lunedì 24 aprile 2017

Il ministero della bellezza


Provate a immaginare questo: un parrucchiere di enorme fama, non vedente, che riesce a salire al governo, istituire un ministero basato solo ed esclusivamente su severi canoni estetici e che incomincia pian piano a riorganizzare la vita degli italiani, prendendo sempre di più il sopravvento. Gli specchi sostituiscono la segnaletica stradale, cibi e bevande poco sani vengono messi al bando, l'ingresso ai centri urbani sono permessi solo dopo una selezione e chi non è abbastanza bello è obbligato ad indossare un sacchetto di carta con i buchi per gli occhi per potervi entrare, fino ad arrivare a un controllo delle nascite basato sulle capacità genetiche dei genitori di mettere al mondo dei bambini di bell'aspetto.
Quando il protagonista del libro, uno scrittore trentenne, capisce che non gli sarà più possibile pubblicare un libro perché non è abbastanza avvenente, cercherà prima di reagire e ribellarsi, poi cercando di farsi beffa del sistema ingaggiando una controfigura, una sorta di avatar.
Nel terzo libro della rubrica Turineisa “Il ministero della bellezza” di Marco Lazzarotto entriamo in quella che viene definita una realtà parallela, un universo distopico in cui vengono esasperati gli aspetti più inquietanti degli eventi sociali degli ultimi anni: i reality, il narcisismo dei Social e una politica dell'immagine sempre più preponderante.
Una lettura scorrevole e leggera che vi strapperà spesso un sorriso con i suoi paradossi e controsensi, ma non potrete fare a meno di non accorgervi del retro gusto amaro. A me ha fatto venire in mente questa frase, ricopiata su un mio quaderno parecchi anni fa:
Lo spettacolo sta per cominciare quando un pagliaccio esce dal sipario e intima a tutti di fuggire perché si è sviluppato un incendio. Tutti si guardano e pensano a uno scherzo per divertire il pubblico. Ma questo insiste, sbraita, si dimena. E tutti giù a ridere... Una grande risata li seppellì tutti, perché l'incendio c'era veramente. Ecco, così io mi immagino l'apocalisse. E così sembra che si stia realizzando.
E ho sperato fino all'ultimo in un finale diverso.

2 commenti:

  1. Un parrucchiere?!? Sul serio?? Di questi tempi qualcuno ne avrebbe bisogno... ;D
    Mi sembra un romanzo folle e visionario, come 1984 di Orwell. Di quei romanzi che, a distanza di anni, non sembrano più tanto visionari e folli.
    Mi hai davvero incuriosito. Credo proprio che lo comprerò.
    Grazie!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Un parrucchiere e per di più non vedente! Paragone azzeccato; se lo leggi fammi poi sapere le tue impressioni.

      Elimina