Per un'amante della corrispondenza cartacea come me, trovare nella buca della posta la prima lettera indirizzata a Vittoria è stata una grossa emozione. Si tratta di una lettera di benvenuto da parte del Sindaco della città di provincia in cui vivo. Una missiva molto speciale, perché presentandola in biblioteca Vittoria riceverà in dono un libro. Mi piace l'idea che il primo cittadino si auguri che un nuovo membro della comunità diventi un lettore, quasi a sottolineare che per essere un buon cittadino è importante saper leggere, e che questa passione vada coltivata sin da piccoli.
Sul retro della lettera è riportato un brano tratto dal libro “Non siamo capaci di ascoltarli” di Paolo Crepet, un brano che raccoglie quello che vorrebbero e si augurano per Vittoria e che mi ha commossa:
Cosa hai sentito finora del mondo attraverso l'acqua e la pelle tesa della pancia di mamma? Cosa ti hanno detto le tue orecchie imperfette delle nostre paure? … Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a inseguire le emozioni come gli aquiloni fanno con le brezze più impreviste e spudorate; tutte, anche quelle che sanno di dolore. Mi piacerebbe che ti dicessero che la vita comprende la morte. Perché il dolore non è solo vuota perdita ma affettività, acquisizione oltre che sottrazione. La morte è un testimone che i migliori di noi lasciano ad altri nella convinzione che se ne possano giovare: così nasce il ricordo, la memoria più bella che è storia della nostra stessa identità.Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a stare da sola, ti salverebbe la vita. Non dovrai rincorrere la mediocrità per riempire vuoti, né pietire uno sguardo o un'ora d'amore. Impara a creare la vita dentro la tua vita e a riempirla di fantasia. Adora la tua inquietudine finché avrai forze e sorrisi, cerca di usarla per contaminare gli altri, soprattutto i più pavidi e vulnerabili. Dona loro il tuo vento intrepido, ascolta il loro silenzio con curiosità, rispetta anche la loro paura eccessiva. Mi piacerebbe che la persona che più ti amerà possa amare il tuo congedo come un marinaio che vede la sua vecchia barca allontanarsi e galleggiare sapente lungo la linea dell'orizzonte. E tu allora porterai quell'amore sempre con te, nascosto nella tua tasca più intima.
bellissima iniziativa
RispondiEliminastupenda la frase "mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a stare da sola" una grande verità.
Io ho un bisogno enorme fisico e mentale di stare da sola. Mi piace la mia compagnia... ahahah!
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