Questa
estate ho fatto una cosa che non avevo mai fatto prima.
VV
ama molto leggere i libri e farseli leggere; arriva ad impararli a
memoria e forse è proprio questo il suo scopo. Le piace così tanto
che sovente capita che siamo noi per primi a dire: «No,
dai, giochiamo un po'».
Bello leggere eh, ma quando diventa troppo ripetitivo, lo stesso
libro trilioni di volte, diventa per assurdo, per quanto si ami la
lettura, noioso.
Fino
a questa estate però, VV non mi aveva mai vista leggere. Sapeva che
leggevo perché vedeva i libri sul comodino (puntuale come noi
timbriamo il cartellino al lavoro, lei toglie il segnalibro, tutte le
volte che ci capita davanti) ed era consapevole fossero i miei, ma
non ne avevo mai aperto uno con lei presente. Non posso dire che non
mi era possibile farlo perché non ci avevo neanche mai provato.
Semplicemente, ingenuamente, davo per scontato fosse una di quelle
cose che non sarei riuscita a fare con lei. Avevo relegato la lettura
ai momenti in cui VV dormiva.
Questa
estate però, senza motivo se non che avevo voglia di farlo, un
giorno ho preso il libro e le ho detto che mamma avrebbe letto un
po'. Lei non ha avuto nulla da obiettare anzi, ha aggiunto: «Leggo
anch'io» ed è andata a
prendere alcuni suoi libri per poi venire a sedersi vicino a me. Se
sono rimasta stupita? Altroché! E mi sono anche data della sciocca
per non averlo fatto prima; quante occasioni andate perse!
Non
immaginatevi lunghe ore a leggere, spesso e volentieri vengo
interrotta, leggo la stessa frase cento volte, perdo il filo e torno
indietro ma pensate la mia gioia quando lei per prima un giorno mi ha
detto: «Facciamo un po' di
lettura?». Ci sono quindi anche
giorni fortunati, in cui a lei basta avermi lì, accanto a lei, anche
se sono immersa in un libro, e a me è sufficiente leggere anche solo
un paragrafo per ricaricarmi, sentire di aver dedicato del tempo a me
ed essere pronta al cento per cento per dedicarmi a lei. Basta così
poco...
Riflettevo,
allora, su chissà quante volte ci imponiamo dei limiti che non
esistono, rinunciamo ancora prima di provarci, vediamo steccati dove
non ci sono. Soprattutto, pensavo a come ho sbagliato sottovalutando
VV e la sua capacità di comprendere, di auto intrattenersi, di
essere autonoma, di imparare dal mio esempio, di apprezzare la mia
presenza anche se non mi sto dedicando al cento per cento a lei.
Spero di aver imparato da questa esperienza e di non commettere più
errori simili in futuro. Per me e per VV.
Le
più belle parole sono i fatti.