Stavamo
ammirando il bellissimo panorama su Torino, che si gode dalla
vedetta, quando ci ha raggiunto un'operatrice: il museo stava per
chiudere e lei stava facendo il giro per controllare non ci fosse
qualcuno che si attardava, come noi ad esempio. Gentilissima, non ci
ha messo nessuna fretta, anzi, ci ha confessato che sono in pochi ad
essere a conoscenza della sua esistenza. «Vengono
tutti a guardare la vista dalla terrazza o a visitare la chiesa.
Eppure l'insegna è bella grande...»
Ci
rimango sempre molto male quando scopro di realtà torinesi che
vengono trascurate o, addirittura, completamente ignorate, invece che
essere l'orgoglio della città e delle sue numerose e variegate
offerte culturali. Sarà che per me l'aspetto culturale è molto
importante, unito a una forte curiosità e voglia di fare sempre
esperienze nuove; in questo la tessera musei che faccio da anni mi è
molto di aiuto. Pur essendo, mi rendo conto, per alcuni inizialmente
un investimento non da poco, con poche visite a mostre e musei il
costo è subito ammortizzato e, possedendola, mi sento invogliata a
visitarne molte di più, anche magari se non di mio interesse, tanto
è “gratis”. Innumerevoli le
piacevoli scoperte e sorprese che ho avuto nel tempo.
Il
Museo Nazionale della Montagna "Duca degli Abruzzi" è
ubicato lateralmente alla chiesa e al convento del Monte dei
Cappuccini, in una posizione panoramica dalla quale si possono
ammirare un lungo tratto di Alpi e la sottostante città. L'idea di
costituire un Museo nacque nel 1874 tra i primi soci del Club Alpino
Italiano che da un decennio era nato nella stessa città. Attualmente
il Museo opera, con un'ampia e composita attività, sia a livello
nazionale che internazionale. Vuole essere un polo culturale che
unisca idealmente, sotto tutti gli aspetti, le montagne del mondo
intero. Quindi, seguendo lo scopo prefissato, all'allestimento
museografico fisso si aggiungono le esposizioni temporanee.
Alla
vedetta, dove è stata aggiunta una terrazza panoramica esterna si
conclude il nuovo percorso di visita, che idealmente vuole ricordare
le origini del Museo, nato come punto di osservazione delle montagne.
È ciò che si può vedere dalle finestre ad introdurre gli argomenti
trattati e la visita si sviluppa come un'ascensione tra i colli e le
vette che circondano la città, scelti per rappresentare
simbolicamente temi quali la religiosità, le comunicazioni, il
turismo e l'alpinismo, il Club Alpino Italiano, lo sci, gli sport
invernali e lo sviluppo sostenibile. La salita finisce sulla
terrazza, per poter ammirare a occhio nudo, osservando 400 chilometri
di Alpi, ciò che prima è stato solo suggerito.
Le
sale sono un po' spoglie e pochi sono i reperti storici, modellini
o attrezzature, ma in ognuna di esse è presente un televisore da
dove l'attore Giuseppe Cederna racconta della vita in montagna, come
è cambiata nel tempo, di spedizioni e arrampicate, turismo e sport.
Periodicamente
vengono allestite mostre sui più disparati argomenti; sono molto
dispiaciuta di essermi persa quella sui foulard di montagna ma ho
molto apprezzato la mostra fotografica “Segni di neve” di
Riccardo Moncalvo (fino al 4 marzo) e mi ha messo l'acquolina in
bocca quella sui “Menù delle montagne” (fino al 18 marzo).
L'ho
trovato anche un museo a misura di bambino; Vittoria era affascinata
dal panorama e non la smetteva di affacciarsi dalle numerose
finestre, così come ha molto apprezzato i numerosi modellini,
andando alla ricerca di posti e montagne a lei noti. L'essere andati
a sciare proprio il giorno precedente forse ha aiutato nello
stimolare la sua curiosità.
Insomma,
tra una scalata e un menù a base di polenta, siamo usciti da lì con
una gran fame, a conferma del fatto che: in montagna, il gusto ci
guadagna.
Che bellezza di post e di foto, Francesca. E sì, la mostra menù di montagna mette fame e curiosità. Tu sei bellissima.
RispondiEliminaUn abbraccio
Grazie mille, Sandra
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