martedì 20 ottobre 2020

Non giocare

*Nel post “Le infinite possibilità” vi raccontavo del percorso iniziato questa estate. Qui di seguito scrivo di uno dei primi passi che ho fatto per compiere questo cambiamento.


The only way to win a mind game? Don't play.”

Mel Robbins

Che cos'è un mind game? Sono tutte quelle azioni o frasi che mettiamo in atto verso qualcuno per portare una situazione a nostro vantaggio. Lo facciamo tutti, frequentemente e spesso senza rendercene conto e non sempre con cattiveria. Tutte le volte che ci troviamo di fronte a qualcuno che non la pensa come noi o vogliamo che agisca in un certo modo; lo facciamo con i figli, i compagni di vita, gli amici, il negoziante da cui vogliamo ottenere uno sconto.

Alcuni mind game sono passeggeri e si limitano ad una precisa situazione, alcuni diventano abitudinari e altri sfociano in patologie, come nei narcisisti, che sono campioni mondiali.

Sarà capitato anche a voi di iniziare una discussione e rendervi conto che alla fine non state più litigando per il motivo iniziale, anzi magari l'avete pure dimenticato, e concludete con il rinfacciarvi ancora ed ancora sempre le stesse cose, al punto che potete prevedere le risposte della persona che vi sta di fronte perché le sapete a memoria (anche le vostre reazioni sono sempre le stesse).

Ad un certo punto però questa estate sono arrivata al punto di essere stanca e provata da queste discussioni sempre uguali, sempre fini a se stesse, anzi senza fine e ho deciso che non volevo più continuare in quel modo. C'era solo un piccolo particolare: non sapevo come.

Sono sempre stata una persona impulsiva, pronta a sentirmi punta sul vivo, dall'animo che si scalda facilmente e il tono di voce che si alza immediatamente. Ma sono anche una persona sensibile, che soffre tremendamente per questi scontri e, paradossalmente, crescendo la cosa è andata peggiorando con la conseguenza di: notti insonni, tachicardia, stress fisico e mentale. Per il mio bene dovevo fare qualcosa e, non sapendo cosa, ho iniziato con lo stare zitta.

È stato strano all'inizio, ma questo mi ha permesso come per magia di fare quel passo indietro e vedere i trabocchetti, i trucchi del prestigiatore, quei mind game che le persone mettono in atto senza neanche rendersene conto e mi ha impedito di cascarci ancora.

Informandomi e leggendo un po' in giro, ho scoperto che questo trucco gli psicologi lo chiamano soul distance: fisicamente sei presente, ma la tua anima, la parte più delicata e più sensibile di te, no, è in un luogo protetto dentro di te. Dal punto di vista pratico, significa fare un passo indietro, cercare di vedere la situazione da un punto di vista esterno e non reagire in modo impulsivo agli eventi. È una tecnica di autocontrollo, che ti permette anche di cambiare punto di vista nei confronti di una persona o una situazione, per guadagnarci in prospettiva. Non si impara dall'oggi al domani, cerco infatti di metterla in pratica ogni volta che mi accorgo che sto per ricadere negli stessi meccanismi del passato, anche nel mezzo di una discussione già avviata. Insomma, alle volte basta resistere all'urgenza di avere l'ultima parola.

Mai silenzio è stato più prezioso...

4 commenti:

  1. già seguendoti su instagram avevo notato delle affinità, ma questo post e l'altro in cui parli del tuo percorso me lo confermano. Anche io ho deciso che buttarmi giù per i lati di me che non mi piacciono, e anzi mi fanno stare male, non fosse abbastanza e ho cercato di porre rimedio, trovare soluzioni. Vado a tentoni, ma ogni tanto ho un'intuizione felice, un input che mi apre una prospettiva nuova. ed è già un passo avanti. Padroneggiare l'autocontrollo risolverebbe la metà dei miei problemi, anche lì ci lavoro, ma i risultati sono mooooolto più lenti. Intanto faccio un in bocca al lupo a te, e anche a me. Lavorare su noi stesse è un lavoro ingrato, ma ci darà grandi soddisfazioni. Valentina

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La consapevolezza di quali sono gli aspetti su cui "lavorare" è già un enorme passo avanti. I risultati sono per forza di cose lenti, non si cambia dall'oggi al domani, ma il cammino da già soddisfazione.
      Grazie per l'in bocca al lupo, che ricambio di cuore.

      Elimina
  2. I cambiamenti sono sempre lunghi e spesso faticosi. Da parte mia non ho dovuto imparare il silenzio, ma semmai il suo contrario e devo dire che a volte tacere è la cosa più saggia e più "fruttuosa"....claudiag

    RispondiElimina