Cercavo un libro ambientato a Barcellona, così mi sono recata in libreria e ho lasciato che fosse il destino a scegliere per me. Quando mi sono trovata tra le mani “Via delle Camelie” di Mercè Rodoreda mi sono lasciata convincere dai seguenti motivi.
Un libro di sole 200 pagine in edizione economica non è un aspetto da sottovalutare quando si viaggia con una compagnia aerea low-cost e non si possiede un e-reader.
La protagonista viene trovata da neonata abbandonata davanti a un giardino, in Via delle Camelie, con il nome scritto su un foglietto appuntato sul bavaglino. Ho pensato che con un inizio così, questa bambina avrebbe sicuramente avuto una vita avventurosa e altrettanto sarebbe stata la lettura.
Sempre nella breve trama in quarta di copertina, anticipano che la protagonista, Cecìlia, cammina per le strade di Barcellona in una continua ricerca. Proprio il tipo di libro che volevo, che mi facesse “vedere” la città e proprio quello che ho fatto io a Barcellona: camminato, camminato, fino allo sfinimento.
Nella breve biografia della scrittrice indicano invece che è la più letta e tradotta della letteratura catalana e che è paragonata, per lo stile e l'efficacia descrittiva, a Virginia Woolf. BINGO!
A tratti è vero, il modo di scrivere di Mercè Rodoreda può ricordare molto lo stile della Woolf, forse non ha la sua stessa eleganza e, sicuramente, quest'ultima non mi ha mai trasmesso così tanta angoscia, non mi ha mai fatto così tanta paura. Perché se è vero che Cecìlia ha una vita avventurosa come avevo immaginato, non ho considerato il fatto che è altrettanto vero che lei era stata abbandonata e che questo trauma iniziale le condizionerà tutta la vita. Così come le sue interminabili e giornaliere passeggiate mi hanno sì fatto “vedere” la città, ma accompagnata sempre da un senso di angoscia, solitudine, disperazione e anche squallore.
All'inizio pensavo la lettura non mi stesse piacendo, non era il tipo di libro che avrei desiderato portare con me in una vacanza, cercavo qualcosa di lieve e di più allegro. Ma poi il libro ha incominciato a venirmi a trovare anche nel sonno, a disturbarlo con sogni strani o addirittura incubi e allora ho capito che stava smuovendo qualcosa dentro di me, che toccava delle corde, che mi stava parlando.
Mi sono ritrovata e riconosciuta nel suo vagare, nel suo bisogno di camminare, senza meta, in questa eterna ricerca di qualcosa, o forse come unico modo che conosciamo per mettere a tacere quello che si agita dentro di noi. Cecìlia aveva un vuoto che desiderava colmare, il suo costante bisogno di affetto e protezione. Io vago alla ricerca dell'amore. L'amore per me stessa.
… mi sembrava che l'amore fosse la differenza che c'è in tutto quello che è uguale,...
E allora mi auguro che tu possa trovare quell'Amore per Te stessa, te lo meriti...
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