C'è poi, nello scrivere, di tanto in tanto, una certa forma di eleganza pura, priva di genio ma ricca di maestria, che chiama il lettore a un diletto tutto particolare, perfino vuoto, affine al passare le dita su una superficie liscia, o al guardare, da sdraiati, un fiume che scorre. Non importa neppure più tanto cosa si sta leggendo, è un piacere sottilmente fisico generato dal puro disporsi della scrittura nello spazio, dalla leggerezza delle sue movenze, dal suono cristallino che fa rimbalzando sul tavolo di marmo della nostra attenzione. Si legge non tanto per imparare, allora, né in fondo per essere intrattenuti in modo intelligente: lo si fa per lasciare che quella prosa scorra su certe personali stanchezze, o sconfitte, o disfatte, e ne lenisca il bruciore, sciacquando via lo sporco dalla ferita. Così si legge per il puro piacere della lettura – e per salvarsi.Alessandro Baricco
venerdì 24 gennaio 2014
Puro disporsi nello spazio
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concordo concordo e ancora concordo. Tra l'altro il Baricco prima maniera, diciamo fino a City, ha davvero inventato un nuovo modo di scrivere e fare scrittura, poi è andato fuori di testa, secondo me, ma rimane un autore che con Seta e Castelli di Rabbia ho amato da morire, di quell'amore struggente e consolatorio che a volte i libri sanno dare.
RispondiEliminaUn bacio sandra frollini
"Seta" è uno dei pochissimi lbri che ho letto e riletto, credo di aver perso il conto...
EliminaAnche a me gli ultimi libri di Baricco non hanno entusiasmato più di tanto, ultimamente preferisco i suoi articoli/saggi.
Concordo. Una pagina come quella descritta è, in assolto, il miglior confort possibile.
RispondiEliminaMartina
Ma come faremmo senza i libri? :-)
EliminaImpossibile, anche il solo pensarci!
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