lunedì 29 giugno 2015

Scrivere la vita

Come siete messi nella lettura delle opere teatrali? E' un genere che frequentate abitualmente? O siete più del partito “Va bhe, non puoi non aver letto Shakespeare, togliamoci il dente”? Personalmente, la seconda che ho scritto. Non posso non aver letto il grande bardo, avendo frequentato Lingue e Letterature Straniere all'università e aver scelto come prima lingua proprio l'inglese. Detto questo, mi sono proprio tolta il dente, Shakespeare non lo so apprezzare. Cioè, se prendi un brano, di quelli perfetti per i Baci Perugina, mi piace e anche molto, ma leggere in un colpo solo quasi tutte le sue opere teatrali è stata una sofferenza. Come leggere il copione di un film; il film è fatto per essere visto al cinema, un'opera teatrale per essere ascoltata a teatro. E di opere teatrali ne ho lette tantissime, sempre grazie agli studi, ma l'impressione non è migliorata; è un mio limite, lo confesso.
Anche l'ultima in ordine cronologico l'ho letta perché dovevo/volevo. Voi lo sapete che Virginia Woolf ha anche scritto una commedia? Io avrei dovuto saperlo, avendo letto sia il suo diario che le sue lettere e in entrambi ne parla lungamente, ma mi era sfuggita l'informazione a quanto pare. Mi consolo perché è successa la stessa identica cosa a Chiara Valerio ed è proprio per questo, per riparare a questa sua svista, che ha deciso di occuparsi della traduzione per Nottetempo.
Lungi da me dal commentare la commedia "Freshwater", edita da nottetempo, se non ci fossero stati a seguire alcuni ritratti dei protagonisti scritti sempre da Virginia Woolf e una postfazione di Chiara Valerio, non sarei stata in grado di comprenderla e apprezzarla. Vi consiglio quindi il libro anche e soprattutto per quest'ultimi, Virginia Woolf è una maestra nel tracciare ritratti, di rendere vive e presenti le persone, al punto che finita la lettura vi lascia l'impressione di averle sempre conosciute, che abbiano fatto anche loro parte della vostra vita. Perché è questo che fa Virginia Woolf:
Nella menzogna, nella proliferazione verbale, nella variazione e nell'interpretazione di un dato di realtà – dunque presunto vero, o tale considerato -, c'è la possibilità di colmare la distanza tra conoscenza ed esperienza e dunque di scrivere la vita.

2 commenti:

  1. Non ho letto molte rappresentazioni teatrali.
    Ma Shakespeare l'ho letto.
    In italiano.
    In inglese.
    In francese.
    In tedesco (ma questa parte della mia vita rimarrà per sempre oscura...).
    Ho iniziato ad apprezzare lui e lo stile quando ho smesso di leggerlo ed ho iniziato a recitarlo. Intendiamoci, niente di serio: solo io, chiusa in casa al riparo dalla vergogna, che recito il testo! E' iniziato come gioco e non solo mi sono divertita un sacco, ma ho iniziato a "sentirlo", a percepirlo, a capirlo. E più mi impegnavo, e più mi "entrava dentro". Davvero una lettura diversa su piani differenti. Da provare!

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    1. Interessante questa tua "chiave" di lettura. Non ci avevo mai pensato... In effetti, dai tempi dei tempi, l'uomo ha sempre ascoltato le storie, ha iniziato a leggerle solo in un secondo tempo.
      Ma quante lingue conosci???

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