Rimarrò
sempre con il rimpianto di non aver studiato storia dell'arte. Non
che non fosse prevista questa materia nel liceo che ho frequentato,
semplicemente ho avuto una pessima professoressa, che non è stata in
grado di farmi appassionare. Nulla mi vieta di studiarla da auto
didatta, ma sento che mi manca il la, un attacco, per poi proseguire
da sola.
Continuo
però a frequentare mostre e musei, perché mi piacciono, perché mi
regalano belle emozioni, intuizioni, idee. Ogni tanto ho la fortuna
di essere accompagnata in queste visite da un ottima guida, spesso mi
limito ad osservare e leggere le poche e scarne informazioni scritte.
Non
ero mai stata in una galleria d'arte prima di sabato scorso, ad
attirarmi sono stati il fatto che fosse un'esposizione di sole
artiste donne e il titolo: “An Art of One's Own”, un chiaro
rimando al saggio di Virginia Woolf “A Room of One's Own”.
Alla
Raffaella De Chirico Arte Contemporanea ho trovato ad accogliermi una
gentilissima ragazza, a cui non ho chiesto il nome perché la
timidezza sovente mi rende una maleducata, che mi ha accompagnata
passo passo a conoscere le dieci artiste ospiti di questa collezione,
fornendomi spiegazioni dettagliate su ognuna di loro e sulle loro
opere. Donne con un vissuto diverso, con gli studi più disparati,
con metodi espressivi che spaziano dalla scultura al cucito, giovani
e meno giovani, alcune in vita, altre no, famose e meno famose. Tutte
alla costante ricerca delle propria arte, del metodo e del mezzo
espressivo più appropriato per comunicare se stesse, un loro
pensiero, un loro sentire
Nella
foto in apertura un'opera di Irma Blank, insieme ad Angiola Gatti, è
stata una delle artiste che più mi ha colpita; forse perché
entrambe hanno scelto come mezzo di espressione la scrittura, il
segno, la pagina, la biro.
E' impossibile vivere senza un proprio territorio, senza il senso di uno spazio che non è solo esterno ma interiore, un luogo della mente.
Siri Hustvedt
Io non sono un'appassionata di arte, e le mostre troppo lunghe mi annoiano un po'. Però tendo a relazionarmi con le singole opere, che potrei rimanere a guardare per ore. Mi è successo con "La guernica" e con la Pietà di Michelangelo...
RispondiEliminaSono d'accordo con te, il troppo stroppia. Ricordo di essere uscita dai Musei Vaticani stremata. E non ricordo nient'altro... Meglio godere delle singole opere.
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