittori rei confessi e ho provato una profonda tristezza nei loro confronti. Mi sono domandata perché pubblicare un libro in cui loro stessi sono i primi a non credere? Ma forse sono troppo ingenua e romantica e la questione è sicuramente molto più complessa. Infatti sto continuando a rifletterci sopra ed è probabile che ritorni sull'argomento, ma sarei curiosa di sapere cosa ne pensate voi in merito. Su che cosa vi basate per l'acquisto dei vostri libri: blog, riviste, quotidiani, passa parola?
Qui di seguito, una piccola rassegna stampa:

Un blogger riassume e dice la sua su The Name Less Horror, un articolo sulle recensioni a pagamento sul NYTimes, lo smascheramento di Ellory su Finzioni, e una lettera aperta di 49 scrittori sul Telegraph.

3 commenti:

  1. Ero già a conoscenza di questa triste vicenda.
    Sì è un mercato nè più nè meno di quello delle carote o dei farmaci. Un immunologo mi disse che siccome sono i bambini africani i principali fruitori di farmaci per l'AIDS e l'Africa non paga, nessuno ha interesse a fare ricerca per tentare di creare farmaci per i bimbi sieropositivi con un buon gusto. Che dire c'è di peggio nel business. Anyway nel web c'è tanto finto e tutto va sondato con cura, facile creare nick e sdoppiare la personalità in mille lettori capaci di entusiasmarsi per la propria opera, l'etica viene dopo, o forse non viene mai. Io come sai attingo dappertutto: passa parola, blog, fiere, e soprattutto il mio intuito! Love Sandra frollini

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  2. Faccio già fatica a sostenere la mia di identità, figuriamoci ad averne altre! Di solito mi baso sulle recenzioni, passaparola, consigli. Quando c'i sono di mezzo i soldi, tutto si sporca. Purtroppo.
    Raffaella

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  3. Il senso di Grazia per i libri ;)
    Scherzi a parte, leggiucchio recensioni e interviste, ma poi faccio affidamento solo sul mio istinto.
    Non funziona sempre, ma sbagliando s'impara, dicono...

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