L'ho preso in prestito in biblioteca. A casa stavo finendo di leggere “Il linguaggio segreto dei fiori” e ricordo di aver pensato: «Ma sì, dai, lo prendo, flora e fauna». Avevo letto alcune recensioni favorevoli appena era stato pubblicato, ma non ricordavo molto, se non che “Storia naturale di una famiglia” di Ester Armanino aveva la particolarità di paragonare le persone e i loro gesti a degli insetti.
Non ero quindi preparata alla vera sorpresa di questo libro: il linguaggio, come sono descritte cose, persone, gesti, sguardi. La storia in sé non ha nulla di speciale, una famiglia come molte; è come è scritta a renderla unica. Immaginate di vedere una goccia, una singola, perfetta goccia d'acqua; immaginate di vederla cadere al rallentatore e poi «Paf!», giunta a terra la vedete frantumarsi in uno spruzzo, tante piccole gocce che si irradiano. Pochi secondi e vedete arrivare, lentamente, un'altra goccia; e così via una goccia dopo l'altra, fino alla fine.
L'autrice è un architetto e dimostra di sapere che per una costruzione perfetta ci vuole un certo numero di mattoni, non uno di più e non uno di meno. Mattone dopo mattone Ester Armanino ha costruito la sua storia, che esplode e si irradia, come una goccia.
Siamo cresciuti come dentro le fotografie. Scivolando lentamente verso i bordi, non più al centro dell'inquadratura ma di lato, gli occhi arrossati dal flash, sorpresi per caso durante una gita scolastica, un compleanno festeggiato controvoglia, un'occasione dove avremmo preferito non esser pur di non finire così, in secondo piano e tranciati a metà, proprio noi, un tempo perfettamente definiti e interi.
SEMBRA MAGICO!
RispondiEliminaEra da tanto tempo che non mi accadeva di rimanere così affascinata di fronte alla scrittura di un autore.
RispondiEliminaHo bevuto e gustato ogni singola parola/goccia.