Ci sono autori che ti chiedono di rallentare, che ti obbligano a seguire il loro passo, di cui devi imparare la lingua, perché improvvisamente l'italiano ti sembra una lingua straniera di cui devi cercare il significato di ogni singola parola. Sono autori che ti sfidano ad andare avanti, nonostante le difficoltà, nonostante la lentezza, che però non è mai sinonimo di noia. E tu procedi a tentoni, come se ti dovessi fermare spesso a consultare un dizionario, perché intuisci che lo sforzo ti condurrà a un nuovo orizzonte, che alla fine tutto sarà chiaro e limpido e che la bellezza del libro non è nella storia ma in come è scritta.
Forse non è un caso se il protagonista è un professore universitario che tiene un corso sul significato delle parole e che sta per pubblicare un dizionario.
Cosa volevo fare da grande … io avevo un quaderno e dentro ci finiva tutto quello che riuscivo a chiamare con il nome a cui rispondeva, con una coincidenza di carne e pelle, contenuto e contenitore.Cosa volevo fare da grande: inscatolare la realtà nei barattoli delle parole.Mi domando quanto di una storia finisce in un libro, … se chi consulterà il vocabolario a cui sto lavorando, quando troverà in un istante la definizione che gli sfugge potrà intuire quanto a lungo è stata rincorsa da me che l'ho catturata e scritta.
Mi avevano detto che il passato condiziona il futuro, ma non mi avevano detto che vale anche il contrario: il futuro riscrive il passato, come l'ultima pagina di un romanzo trasfigura tutto quello che è stato letto a tal punto che a volte è necessario rileggere.
“Non ti aspettavo”, dirai quando mi troverai sotto casa tua.“Neanch'io”
Eppure non puoi fare a meno di pensare che sia sempre esistito.
Ho cercato tra le mie vecchie fotografie, tu cerca tra le tue, dovevamo già esserci uno per l'altro, controlla lo sfondo.
Ed è tornato il mio amore per le parole... sei arrivato e ci sei sempre stato.
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