Ogni
tanto, forse un po' troppo spesso, mi perdo nel buco nero della
navigazione: apro una pagina dove trovo un link, che mi rimanda a un
altra pagina ancora, oh e poi un altro, e un altro ancora e alla fine
mi scordo dove tutto era iniziato. Ogni tanto così facendo scopro
cose interessanti, ogni tanto no, purtroppo aggiungerei.
In
una di queste navigazioni a vista
sono finita sul blog di una ragazza che promuoveva il suo corso
online proprio sul blogging: prometteva di insegnarti come diventare
una blogger di successo, non come quelle casalinghe disperate e madri
frustrate che riempiono il web. Non sto interpretando e lei non ha
usato una metafora, c'era proprio scritto: casalinghe disperate e
madri frustrate.
Non
mi soffermerò sul fatto che nell'anno 2018 di nostro signore del Web
ci siano ancora persone (donne oltretutto) che usano questi luoghi
comuni e stereotipi (evviva l'emancipazione femminile!); non mi
interessa neanche commentare una persona che si mette in cattedra
volendo insegnare una professione e lo fa insultando alcune
categorie: cosa potrà mai insegnare una persona che non sa, prima di
tutto, che cosa sia il rispetto?
Quello
su cui vorrei soffermarmi e vorrei condividere con voi è il fatto
che, nonostante io sia pienamente e oggettivamente consapevole dei
due assunti precedenti, io ci sia rimasta male e mi sia sentita
chiamata in causa. E sapete perché? Perché so che in verità sono
in molti ancora a pensarla così, che sono in molti a credere che non
si possa essere soddisfatti del ruolo di madre e casalinga, che sono
in molti ad affermare che se non hai un lavoro non sei una donna
realizzata. Peccato che poi io passi il mio tempo ad ascoltare gente
che si lamenta del proprio lavoro, ma sorvoliamo anche su questo.
Questa
cosa però è una di quelle che mi manda ai pazzi. Così
come , quando lavoravo non mi sentivo definita dal
lavoro che svolgevo, ora non mi sento solo definita dal ruolo di
madre e casalinga: insomma, la sottoscritta è più cose
contemporaneamente. Ma
poi, alla fine della fiera, che cosa me ne importa di che cosa
pensano gli altri di me? «Non
ti curar di loro, guarda e passa...»
diceva Dante, perché non riesco ad essere anch'io così?
Perché,
ho scoperto, sono umana e ho bisogno di amore.
Potrebbe essere la ricerca dell'amore e non quella dei beni materiali la molla della nostre conquiste. [...] Ricevere amore significa sentirsi oggetto dell'attenzione altrui: la nostra presenza non passa inosservata, il nostro nome viene ricordato, le nostre opinioni ascoltate, i nostri difetti considerati con indulgenza e le nostre esigenze soddisfatte. [...] tutti desideriamo conquistare la nostra fetta di dignità agli occhi del mondo. […] La vita adulta è caratterizzata da due grandi storie d'amore. La prima, riguarda la ricerca dell'amore sessuale... La seconda, riguarda la nostra richiesta di amore al mondo.
Ne
“L'importanza di essere amati” Alain De Botton analizza l'ansia
da status, male molto diffuso in questo periodo storico in cui le
nostre vite sono vagliate al dettaglio sui Social e la nostra
autostima è legata a un like, e lo fa attraverso la filosofia,
l'arte, la politica, il cristianesimo e la bohème.
Un
saggio scorrevole e piacevole da leggere, che è stato per me come
una carezza venuta a scaldarmi il cuore in un momento in cui si era
smarrito. Un libro che mi ha ricordato che se «è
difficile immaginare una vita dignitosa che sia completamente priva
di riconoscimenti sociali» è
altrettanto vero che ci sono tanti modi di avere successo nella vita.
E così devo segnarne ancora uno in lista. Alain de Botton è un tipo, come si diceva una volta: ho letto Architettura e felicità qualche anno fa e ancora non so darti il mio parere definitivo sul suo pensiero. Non che non mi piaccia ma devo un po' farci il callo, al suo modo di scrivere. L'occasione giusta è questa! :)
RispondiEliminaIo avevo letto "L'arte di viaggiare", interessante ma non mi aveva rapita, quest'ultimo invece l'ho divorato in una settimana, che è pochissimo considerato quanto sono lenta a leggere i saggi. Sarà che è capitato al momento giusto, ma l'ho trovato davvero interessante e illuminante.
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