lunedì 20 novembre 2017

La distrazione di Dio


Con i libri dovrebbe essere sempre così: inizi a leggere e vieni rapito, dalla storia, dai personaggi, dalla scrittura. È una cosa che dai per scontata, perché ti fai influenzare dal marketing, dalla pubblicità, dai soliti noti e il fatto che la lettura di un libro sia bella lo dai quasi per assodato. Ti stupisci semmai del contrario, quando non ti piace e "strano, tutti ne parlano così bene..." Se poi sei un lettore come me, poco avventuroso, amante dei classici e quindi non avvezzo a sperimentare e azzardare nelle letture, quando lo fai la sorpresa è doppia; e quante piacevoli scoperte sto facendo da quando ho iniziato a tenere la rubrica #turineisa.
L'ultima è stata quella di Alessio Cuffaro e il suo “La distrazione di Dio” edito da Autori Riuniti. Mentre lo leggevo ricordo che mi domandavo: quanto si sarà divertito a scriverlo l'autore? Spero almeno la metà di quanto io mi stia divertendo a leggerlo! E non è neanche un giallo o un thriller, che per la loro struttura sono per forza portati a tenere legato a sé il lettore; qui non c'è nessun assassino da trovare ne un caso da risolvere.
Eppure non riuscirete a posare il libro presi come sarete dalle avventure di Francesco Cassini, stimato ingegnere nella Torino di fine Ottocento, che un giorno, dopo un incidente mortale, si risveglierà in un altro corpo. Un nuovo fisico da abitare, una nuova vita da imparare. Divertente, vero? Quante volte ci siamo detti «Se potessi ricominciare tutto da capo? Se rinascessi un'altra volta?» E se Dio si distraesse e, per sbaglio, ci regalasse proprio questa possibilità? Solo che... spero di non far venire la pelle d'oca a Cuffaro con questa citazione:
A volte è Dio che sbaglia la tua ordinazione,
per questo se chiudi la porta si apre un burrone.
Fedez
Quante volte mi sono arrabbiata perché non ho ottenuto quello che desideravo, quante lacrime ho speso per questa vita che non era come l'avevo sognata. Dove avevo sbagliato? Cosa avevo fatto per meritarmi tutto questo? Perché io?
Così, come se niente fosse, mentre leggi quella che pensi sia una trovata divertente, l'autore ti fa uno sgambetto e tu capisci che non c'è niente da ridere, qui è di vita che stiamo parlando. E di tempo. E di come impiegarlo. E che farne di quello già speso.
Mi sono chiesto cosa sarebbe successo, della tua e della mia vita, se quel giorno ti avessi dato retta e non ti avessi lasciato entrare. Ma non ha molto senso, ti pare? Uno alla fine si guarda indietro e si lascia tormentare da tutte le opzioni scartate nel corso degli anni. Se avessi fatto, se non avessi fatto. Non serve. È come cercare di ripercorrere a ritroso una partita a scacchi persa, provando a risalire alla mossa che ha compromesso tutto.

Si scoprì esausto. Schiacciato dal peso di una vita troppo lunga che non si era mai preso la briga di guardare e capire. Tutto quello che era riuscito a fare in più di un secolo era stato vivere. Così come veniva. Senza nessun altro scopo che non fosse quello di tirare avanti un po' di più.
La vita può essere un'avventura meravigliosa o una fatica pazzesca, la vita è un azzardo, è una macchina da guidare senza patente, una melodia da suonare senza spartito, è un libro da scrivere senza conoscere il finale; ci sono diversi modi per attraversarla, Alessio Cuffaro ce ne mostra qualcuno, ma la risposta non è univoca, ognuno dovrà cercare il proprio, magari seguendo questo piccolo importante suggerimento nascosto a pagina 89.
L'unica cosa che so della felicità è che non te la possono misurare gli altri come si fa con la febbre.

7 commenti:

  1. Questa tua rubrica ci regala un libro più interessante dell'altro.
    Alla già lunga lista dei libri da leggere aggiungo questo, ma in cima, chè mi hai porprio convinto.
    Grazie.

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    1. Non sai quanto mi fa piacere, Martina. Un abbraccio.

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    2. Eccomi qui.
      L'ho letto, e .....rullo di tamburi.....mi è piaciuto un sacco!
      Mi è piaciuto lo stile: diretto, pulito.
      Mi è piaciuto lo sviluppo della trama: incuriosisce e ti tiene legato pur senza colpi di scena o effetti pirotecnici.
      Ero curiosissima di sapere come avrebbe concluso una storia così bizzarra e credo abbia avuto un momento di genio giunto all'epilogo.
      Non mi ero mai soffermata troppo sul concetto di immortalità e beh, ecco, se mai avessi accarezzato il sogno di una vita via l'altra, come previsto da Silvio, ora ho decisamente cambiato idea!
      Grazie Francesca: mi hai dato davvero un ottimo suggerimento.

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    3. Grazie Martina per essere tornata a condividere le tue impressioni, non sai quanto mi fa piacere!

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    4. E sono strafelice il libro ti sia piaciuto, ovvio. :-)

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  2. Ammetto di giocare in casa (da tutti i punti di vista :-)) ma questa rubrica mi sta regalando delle piacevoli sorprese.
    La distrazione di Dio l'ho letto con la continua curiosità di vedere cosa sarebbe successo nelle pagine successive.
    Il concetto dell'immortalità è qualcosa che tutti prima o poi abbiamo accarezzato e forse sognato. Dopo questo libro qualcuno potrebbe cambiare idea.
    Alla prossima lettura

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    1. Grazie per le belle parole e per condividere le letture con me.

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