venerdì 6 maggio 2011

La ricerca del significato

Ho impiegato un po' di tempo a capire che cosa non mi sia piaciuto della raccolta di saggi “Cambiare idea” di Zadie Smith e questa è l'unica spiegazione che sono riuscita a darmi: è stato un libro difficile, non sempre chiaro. Credo che uno scrittore, anzi chiunque si accinga a scrivere un saggio, dovrebbe cercare di rendere comprensibile l'argomento che affronta anche e soprattutto a chi non ne sa nulla al riguardo.
Uno dei consigli migliori che mi ha dato mia madre quando ero una studentessa è stato: «Parla e scrivi come se dovessi farti comprendere da tutti, non solo dal professore a cui ti rivolgi. Quindi semplicità, chiarezza e non dare mai nulla per scontato». Non mi vergogno di scrivere che spesso ho faticato a seguire i ragionamenti di Zadie Smith. Ho trovato il sentiero delle sue riflessioni non ben tracciato, mi è capitato spesso di perdermi e di dover tornare indietro sui miei passi, con la conseguenza di essermi sentita frustrata e di essermi annoiata.
Ciò non significa che sia un libro che non vada letto, anzi rappresenta la lettura per antonomasia secondo Zadie Smith, l'unica che valga la pena di essere compiuta, quella che è:

una continua ricerca del significato.


2 commenti:

  1. Di Zadie Smith ho letto solo "Denti bianchi", un romanzo che non mi ha convinta sino in fondo, tanto che non mi sono più decisa a provare altro (ed è comunque uno sbaglio, perché non si giudica un autore da un'unica opera!). Però questo tuo parere non m'invoglia a fare un secondo tentativo!!!

    Tu hai letto altro di lei?

    Buon fine settimana!

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  2. Anch'io prima di questo libro avevo letto solo "Denti bianchi" e anche quest'ultimo non mi aveva entusiasmato più di tanto...
    Forse la sua scrittura non mi è proprio congeniale!
    Buon inizio di settimana!

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