Vittoria
in viaggio e poi a Berlino è stata brava, bravissima; e non lo
scrivo perché ogni scarrafone è bello a mamma sua,
ma come una constatazione, perché non avevo la più pallida idea di
come sarebbe andata. Vittoria sa essere molto brava e molto spesso lo
è ma, quando non lo è, raggiunge delle vette altissime (o
bassissime dovrei dire, raggiunto il fondo incominciamo a
scavare...). Tutto questo non è prevedibile e quindi evitabile così,
come per me stessa, anche nei suoi confronti non ho voluto crearmi
aspettative né partire prevenuta. Ero solo molto motivata nel
cercare di fare tutto il possibile per rispettare i suoi tempi e le
sue esigenze, con la speranza che questo aiutasse la buona riuscita
della vacanza.
Quando
si dice che i bambini hanno bisogno di poco è vero, verissimo: una
routine consolidata e tempo per giocare a volontà, il tutto condito
da coccole e attenzioni. In vacanza, soprattutto in una città
straniera, dove tutto è nuovo e diverso, mantenere le abitudini è
sicuramente complicato. Abbiamo cercato il più possibile di
rispettare gli stessi orari che aveva a casa, o comunque che la
giornata fosse sempre scandita allo stesso modo senza grossi
sconvolgimenti. La colazione, ad esempio, una volta scoperto una
caffetteria di nostro gradimento e che aveva in più il vantaggio di
avere un angolo dedicato ai bambini, l'abbiamo sempre fatta lì.
Certo, sarebbe stato bello scoprire ogni giorno un locale nuovo (cosa
che facevamo comunque già a pranzo e cena), ma iniziare la giornata
sapendo che cosa l'aspettava (soprattutto i giochi) credo
predisponesse al meglio VV.
Il
caso ha voluto che proprio di fronte al nostro albergo ci fossero dei
giardinetti, ci siamo andati in realtà una volta sola; Berlino è
stato il nostro campo da gioco. Un po' di fantasia (senza disturbare
o mancare di rispetto) e qualsiasi luogo si presta ad un'arrampicata,
una corsa o un nascondino improvvisato cercandosi negli specchi, una
foto con la mamma diventa la scusa per fare la lotta, l'espositore di
volantini il tuo personalissimo bookshop in un museo.
Ai
bambini, inoltre, piace copiare noi adulti: considerato che mentre si
visita una città straniera si passa parecchio tempo fotografandola e
con la cartina in mano, VV era munita sia di mappa che macchina
fotografica (l'immagine in cui fa finta di controllare come è venuta
la foto mi fa una tenerezza pazzesca!).
All'estero,
come a casa, ci siamo presi con calma tutto il nostro tempo per
giocare con fontane, bolle di sapone e fare un giro di giostra
(grazie al costo, quest'ultimo per noi sarà indimenticabile!)
post foto e orsi bellissimi!!! sandra
RispondiEliminaGrazie Sandra!
Elimina