Come
siete messi nella lettura delle opere teatrali? E' un genere che
frequentate abitualmente? O siete più del partito “Va bhe, non
puoi non aver letto Shakespeare, togliamoci il dente”?
Personalmente, la seconda che ho scritto. Non posso non aver letto il
grande bardo, avendo frequentato Lingue e Letterature Straniere
all'università e aver scelto come prima lingua proprio l'inglese.
Detto questo, mi sono proprio tolta il dente, Shakespeare non lo so
apprezzare. Cioè, se prendi un brano, di quelli perfetti per i Baci
Perugina, mi piace e anche molto, ma leggere in un colpo solo quasi
tutte le sue opere teatrali è stata una sofferenza. Come leggere il
copione di un film; il film è fatto per essere visto al cinema,
un'opera teatrale per essere ascoltata a teatro. E di opere teatrali
ne ho lette tantissime, sempre grazie agli studi, ma l'impressione
non è migliorata; è un mio limite, lo confesso.
Anche
l'ultima in ordine cronologico l'ho letta perché dovevo/volevo.
Voi lo sapete che Virginia Woolf ha anche scritto una commedia? Io
avrei dovuto saperlo, avendo letto sia il suo diario che le sue
lettere e in entrambi ne parla lungamente, ma mi era sfuggita
l'informazione a quanto pare. Mi consolo perché è successa la
stessa identica cosa a Chiara Valerio ed è proprio per questo, per
riparare a questa sua svista, che ha deciso di occuparsi della
traduzione per Nottetempo.
Lungi
da me dal commentare la commedia "Freshwater", edita da nottetempo, se non ci fossero stati a seguire
alcuni ritratti dei protagonisti scritti sempre da Virginia Woolf e
una postfazione di Chiara Valerio, non sarei stata in grado di
comprenderla e apprezzarla. Vi consiglio quindi il libro anche e soprattutto per
quest'ultimi, Virginia Woolf è una maestra nel tracciare ritratti,
di rendere vive e presenti le persone, al punto che finita la lettura
vi lascia l'impressione di averle sempre conosciute, che abbiano
fatto anche loro parte della vostra vita. Perché è questo che fa
Virginia Woolf:
Nella menzogna, nella proliferazione verbale, nella variazione e nell'interpretazione di un dato di realtà – dunque presunto vero, o tale considerato -, c'è la possibilità di colmare la distanza tra conoscenza ed esperienza e dunque di scrivere la vita.