lunedì 28 gennaio 2013

Il corpo una provetta


Tutto è sterile. Io sono parte delle ceneri del mondo, qualcosa da cui niente può germogliare, niente può fiorire né portare frutto. Per esprimermi nello squisito gergo medico del ventesimo secolo, non riesco a ovulare. O non ovulo e basta. Niente questo mese, né quello passato. Per dieci anni ho avuto i crampi inutilmente... Farei figli fino alla menopausa, se fosse possibile. Voglio una casa piena di bambini nostri, animali, fiori, verdura e frutti. Voglio essere una Madre Terra nel senso più ricco e profondo... è tutta cenere per me. E che cosa mi ritrovo dentro? Cenere su cenere.
Entrerò nell'orribile ciclo clinico del sesso programmato, con le corse a farmi le analisi dopo il mestruo, dopo un rapporto. A fare iniezioni di questo e quello, ormoni, tiroide, diventando un'altra, sintetica. Il mio corpo una provetta.

Dal diario di Sylvia Plath

Di sterilità si parla solo quando entra in ballo la legge, quella che decide chi, come e quando. Poco o niente viene detto dei sentimenti di chi vive sulla propria pelle quest'esperienza, poco o niente vien detto dell'arduo cammino che intraprendono coloro che decidono di sottoporsi alle cure mediche. Raffaella Clementi in “Lettera a un bambino che è nato” racconta la sua storia, condivide «l'amore che mamma e papà hanno impiegato nel loro viaggio» e i passi che li hanno condotti al loro lieto e prezioso fine.

Chi ha piacere, può andare a trovare Raffaella nel suo blog mammamimmononsolo.


4 commenti:

  1. Sono onorata e commossa. Ho condiviso combattendo la riservatezza perchè i sentimenti,il dolore, la sofferenza, la pace assumano un senso.
    Grazie per questa sorpresa che mi scalda.
    Raffaella

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    1. Condividere è un'atto di coraggio e generosità, devi essere orgogliosa di te.

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  2. Un caro saluto a te, Francesca, e anche alla nostra Raffaella. Grazie. Lei sa.

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  3. quante siamo quante siamo (ma l'unione fa la forza)

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