Ogni
giorno al Salone del Libro di Torino si è tenuto un incontro in cui
due ospiti tra scrittori, giornalisti e critici, parlavano di alcuni
libri poco conosciuti che loro invece hanno molto amato:
“Abbecedario. I libri da non perdere”, l'incontro tra e per
lettori per antonomasia, secondo me. Mi sarebbe molto piaciuto
prendere parte a tutti questi incontri, purtroppo sono riuscita ad
andare a solo uno di questi, dove si sono confrontati Fabio Gambaro,
inviato a Parigi del quotidiano “La Repubblica”, e la scrittrice,
traduttrice e critica Chiara Valerio. I libri di cui hanno parlato
non hanno attirato più di tanto la mia curiosità di lettrice, ma è
comunque bello stare ad ascoltare, anche solo per scoprire nuovi
autori o titoli; chi invece ha catturato la mia attenzione è stata
Chiara Valerio, che conoscevo solo di nome: un petardo di donna,
ascoltarla è come cercare di correre dietro a un treno ad alta
velocità, si rimane senza fiato. Una lettrice dall'entusiasmo
contagioso, da cui ogni poro trasuda amore smisurato per i libri e
per la lettura; lei ha iniziato a leggere per noia, stanca di dover
intrattenere la sorella più piccola con giochi da dover poi
rimettere a posto, pena le ire della madre. Un giorno scoprì che
leggere un libro ad alta voce poteva essere altrettanto divertente e
rimetterlo a posto nella libreria molto meno faticoso, da quel giorno
non si è mai più fermata.
Immaginate
la mia gioia incontrandola nuovamente in occasione della
presentazione di due nuove traduzione di Virginia Woolf: “Tra un
atto e l'altro”, tradotto proprio da quest'ultima per Nottetempo, e
“Gita al faro” tradotto da Anna Nadotti per Einaudi.
Non
so se avete mai avuto modo di ascoltare un traduttore mentre parla
del suo lavoro e della sua traduzione, è qualcosa di molto
affascinante il rapporto che si viene a creare tra autore e
traduttore grazie alle parole, ha qualcosa di magico quello che i
traduttori fanno con il testo. Subito dopo il desiderio di vedere uno
scrittore all'opera, mi piacerebbe tantissimo poter osservare un
traduttore; mi attrae al punto che sono arrivata a domandarmi in
questi ultimi giorni il perché io non abbia preso neanche in
considerazione questo indirizzo di specializzazione all'università... Era
la prima volta che incontravo Chiara Valerio, la seconda volta
invece, dopo la traduzione di “Mrs Dalloway” e un breve scambio
di mail, con Anna Nadotti, a cui è seguito un terzo incontro sabato
scorso; avrò sicuramente modo di parlarvi in futuro di che squisita
persona sia.
Ho
preso parte ad altri incontri libreschi,
ma i libri di cui trattavano ho deciso di regalarli a persone che mi
leggono e che capirebbero subito, non mi è possibile quindi
scriverne, mi dispiace.
Con
questo post si conclude il racconto del mio Salone
del Libro; mi rimane solo più da fare due considerazioni conclusive
ed elencarvi i miei acquisti. Spero di non essermi dilungata troppo e
che quanto scritto sia stato di vostro interesse. Vi auguro un buon
fine settimana.
Ho visto anch'io Chiara Valerio, il nome non mi era nuovo ma non sapevo in realtà chi fosse, per cui sono passata oltre. Grazie per i tuoi dettagliati racconti, il salone? be' mi manca già. Sandra
RispondiEliminaManca anche a me...
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