lunedì 15 aprile 2019

Lettere in morte di Virginia Woolf


Il 3 aprile 1941 compariva sul “Times” l'annuncio della scomparsa, e morte presunta, di Virginia Woolf. Da quel giorno, fino al ritrovamento del corpo dopo tre settimane e per i mesi seguenti, il marito Leonard Woolf e la sorella Vanessa Bell ricevettero centinaia di lettere provenienti da i diversi angoli della terra, attestanti l'enorme lutto che aveva colpito le persone che avevano avuto la fortuna di conoscerla ma, soprattutto, i lettori di tutto il mondo. Queste lettere sono raccolte nel volume “Lettere in morte di Virginia Woolf” a cura di Sybil Oldfield e pubblicato da La Tartaruga edizioni.
Pregevole lavoro di studio storico, bibliografico e sociale, questo libro è sicuramente indicato per gli appassionati più incalliti della scrittrice; da ognuna di queste lettere, infatti, traspare un aspetto particolare, un inedito dettaglio, un omaggio affettuoso e l'impronta di un ricordo indelebile.
Si ha però, inoltre, il polso della vita di quel periodo, quando la minaccia di Hitler e il nazismo incombevano sull'Europa. Si scopre così, ad esempio, che il suicidio di Virginia Woolf venne fortemente giudicato e letto come ennesima conferma della critica che la stampa stava facendo proprio in quel periodo alla cerchia di Bloomsbury: gli intellettuali venivano ritratti come un élite distante dal popolo, incapace di partecipare alla lotta alla sopravvivenza che stava sostenendo l'Inghilterra. Dopo la pubblicazione di una lettera scritta dalla moglie di un vescovo di Lincoln, Leonard Woolf si sentì addirittura in dovere di rispondere in difesa del suicidio della moglie.
Sento di non dover lasciar passare sotto silenzio l'affermazione secondo cui Virginia Woolf si sarebbe suicidata perché incapace di affrontare i «momenti terribili» che tutti noi stiamo attraversando. Perché non è vero...

Leonard Woolf (lettera al Times del 4 maggio 1941)
Tutti coloro che avevano conosciuto bene Virginia, invece, furono concordi nell'attestare il merito al marito per averla tenuta in vita e averle così permesso di donare ai lettori magnifiche opere letterarie.
Nessuno che abbia conosciuto Virginia attraverso i suoi scritti o in altro modo potrebbe credere che volesse sfuggire alla guerra - …

Lady Eleanor (Nelly) Cecil

Le hai reso la vita vivibile e l'hai tenuta al riparo dalle preoccupazioni e le hai dato tanta felicità.
Violet Dickinson

Hai fatto dei sacrifici per Virginia, sacrifici che sei stato fortunato di poter fare e dei quali ci dobbiamo congratulare con te. Ma le hai reso anche un servizio, il servizio di un'intera vita, che ti merita la gratitudine dei suoi amici.

Harry Stephen

Hai trent'anni di vita insieme cui riandare col pensiero, trent'anni durante i quali l'hai custodita e protetta – cosa di cui il mondo intero, oltre ai suoi amici, ti è debitore.

Saxton
Sebbene le lettere possano sembrare molto simili tra loro, queste si distinguono per la varietà dei mittenti e l'eccezionalità di molti di loro; personalità letterarie e intellettuali, organizzazioni inglesi di diverso stampo e, soprattutto, tanti lettori, del tutto ignoti ai Woolf: un prigioniero di guerra tedesco, due rifugiati ebrei, uno studente universitario americano, una giovane australiana, una canadese, solo per fare alcuni esempi.
Ho apprezzato enormemente che alla fine della lettera ci fosse sempre una breve nota sulla biografia del mittente e gli eventuali rapporti avuti con Virginia, Leonard o Vanessa. Leggere queste missive è stato come affacciarsi sull'Inghilterra di quei mesi, rivivere non solo l'angoscia dei cari di Virginia, ma anche i ricordi dei bei tempi che avevano passato insieme.
Inutile aggiungere che l'abbandono dell'arte dello scrivere lettere è secondo me, senza sentirmi esagerata, una grave perdita per noi tutti.

2 commenti:

  1. Ma quant'era bello ricevere lettere da amici lontani, cartoline da chi era partito o anche le missive dei pen friend? Aprire la cassetta e trovare un messaggio per te, da assaporare, analizzare, su cui riandare con la mente o da rileggere più e più volte? Immaginare quella persona intenta a scriverti e gioire del pensiero che ti avesse dedicato un po' del suo tempo?
    Adesso nella cassetta delle lettere si trovano solo bollette o volantini pubblicitari e aprirla è demoralizzante.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Era bellissimo e lo è tutt'ora, quelle poche volte che succede! Inoltre era un modo di comunicare diverse, più meditato e per questo, secondo me, più profondo. Conitnuerò a scrivere lettere, mi piace troppo farlo.

      Elimina