lunedì 21 maggio 2018

I miei acquisti del Salone del Libro meno uno


A inizio anno, settembre per me, avevo espresso il buon proposito di non comprare libri, se non strettamente necessari. L'intenzione era di leggere finalmente quelli già in mio possesso e che giacciono intonsi occupando ben due ripiano della mia libreria, perché se li avevo comprati era perché volevo leggerli, giusto? Avevo deciso, se mi fosse venuta voglia di leggere altro, di tornare a visitare la mia mia biblioteca preferita. Speravo così facendo di far scendere il numero di quelli ancora da leggere (arrivare proprio a zero sarebbe stato pretendere troppo) e di risparmiare qualche soldino, almeno per questo anno. Conoscendomi avevo messo le mani avanti e mi ero fatta una deroga: non compro nulla, fino al Salone del Libro di Torino... Deroga che non ho propriamente rispettato fino in fondo, ma facciamo finta di sì.
L'anno scorso, arrivato il tanto atteso evento, avevo una lista ben nutrita di volumi che avrei voluto comprare, a cui si sono aggiunti colpi di fulmine tra gli stand: in totale ne avevo comprati dieci più uno da regalare. (Ad oggi ne ho letti sei, più della metà, ma comunque non tutti). Quest'anno, volendo rispettare il mio buon proposito, sono partita senza lista dei desideri e alla fine ho comprato, limitandomi a gran fatica, solo i colpi di fulmini. Tranne uno.

Mi sembra scontato dover ringraziare VV per il mio recente amore verso i libri per bambini; avreste dovuto vedere con che trepidazione ho girato tra gli stand delle mie case editrici preferite e ho anche fatto nuove scoperte come le Lapis Edizioni, di cui però alla fine non ho comprato nulla perché avevo già preso:

Didier Lévy, Tiziana Romanin “E così spero di te. Storia quasi vera di una bambina”, Terre di Mezzo Editore


Datemi una storia che riguardi uno scrittore, lo scrivere, o una libreria e sarà mia. Questo libro racconta la storia di una delle ultime avventure che sarebbero occorse a Kafka appena un anno prima di morire. Durante i suoi soggiorni berlinesi, Kafka era solito passeggiare allo Steglitzer Park. Un giorno – così narra la leggenda – Kafka avrebbe incontrato nel parco una bambina che piangeva disperata per aver perso la sua bambola. Intenerito dalle lacrime e incapace di rimediare al dolore ritrovando la bambola, lo scrittore avrebbe escogitato uno stratagemma: come ha spiegato Kafka alla bambina, la bambola era partita per un lungo viaggio, ma non si era dimenticata della sua piccola amica alla quale aveva scritto persino una lettera, che Kafka conservava a casa proprio per lei. Tornato a casa, si mise a scrivere la lettera con lo stesso febbrile impegno che aveva riversato nelle pagine dei suoi capolavori. Per qualche tempo, Kafka continuerà a scrivere lettere con le quali consolerà la bambina, ormai rapita dai racconti di viaggio della sua bambola e il cui dolore scomparirà tra le pieghe sognanti delle storie inventate da quell’uomo gentile che le riceveva per lei.

Michelle Cuevas, Erin. E. Stead “Il postino dei messaggi in bottiglia”, Edizioni Babalibri


Chi mi segue su Instagram sa già che vidi questo libro il secondo giorno del Salone, non lo presi subito e quando mi recai allo stand il giorno seguente era esaurito. Disperazione. Mio marito, buon anima che mi ama molto, me l'ha comprato online e fatto recapitare a casa.
Rimaniamo all'interno del magico potere delle parole per una storia dolcissima di un postino che si occupa di recapitare i messaggi in bottiglia che pesca in mare. Un giorno però trova un messaggio senza destinatario e parte la ricerca, chi sarà il fortunato invitato alla festa sulla spiaggia?
Per chi invia messaggi in bottiglia e per chi li cerca: prova desidera, sogna racconta” recita la dedica e, perdonatemi la presunzione, ma la prima volta che l'ho letto non ho potuto fare a meno di pensare alla mia newsletter e a voi, destinatari dei miei messaggi in bottiglia.

Danny Parker, Freya Blackwood “Molly e Mae. Due amiche, un viaggio”, Terre di Mezzo Editore


In realtà questo libro l'ha comprato mia madre al Salone per il compleanno di Vittoria, ma sotto mio suggerimento, e vi confesso che mi dispiace di dover aspettare fino a giugno per averlo tra le mani. Come dite? Giusto, non è per me.
Vedere VV che si rapporta con gli altri bambini: le amicizie feroci, le prima scaramucce, i musi, i pianti, le dichiarazioni di amore e di volersi sposare, le invidie, le offese; il bellissimo arcobaleno dei rapporti. In questo libro viene paragonato a un viaggio in treno e sono rappresentati molti di questi sentimenti; sono sicura che VV amerà molto i disegni e vedere queste due bambine giocare, e non solo, insieme. L'amicizia, così difficile, così meravigliosa.

Zadie Smith “Perché scrivere”; Will Blythe, a cura di “In punta di penna. Riflessioni sull'arte della narrativa”, entrambi editi da minimum fax


Verrà forse il giorno in cui comprenderò perché sono così attratta dai libri che parlano di scrittura, non avendo io nessuna velleità di scrittrice e non avendo mai neanche provato a scrivere alcunché. Nel frattempo continuo a comprare libri di questo tipo e a leggerli con molto gusto; nell'unità di misura della mia libreria, ne ho uno scaffale pieno (e temo continueranno a crescere, se riuscite a vederlo nella foto, uno dei due è il primo volume di due, ma nella mia lista desideri ce ne sono molti altri ancora)

Kaouther Adimi “La libreria della rue Charras”, L'orma Editore


Questo è il libro che non ho comprato al Salone e che mi sono pentita di non aver preso. Lo so che posso comprarlo in qualsiasi momento, ma sono quel tipo di lettrice che ama legare l'acquisto dei libri a un momento particolare; ho l'animo romantico. È la storia, tra realtà e finzione, tra presente e passato, tra Parigi e Algeri, di una libreria. Devo aggiungere altro?

(La foto in apertura è dei miei famosi due scaffali dei libri ancora da leggere)

3 commenti:

  1. Il postino dei messaggi in bottiglia sembra stupendo, io mi rammarico di avere ormai pochi diciamo nessun bimbo piccolo nel mio giro per cui questi libri li compro raramente, adoro anche Lavieri per l'infanzia.
    Ho postato il mio elenco degli acquisti, ma la mia pila di arretrati per fortuna è ben più misera, una come la tua mi metterebbe un'ansia spaziale.

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  2. Confesso che i libri illustrati li ho presi innanzitutto perché piacevano a me.
    Ho visto la tua pila di libri acquistati e ti ho molto invidiata.
    Vorrei che i miei arretrati mettessero ansia anche a me, così forse la smetterei di comprare... e invece tra poco è il mio compleanno e ho già pronto l'elenco dei libri che mi piacerebbe ricevere. Aiuto!

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  3. Ho gli occhi a cuoricino, si vede? ;)

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