venerdì 25 settembre 2020

Le infinite possibilità

È stata un'estate complicata, piena di tante, troppe notti insonni. Sono stata male, mentalmente ed emotivamente e questo, inevitabilmente, si è ripercosso sul mio fisico e il mio stato di salute.

Ma è anche stata un'estate ricca di rivelazioni, su di me e alcune dinamiche che metto in atto, sul rapporto che ho con me stessa e con gli altri. È come se fossi riuscita per la prima volta a leggermi profondamente dentro, a vedermi da lontano, parte di un insieme. Non tutto quello che ho visto e vissuto mi è piaciuto ma, per la prima volta, non ho subito passivamente. Non solo ho realizzato che qualcosa andava cambiato, non mi sono limitata a lamentarmi come facevo di solito, ho incominciato a cercare il cambiamento. Cerco, proprio così, perché non so bene dove andare, come fare, ma non sto ferma, ci provo. Il mio obiettivo è me stessa e il mio stare bene. Sano egoismo, lo chiamano.

Non sono mai stata così propositiva e determinata. Di solito mi concentravo sui miei difetti per giudicarmi senza alcuna pietà, per la prima volta questa estate non li ho visto come parti granitiche di me da accettare passivamente, ma come qualcosa che dovevo e potevo cambiare. Non mi sono depressa per come sono, non mi sono sentita mancare la terra sotto ai piedi per la perdita di alcune certezze nel momento in cui ho deciso di abbandonare la vecchia me, senza sapere verso quale nuova me mi sarei incamminata. Tutto quello che ho sentito e sento è la forza, immensa, delle infinite possibilità. Posso fare ed essere ciò che voglio. Il futuro non è mai stato così bello.

Non è facile. Quando intraprendi questo tipo di cammino le persone intorno a te si ribellano: non ti riconoscono più e rivogliono indietro la vecchia te, anche con tutti i tuoi difetti. Ci vuole molta forza di volontà, molte energie, tanta concentrazione per non perdere di vista l'obiettivo e non cedere al canto delle sirene, che ti riporterebbero indietro. Sono in mezzo al mare, in mezzo alla tempesta, ma ho saldo il timone e lo sguardo rivolto in avanti.

In tutto questo ne ha risentito anche il blog, questo luogo faceva parte, una parte molto importante e bella, della mia vecchia me. Vorrei portarlo con me, ma non ho ancora capito come. Sento che se continuassi a scriverlo come facevo prima, sarebbe un freno, un legame col passato che io invece voglio lasciarmi alle spalle. Inoltre, da quando ho smesso di scriverlo, ho iniziato a tenere un diario, segno inequivocabile che non riesco a stare senza mettere i miei pensieri nero su bianco. Il diario però è più intimo, scrivo solo per me, non ci sono filtri e questo mi permette di raggiungere livelli di chiarezza altissimi. In questo momento ho bisogno di scrivere un diario.

Perché vi racconto tutto questo? Per riprendere un dialogo, per mantenere un contatto, perché alcuni di voi su Instagram mi hanno detto che gli manca il blog e mi hanno resa felice dicendomelo, perché mi manca condividere le mie letture (tra l'altro, quando scrivo dei libri che leggo poi me li ricordo meglio), perché quando si intraprende un viaggio si fanno le valige e si sceglie che cosa portare via con sé, e io vi voglio portare con me; mi avete tenuto compagnia in tante avventure (anche e soprattutto in quelle brutte) e siete stati ottimi compagni di viaggio.

L'intenzione c'è, la buona volontà anche, ora non mi rimane che mettere in pratica.

Si crede che, quando una cosa finisce, un'altra ricomincia immediatamente. No. Tra le due cose, c'è lo scompiglio.

Marguerite Duras