martedì 21 agosto 2012

Un libro e 90 centimetri di altezza

La prima settimana di vacanza ho avuto gli incubi tutte le notti. Mi sono sentita rimproverare di non riuscire a staccare la spina, di continuare a crogiolarmi nella sofferenza e nella preoccupazione, di essermi portata dietro i miei demoni. Ma era proprio questo che volevo fare: guardarli in faccia. Non potevo continuare ad avere paura, non volevo più sentirmi soffocare e sentirmi senza una via d'uscita. Ho fatto mia la frase “se non riesci a uscire dal tunnel, arredalo”.
La prima settimana non è successo nulla. Contavo i giorni e non notavo nessun cambiamento, li vedevo srotolarsi davanti a me e temevo il momento in cui sarei dovuta rientrare. Perché era proprio quello che io non volevo fare: tornare. Io volevo andare avanti, volevo chiudere, anzi sbattere, la porta del vecchio alle mie spalle e spalancare quella nuova. Non sono una persona che ha pazienza, patisco le attese, soffro i momenti di stallo. Ma alla fine ho capito che per andare avanti dovevo stare proprio lì dov'ero.
Poi due cose hanno incrociato la mia strada: un libro (quasi scontato, no?) e 90 centimetri di altezza.
Il libro lo sto ancora leggendo; è stato difficile all'inizio, le parole e le frasi mi sfuggivano. Ho stretto i denti e ho continuato a inseguirle, fino a quando il libro non ha incominciato a parlarmi e, buon segno, mi è venuto a trovare in sogno.
Un libro che mi ha detto:

Le storie sono medicine... non ci chiedono di fare, essere, agire: basta ascoltare. Le storie sono disseminate di istruzioni che ci guidano nelle complessità della vita.
E che mi ha confermato che stavo facendo la cosa giusta:

Si dice che tutto quel che cerchiamo stia intanto cercando noi e, se ce ne stiamo immobili, ci troverà. Ci aspetta da gran tempo. Occorre allora fermarsi e vedere che cosa accadrà.
I 90 centimetri di altezza mi hanno ricordato che cosa significa essere semplicemente se stessi e a non temere il giudizio degli altri, anzi, ad avere fiducia nel prossimo. Mi hanno mostrato la gioia di fare nuove scoperte e che non si può imparare se non si ha il coraggio di affrontare le proprie paure.

Gli incubi non se ne sono ancora andati, ma io ho ripreso a sognare.


7 commenti:

  1. Grande Francesca. Ti aspettavo.
    Vedi sono con te, occorre stare fermi e affrontare i propri incubi e le proprie sofferenze in questo modo, è difficile, anche per gli altri che ci stanno accanto, magari sembra persino inutile essere andati in vacanza, ma non è cosi. I libri poi ci parlano sempre, lo dico anch'io. Bentornata. ILARIA FROLLINI

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  2. Bentornata! Imparare a convivere con i propri demoni, e continuare a sognare, a volume alto: ecco cosa mi sta insegnando questa difficile estate. I libri, credimi, sono stati la mia salvezza. Credo che non scorderò mai "1Q84" di Haruki Murakami - scrittore che amo, ancora, nonostante tutti questi anni di frequentazione - e il dolore di un'ennesima perdita. A presto!

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  3. @Ilaria, Clara: che bello ri-incontrarvi! Anch'io credo non dimenticherò mai questa estate e il dolore che l'ha preceduta e accompagnata. Ma bisogna farne qualcosa perchè non sia stato inutile, no?
    Vi abbraccio!

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  4. Ciao, sono Rafafella e credo di avere delle cose in comune con te. Credo anche io che il dolore vada attraversato, giù, giù, fino in fondo, tappezzato di urla e gridi e poi lasciato andare. Ognuno ha i suoi demoni, le peridte in tutte le forme sono democratiche, non lasciano nessuno. Mi sei piaciuta subito, non appena ho letto i tuoi commenti in blog che frequento. Ti faccio i miei auguri sinceri.
    A presto
    Raffaella

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  5. Un sorriso ed un abbraccio d'incoraggiamento! Benvenuta al tuo tuo nuovo inizio...
    Martina

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  6. @Martina: grazie, ne ho davvero bisogno. Sarà un lungo cammino e mi aspetto delle ricadute. Un po' di tifo non può che farmi bene.

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