Avevo
sempre pensato che, una volta finite le cure, in ospedale non ci
avrei messo più piede, almeno mai più prima del controllo di
routine. Invece non ho mai smesso di andarci.
Una
volta al mese percorro lo stesso lungo corridoio che i miei piedi
hanno fatto innumerevoli volte nei più disparati stati emotivi,
entro nello stesso reparto le cui mura hanno contenuto le mie più
segrete speranze e mi siedo tra le poltrone e i letti che fino a
qualche mese fa avevano accolto me. Solo che io ora sono dall'altra
parte. Apparentemente.
Quando
la psicologa, che mi ha seguita nel lungo percorso della malattia,
era venuta a sapere della mia grande passione per i libri e degli
incontri che organizzavo all'interno del progetto Bookcoaching
Torino, mi aveva confidato il suo desiderio di fare qualcosa di
simile per i pazienti del day hospital oncologico dell'ospedale
Mauriziano, io non ho esitato un attimo nel dare la mia
disponibilità; con buona pace del mio buon proposito di non
frequentare più ospedali.
È
così che è nato “Tante storie la mia storia”: presso
l’ospedale Mauriziano di Torino. Il progetto di ascolto e lettura
nasce dalla collaborazione tra la Psicologia Clinica – dott.ssa
Antonella Laezza – ed il Day Hospital oncologico – diretto dal
professor Massimo Di Maio – all’interno di un percorso già in
atto da tempo di Umanizzazione delle cure in Oncoematologia.
Trae
spunto dalla considerazione del lungo tempo trascorso dai pazienti
presso il Day Hospital, spesso l’intera giornata. Durante il
trattamento ognuno trascorre il tempo come vuole o può: dormendo,
leggendo, spesso chiacchierando con il caregiver che lo accompagna.
Ma le ore sono lunghe… e la flebo attaccata al tuo braccio ti
ricorda ogni istante il motivo per cui sei lì. Come rendere più
lieve tale tempo? L’uomo da sempre ama le storie. Il racconto è
parte della nostra storia e cultura, i racconti racchiudono
esperienze, speranze, dolori. Da sempre l’uomo ha affidato alla
narrazione la voglia di capire, condividere, sognare, essere
consolato.
Da
qui nasce l’idea di offrire ai pazienti, durante il trattamento in
Day Hospital, uno spazio di ascolto di racconto. Di storie.
Diversamente dalla lettura, che richiede una attenzione che non tutti
i pazienti sentono di poter tenere, vi è un altro che racconta e il
paziente può ascoltare la voce che narra. In seguito si condivide,
ci si confronta, si immagina, si tessono i propri pensieri con le
proprie identificazioni…
I
brani sono scelti dall’équipe di psicologi dell’ospedale
Mauriziano, in collaborazione con una paziente che ha sperimentato di
persona il trattamento chemioterapico e sa cosa significa attendere
durante la terapia, ma che ama la lettura e che conduce gruppi di
lettura con una collega.
A
lungo mi sono interrogata sul perché condividere questa iniziativa
con voi. Sicuramente non lo faccio per sentirmi dire quanto sono
brava a dedicare alcune ore a fare del bene al mio prossimo. Mi
sembra anche superfluo sottolineare quanto facciano bene questi
appuntamenti, così non fosse avremmo smesso di tenerli invece di
aumentare i numeri degli incontri; che i libri, la lettura e le
storie siano importanti lo sappiamo tutti noi, altrimenti non
perdereste tempo a leggere questo blog. Forse sto scrivendo per
raccontarvi l'effetto che questo ha su di me? Più volte mi avete
ripetuto che questa è casa mia e che è giusto io scriva di quello
che mi succede, ma per una volta vorrei smettere di essere così
egoriferita.
Che
cosa posso dirvi allora di loro, i pazienti che incontro ogni volta,
così diversi e così uguali? Sembrerà paradossale, anzi lo è, ma
nel pieno della sofferenza, della malattia, della paura e del dolore,
sono loro a raccontare una storia, ogni volta diversa, ma con un
ingrediente che le accomuna: la vita. Credo di stare per trasformarmi
in una sorta di Pollyanna, che tra l'altro mi è sempre stata
antipatica, ma sento di dovervelo rivelare: la vita è bella,
nonostante tutto.
Solo
che non basta che io ve lo dica, lo dovete scoprire da soli, sentire da soli. Spero vi
riesca presto, perché la vita è anche corta.
I
racconti che abbiamo letto finora:
Lorenzo
Marone “La prima di tre donne irraggiungibili, tratto dal libro “La tentazione di essere felici”
Raymond
Carver “Cattedrale” dall'omonima raccolta di racconti
Paolo
Cognetti “Educazione e cortesia in mare”, tratto dal libro
“Manuale per ragazze di successo”
Hans
Christian Andersen “L'abete”
Anna
Paola Bosi “Superminiwonderwoman”, tratto da “Il colore delle donne”
Valentina
Stella “Cose vecchie”, dalla rivista “Carie letterarie” n.5
vivere è una scelta.
RispondiEliminaun abbraccio.
Hai riassunto in poche parole quello ho cercato di scrivere, con fatica e scarsi risultati. Grazie.
Elimina"perché la vita è anche corta"
EliminaQuesta frase dovrei tatuarla in fronte.
Grazie a te, donna coraggiosa.
Dovrei tatuarmela anch'io perché, spesso, predico bene ma razzolo male...
EliminaBisogna che mi metta a sedere e legga con calma, bisogna che non perda una parola di questo tuo post.
RispondiElimina<3
Prenditi tutto il tempo che vuoi, non vado da nessuna parte... :-)
EliminaCi vuole un gran cuore e tanto coraggio per ritornare in quelle stanze, ma non aggiungo altro perché non vuoi sentirti dire quanto sei brava e allora mi limito a commentare che è un'iniziativa bellissima e andrebbe replicata il più possibile.
RispondiEliminaTi ringrazio.
EliminaGli incontri sono passati da uno al mese a due, di più per ora non è possibile perché, visto la delicatezza del luogo e del momento, deve sempre essere presente uno psicologo dell'ospedale.