martedì 4 agosto 2015

Chi ti trova più?


Il compleanno meno sentito della storia, ho scritto. Vi è mai successo?
Un giorno qualcuno ti fa un'osservazione e tu ti scopri a pensare: «Ah già, è vero, tra poco è il mio compleanno. Non ci stavo pensando...». Poi i giorni passano, aumentano le persone che te lo ricordano, incominci a tenere d'occhio il calendario, aspetti l'eccitazione, l'emozione, la voglia di fare festa. Ma non arrivano. Abbozzi, accenni un sorriso, sempre meno giorni ti separano dalla fatidica data e tu vorresti poter dire: «Quest'anno facciamo finta di niente, come se fosse un giorno come un altro». Ma non lo dici e lo tieni per te, questo sentimento che non sai definire, questo disagio che ti prende allo stomaco, questo prurito che ti fa venir voglia di scappare e nasconderti.
Cosa vuol dire festeggiare il proprio compleanno? Lo devi festeggiare tu? O ti devono festeggiare gli altri? Devi aspettare che qualcuno faccia qualcosa? O sono gli altri che aspettano te? La torta, di chi è compito comprarla o cucinarla? Qualcuno si è occupato di comprare le candeline? E il rinfresco? Gli inviti sono stati spediti?
E poi festeggiare cosa? Cosa ho fatto in questo anno che è appena passato? Cosa devo festeggiare e cosa no? Ma io non ho voglia di fare bilanci. Ci sono stati giorni buoni e altri meno, momenti in cui mi sentivo bravissima, padrona della situazione, e altri in cui ero persa, senza una direzione. Ora, se devo essere sincera, vorrei stare un po' da sola, perché mi sento anche un po' stupida a fare tutti questi capricci...
Poi il compleanno è passato, per fortuna dura solo un giorno, e sono anche riuscita a non festeggiarlo, o solo un pochino, perché io quando mi metto in testa una cosa, sono peggio di un mulo. A tal proposito, proprio in quel periodo stavo leggendo “L'esercito delle cose inutili” di Paola Mastrocola, ma da testona come sono, il senso di questo libro l'ho capito solo adesso.
Magari, la prossima volta, se capita di sentirmi di nuovo così, invece di fare tante storie, mi ritiro da qualche parte a leggere un libro.
Mi piace leggere perché, quando sei lì che leggi, puoi anche a un certo punto chiudere il libro, e stare con l'aria assorta. E non c'è più niente che ti spaventa, la fame, i calci in culo, la paura di morire... Diventi assorto e buona notte, sei andato da un'altra parte, chi ti trova più?

Paola Mastrocola

2 commenti:

  1. I Festeggiamenti obbligati/obbligatori mi irritano un sacco, decide il festeggiato e può anche decidere di non fare nulla, da parte degli altri il compito di essere accondiscendenti e, in caso si intuisca che il festeggiato gradirebbe, organizzare una sorpresa. That's all. Bacione Sandra

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