domenica 12 giugno 2011

Fantasmi da esorcizzare

«Ho cercato di descrivere i miei fantasmi, e così facendo, di esorcizzarli».
Angelica Garnett
Ho appena finito di leggere uno dei libri acquistati al Salone del Libro di Torino; è una pubblicazione recente, ricordo di aver ritagliato la recensione (come faccio sempre con i libri che mi interessano) e di aver pensato di doverlo assolutamente leggere. “Ingannata con dolcezza” è una autobiografia scritta da Angelica Garnett, nipote di Virginia Woolf. Scriverà sicuramente di Virginia, avevo pensato, e infatti l'ho preso e letto perché ero curiosa di sentire che cosa avrebbe avuto da dire una persona che l'aveva conosciuta da così vicino.
In realtà essere stata la nipote di Virginia Woolf è solo un particolare secondario nella vita di Angelica Garnett. Cresciuta all'interno del circolo culturale di Bloomsbury, composto da scrittori, giornalisti, artisti e pittori bohemienne e anticonvenzionali, Angelica descrive e analizza il rapporto con i suoi genitori. E si obbliga a farlo, e si sente quanto questo le costi uno sforzo enorme, perché la sua non è stata un'infanzia serena e felice, non completamente almeno, e scrivendo spera così di arrivare a una “comprensione” e sanare così le sue ferite. Tante cose sono rimaste irrisolte, tante incomprensioni non sono state chiarite, troppe cose sono rimaste non dette.
Quella di Angelica è stata un'infanzia particolare e l'ambiente in cui è cresciuta è sicuramente diverso dalle nostre comuni e ordinarie famiglie. Ma in ogni caso non si può negare che è quando si è bambini che vengono poste le basi del nostro futuro come individui. Ed è questo alla fine che mi ha colpito, che continua in qualche modo a farmi riflettere: di quanto forte sia l'influenza dei genitori sui figli; come ogni scelta, ogni decisione, ogni azione possa lasciare un segno indelebile in una persona. Immagino, perché non lo sono, che non sia un compito semplice essere un genitore, di quanto in realtà uno non possa fare altro che cercare di fare “il proprio meglio”, di compiere le scelte che uno crede siano le più giuste, di fare quello che uno crede essere il bene del bambino. E fa paura pensare che, nonostante gli sforzi e la buona volontà, i genitori possano trasformarsi, agli occhi dei figli, fantasmi da esorcizzare.

La nostra storia ci ha permesso di essere quello che siamo, ma ci impedisce spesso di essere ciò che desideriamo essere.


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