Su
Instagram, a commento di una foto e una didascalia inneggianti alla
festa del 1° maggio, ho letto: “Una festa senza il festeggiato!”
e ho sorriso, amaramente. Di questi tempi avere un lavoro sembrerebbe
essere diventato un lusso e le persone che ce l'hanno, solo per il
fatto che ce l'hanno, devono sovente abbassare il capo, ringraziare e
accettare le peggio cose. Perché bisogna tenerselo quel lavoro,
bello stretto, anche se è come stare otto ore all'inferno, anche se
sottopagato, sfruttato, denigrato, sottovalutato. Ringrazia che ce
l'hai, è il sottinteso.
Ma
non volevo fare una filippica, né del populismo, né inneggiare alla
ribellione, né niente...
Pensavo
tra me e me che cosa vorrei insegnare a VV sul lavoro. Adesso le dico
che papà esce tutte le mattine per andare a lavorare perché ci
servono i soldi per comprare da mangiare, i vestiti, una casa e le
bollette. Se siamo fortunati, e ci avanzano dei soldi in più,
possiamo comprare i giochi, i libri, le gite, le vacanze e il gelato.
Quando sarà più grande cercherò di spiegarle che è giusto cercare
di perseguire i propri sogni e di fare della propria passione un
lavoro ma che solo i più bravi e i più fortunati ci riescono. Non
sempre però il lavoro e la propria passione coincidono e non deve
essere un problema. Si può e si deve lavorare con passione e si può
e si deve avere cura delle proprie passioni come se fossero un
lavoro.
Non
cedere all'indolenza, alla pigrizia e alla mediocrità perché tanto
un posto ce l'hai e nessuno te lo toglie. Non smettere di far valere
i tuoi diritti perché temi invece di perderlo. Non mancare mai di
rispetto a colleghi, collaboratori e superiori. Non farti mai mancare
di rispetto. Svolgi qualsiasi mansione come se fosse importante
(qualsiasi lo è, anche quella che ti sembra più svilente). Sii
umile ma non accettare che non venga riconosciuto il tuo valore. Non
spettegolare. Mangia in modo sano, bevi spesso e fai una pausa. Sii
ordinata. Non smettere mai di imparare. Sorridi. Una volta timbrato
il cartellino, lascia il lavoro al lavoro.
No man ever said on his deathbed I wish I had spent more time at the office.
Tradotto
(male) da me: Nessun uomo ha mai detto sul letto di morte “Vorrei
aver passato più tempo in ufficio”.
Lascerò anch'io il lavoro al lavoro... Concordo in tutto. Avrei una richiesta però. Non è che visto che i giochi, i libri, le gite, le vacanze e il gelato piacciono anche a me, se VV vi chiedesse un giorno un fratellino maggiore, molto maggiore, io sono disponibile. Dati i tempi...
RispondiEliminaOneri e onori del fratello maggiore, però...
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