giovedì 18 dicembre 2014

La Bridget Jones dell'editoria


Annosa questione: scrivere o no di un libro che non mi è piaciuto? Chi sono io per stroncare un autore? Dopo aver letto una serie di articoli e post interessanti, che mi avevano fatto riflettere molto sull'argomento “critica”, almeno un paio di anni fa ero giunta alla conclusione di non avere l'autorità per dare un giudizio negativo (ma chi ce l'ha?) e avevo così deciso che se un libro non fosse stato di mio gusto, avrei semplicemente evitato di parlarne nel blog. Ma non sono mai molto convinta di questa mia decisione...
Prendiamo ad esempio il libro che ho appena finito, non gli darei la sufficienza, mentre lo leggevo definivo la protagonista una Bridget Jones del mondo editoriale, venuta maluccio però, non proprio riuscita ecco. Però se un editore ha deciso di pubblicarlo, ci avrà visto qualcosa no?, soprattutto se poi ci mette un bel 18,50 euro come prezzo di copertina alla prima edizione, più caro di un premio Nobel, Alice Munro per fare un esempio recente.
Per curiosità ho digitato il nome dell'autrice su Google e ho scoperto questo: è il primo di una serie di quattro romanzi. Quattro, capite? Non si sono fermati al primo... Ma allora piace, sono io che non capisco niente!
A parte gli scherzi, “La favolosa (doppia) vita di Isabel Bookbinder” si fa leggere (che è già un buon traguardo) e sono anche convinta che a volersi impegnare a fondo, si potrebbe considerare una satira del mondo editoriale (scritta per adolescenti, però). Infine, se mentre leggevo Bridget Jones mi veniva voglia di bere birra, mangiare patatine e fumare, in questo caso morivo dal desiderio di comprarmi un quaderno e della cancelleria nuovi, che è sicuramente più sano.

Voi cosa ne pensate? Critica negativa si o no? Solo se ben argomentata o è giusto anche prendere in considerazione il semplice non mi è piaciuto?


2 commenti:

  1. Personalmente credo la critica ci stia.
    Certo va ponderata: ce ne corre tra l'affermare che un libro non ci è piaciuto (magari lo abbiamo letto nel momento sbagliato o, semplicemente, non è nelle nostre corde) e l'asserire che è una schifezza globale. Però, abbiamo diritto ad avere il nostro gusto e la nostra opinione. E, fortunatamente, possiamo ancora permetterci di esprimerci ad alta voce.
    Forse ci sarà chi critica la critica, ma lo scambio di opinioni, ancorché fatto nei debiti modi, è segno di maturità e democrazia.

    E poi, considerato che il tempo è poco (soprattutto per leggere) ed i libri costano non poco, schivarne qualcuno che, tutto sommato non è un capolavoro, a me fa piacere!

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    1. Come te, sono del parere che una critica ben fatta possa essere molto utile, anche solo per riflettere e leggere punti di vista differenti. E sul "ben fatta" che ho qualche timore e mi blocco... :-)

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