lunedì 4 maggio 2020

I libri che non vi ho detto 4 - Famiglia


Col rischio, direi quasi certezza, di ripetermi, i libri per me non sono solo fonte di svago e intrattenimento, ma anche un modo per cercare delle risposte o, ancora più corretto, una visione delle cose, magari e soprattutto diversa dalla mia; un punto di vista, una sfumatura, o le parole che a me non vengono per descrivere qualcosa che sto vivendo. È raro che un libro mi deluda, al massimo mi annoia, però riesce sempre a farmi riflettere e a farmi sentire in qualche modo arricchita.
Trovo utili i post che consigliano libri in base a un tema e ho pensato così di proporvi, in questo periodo difficile, obbligati a stare chiusi nelle nostre case, lontani e vicini dai nostri cari, tre libri che, ognuno a modo proprio, parlano di genitori, figli e famiglia.

Natalia Ginzburg “Famiglia”

È un'autrice che sto (ri)scoprendo recentemente e mi piace davvero molto la sua scrittura: asciutta, precisa e sbrigativa, come una madre che non ha tempo da perdere perché è molto impegnata a star dietro a lavoro e famiglia. Spesso, inoltre, le vicende che narra sono autobiografiche. Non è il caso di questi due lunghi racconti, quello che da il titolo al libro e “Borghesia”. Vicende di smarrimento e di crisi che hanno per protagonisti due nuclei familiari della Roma degli anni settanta. Natalia Ginzburg racconta di antieroi, sempre sul punto di uscire dal torpore che li avvolge.

Richard Ford “Tra loro”

Titolo bellissimo che descrive in due parole come possiamo sentirci noi figli nei confronti dei nostri genitori, che diventano tali solo dopo il nostro arrivo e che quel tempo “prima”, quando erano solo una coppia, rimane sempre un po' un mistero. Richard Ford cerca di ricostruire quel prima, scrivendo un ritratto per ognuno dei genitori, sottolineando così l'importanza del singolo all'interno della diade madre-padre.
... sono stato un ragazzo cresciuto da due persone molto diverse tra loro, ognuna delle quali aveva da inculcarmi una prospettiva separata, si sforzava di agire di concerto con l'altra e possedeva due dei quattro occhi attraverso i quali io cercavo di vedere il mondo.
Paul Auster “L'invenzione della solitudine”

L'improvvisa morte del padre mette di fronte l'autore ad un altrettanto improvviso bisogno di mettere per scritto la vita di questo uomo schivo e solitario. Un viaggio sul viale dei ricordi, un ritratto di famiglia e una commossa riflessione sulla difficoltà di essere figli e padri. Un doloroso quadro di un rapporto mai davvero esistito, di uomo che aveva sempre rifuggito qualsiasi tipo di contatto, un individuo che non ha lasciato tracce.
Era un uomo invisibile nel senso più profondo e più concreto: invisibile agli altri, e molto probabilmente anche a se stesso. Se da vivo continuavo a sondarlo cercando in lui il padre che non c'era, sento ancora il bisogno di cercarlo da morto. La sua morte non ha cambiato nulla. L'unica differenza è che mi manca il tempo.
Mi auguro di avervi incuriosito, spinto alla lettura di uno di questi volumi e che nascano riflessioni se non epifanie su di voi e la vostra, di famiglia.
Se vi piacciono questi post di libri a tema, non esitate a chiedermi un argomento, sarò felice di cercare delle letture da consigliarvi.

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