lunedì 7 novembre 2016

Il sollievo di essere piccoli


Nei giorni di clausura mi aggrappavo ai ricordi, in particolare guardavo e riguardavo le foto sul cellulare delle nostra ultima gita, organizzata per festeggiare il nostro settimo anniversario di matrimonio.
Mio marito ed io siamo amanti della buona cucina e, in occasioni speciali, amiamo regalarci un pranzo o una cena in ristoranti importanti, quelli che oltre a garantirti un'ottima cucina, sono in grado di offrirti un'esperienza, con piatti ricercati e magari una cucina sperimentale. In quest'ultima occasione abbiamo provato, con grossa soddisfazione del palato ma non solo, “Il cascinale nuovo”, ad Isola D'Asti. Viziati e coccolati, una bimba fortunata ha anche avuto il privilegio di visitare la cucina, regno del chef Walter Ferretto, e si è pure guadagnata il capello da aiuto-cuoco.


La giornata era stupenda, un cielo azzurro infinito, con nuvole veloci che lo percorrevano, perfetta per fare le scorte in vista del lungo inverno, oziare sui prati e visitare le vigne in tempo di vendemmia, quando le foglie incominciano ad assumere i colori infuocati dell'autunno.


Se non siete mai stati nelle Langhe, nel Monferrato o nell'Astigiano, l'autunno è la stagione perfetta per visitare questa parte del Piemonte: colline e vigne a perdita d'occhio, paesaggi romantici, ristoranti dove gustare le prelibatezze della mia regione e bere i vini del territorio. Non perdete l'occasione di una corsa tra le vigne e l'ebrezza di fare la vendemmia! Molte case vinicole offrono percorsi di degustazione, dove potete anche visitare gli stabilimenti, imparare tutto su come si fa il vino e le differenze tra le varie tipologie.


Ora avete anche la possibilità di incontrare l'arte, grazie alle Big Bench, le installazioni di panchine giganti dell'artista Chris Bangle.
La prima Grande Panchina con questo particolare disegno è stata realizzata nel 2010 da Chris Bangle sul terreno della Borgata a Clavesana, sua residenza e studio, come installazione affacciata sul paesaggio e accessibile ai visitatori. L’idea delle panchine fuori scala non è inedita, ma lo è il contesto. Il cambio di prospettiva dato dalle dimensioni della panchina fa sentire chi vi siede come un bambino, capace di meravigliarsi della bellezza del paesaggio con uno sguardo nuovo. La panchina è divenuta in poco più di un anno un’attrazione per i visitatori della zona. Chris Bangle: «È una grande lezione nell’utilizzo dell’innovazione contestuale. Siamo così ossessionati dallo scoprire cose sempre nuove che spesso ci neghiamo l’interessante esperienza di sperimentare cose ben conosciute ma in un contesto diverso».
Nel corso degli ultimi quattro anni, altre sette panchine ufficiali sono state costruite in zone vicine, senza fondi pubblici, solo grazie a sponsor privati. Chris Bangle ha fornito gratuitamente disegni e indicazioni ai costruttori delle panchine, chiedendo come unica condizione che fossero poste in un punto panoramico, su un terreno accessibile al pubblico e che rispettassero lo spirito social con cui era nata la prima: non un’installazione privata, ma parte di un’esperienza collettiva che tutti possono condividere e sperimentare venendo in queste zone.”

Ripensare a quella giornata e, in particolare a quella panchina, su cui ci siamo arrampicati (VV una infinità di volte), mi ha fatto riflettere dopo i giorni difficili di clausura sul sollievo che si prova nell'essere piccoli, quando nessuno ha aspettative su di te, ma soprattutto non ce l'hai tu stesso. Quando ogni nuova giornata che inizia è un foglio bianco, senza impegni, incombenze, senza il pensiero ossessivo di dover concludere qualcosa. Mi disperavo nel mio letto da malata perché la vita andava avanti e io ero immobile, bloccata, come se stessi perdendo e sprecando il mio tempo, perché non facevo niente.
Poco dopo si è ammalata anche VV e mi ha dato una grande lezione di vita: nessuna disperazione, nessuna preoccupazione di perdere tempo; quando stava male si leccava le ferite, appena stava un poco meglio si metteva a giocare. E a me che la incoraggiavo a prendere le medicine, a sforzarsi di mangiare, a guarire presto così tornava a scuola, dai suo compagni, lei serafica mi rispondeva: «Ma mamma, io sto bene qui, a casa con te».
Una bambina di tre anni che mi insegna come davvero si gode del presente e che quando si riesce a farlo non c'è nessun potrei, dovrei, vorrei che riesca ad oscurarlo. Avrò imparato la lezione? Me la ricorderò durante il prossimo round, che mi vedrà di nuovo bloccata?

6 commenti:

  1. Che meraviglia la panchina gigante, sembrate 2 Alice quando diventa piccola. Ho fatto anch'io un post sul Monferrato, posti del cuore per me, che colori. Anche mio marito si è fatto crescere un pizzetto più folto, ma ieri zac, riduzione drastica. I bambini sono magici perché non conoscono contorni vanno al sodo delle cose, ma tu cara non ti penalizzare, però. Non so cos'abbia avuto, ma capisco che non stiamo parlando di un'influenza datti tempo e pace che sei già stata colpita, ti prego non ti torturare inutilmente. Un abbraccio

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    1. Condivido in pieno le parole di Sandra: datti tempo e pace. Tutto quello di cui hai bisogno. E nel frattempo goditi ogni attimo, sulla panchina e non, e la saggezza di VV, che come tutti i bimbi sa molto di più di quello che noi grandi crediamo <3

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    2. Sottoscrivo anch'io.
      Sono convinta che nelle perdite, nella tristezza, nelle pene non ci si debba mai fermare per non alimentare il dolore di quella perdita, tristezza o pena che sia; ma quando di mezzo c'è la salute, è un diritto fermarsi. E' un obbligo ed una forma di rispetto verso se stessi. Questo non vuol dire piangersi addosso o compatirsi, ma ristabilire un equilibrio sia fisico che mentale.

      Io ho fatto molta difficoltà a interiorizzare il concetto; poi, a forza di combattere un round dietro l'altro ho capito che bisogna darsi tempo e spazio, perchè quando viene intaccata la salute - unico aspetto della vita contro il quale possiamo fare relativamente - la soluzione è prendersi davvero cura di sè stessi a livello pratico: eliminare dalla propria vita le cose (e per quanto possibile, le persone) che ci creano problemi, trovare passatempi che possano sollevarci nei momenti di dolore fisico, godere degli attimi di sollievo, delle passioni e di chi ci fa stare bene.
      E poi hai VV, è piccolina ma è un condensato di saggezza che noi ci sogniamo!

      Alice

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  2. E' normale che noi adulti non possiamo vedere la vita con gli occhi limpidi e leggeri dei bambini, però possiamo provarci quando più ci serve. E' comprensibile che non sia facile accettare l'immobilità e che la vita scorra intorno, mentre noi siamo ferme. E' un esercizio diffilcile, ma tu stai dando prova di grande coraggio e forza d'animo.
    Siete bellissime insieme.
    Un abbraccio forte forte
    Francesca

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  3. E' appena iniziato il second round. Prometto di impegnarmi, di vivere alla giornata, cercare di essere comunque positiva e di non sclerare troppo in quella benedetta trincea!
    Grazie mille per il vostro supporto, non sapete quanto mi è prezioso!

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