mercoledì 17 aprile 2013

It's very judgmental

Dal mio diario:

14 marzo 2013

Il linguaggio segreto dei neonati” di Tracy Hogg

Anche questo libro lo stavo liquidando con un «questo manuale mi ha messo l'ansia, ho avuto gli incubi la notte», il che è vero, devo stare attenta a che cosa leggo prima di andare a dormire perché sono molto suggestionabile. Ma non posso nuovamente cavarmela con così poco. Quale nervo scoperto è andata a sollecitare questa lettura? La mia insicurezza.
Beth Ann Fennelly ha scritto nel suo libro “Great with child. Letters to a young a mother”: «One of the really strange things I've come to learn about the culture of motherhood is that it's very judgmental. The harshest critics of mothers are other mothers». Ed è vero, altroché se è vero, lo sto già sperimentando ancora prima che questo/a bambino/a sia nato/a. Tutti, sconosciuti compresi, si sentono in diritto di emettere il loro giudizio, di darti il loro consiglio e di mostrarsi silenziosamente in disaccordo se le tue idee in fatto di allattamento, nanna, educazione, ecc. non corrispondono alle loro. Per la cronaca, vorrei tranquillizzare tutti quelli che mi domandano come faccio senza sapere il sesso del nascituro. Si può sopravvivere e, tra tutte, non è questa mancanza di informazione a togliermi il sonno la notte. Vorrei anche aggiungere che almeno una volta nella vita dovrebbero provare il masochistico piacere del “morire dalla curiosità”, è bellissimo!
Comunque, finora, in qualsiasi campo, ho sempre usato la tecnica del silenzio, della riservatezza, o del dire “a cose già fatte”, quando è troppo tardi per consigli e pareri ed è molto più facile per me tagliare corto. Ma so che dopo, quando sarà nato/a, non sarà così semplice; soprattutto so che ci sarà un unico indiziato, un solo processo, un unico condannato o assolto: IO. Non ci sarà manuale che tenga fino a quando non avrò imparato a tenere nella giusta considerazione il giudizio altrui (o a fregarmene!). Così, nel poco (oddio!) tempo che mi rimane mi dovrò concentrare su questo: l'unico giudizio che conterà davvero sarà quello di mio/a figlio/a. Non devo capire che tipo di madre voglio essere ma, guardandolo negli occhi, osservandolo e ascoltandolo, dovrò cercare di capire che tipo di madre avrà bisogno che io sia e mettercela tutta.


2 commenti:

  1. devo fare mia la tecnica del "dire a cose fatte" in tutti campi è assolutamente da copiare per evitare grattacapi e solenni giudizi.
    baci sandra frollini

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