Una
giornata tipo di uno scrittore torinese me la immagino così, o io la
trascorrerei in questo modo fossi una scrittrice e abitassi in centro
a Torino. Un po' di fantasia non ha mai fatto male a nessuno...
Dopo
ore trascorse davanti al pc cercando di scrivere il romanzo della
vita, dopo aver percorso chilometri lungo il corridoio di casa alla
ricerca del vocabolo perfetto, dopo aver pranzato da solo di fronte a
uno schermo luminoso, dopo aver cominciato a dubitare di essere parte
della banda, decide che è ora
di uscire a prendere una boccata d'aria fresca. Passeggiando per Via
Garibaldi direzione Piazza Castello, fa una piccola deviazione sulla
sinistra, tra strette strade a senso unico che lo condurranno al
“Bicerin”, storico e famoso locale frequentato da Cavour che da
il nome all'altrettanta storica bevanda; c'è sempre la coda di
fronte al piccolo bugigattolo tappezzato di marmo, legno e specchi
che ospita pochi tavolini, ma lui non si fa trovare impreparato e in
attesa legge “Carie”. Dopo aver gustato un'ottima cioccolata
calda con panna e aver fatto pace col mondo e le sue velleità di
scrittore, riprende il cammino che lo condurrà al “Circolo dei
lettori”, non prima però di aver sbirciato le novità esposte alla
“Libreria Luxemburg” e fatto un salto al primo piano tra
trappetti e palchetto scricchiolante, a sfogliare le edizioni in
lingua inglese, sua grande passione. A seconda del giorno della
settimana, potrebbe essere impegnato a seguire un corso presso la
“Scuola Holden” sognando di diventare uno dei docenti. Il venerdì
non si perde le zandebirre di “Zandegù”: ha sentito dire che ora
sta per partire anche il bookclub. In attesa che inizi, prende parte
agli incontri di Bookcoaching Torino, per capire che cosa sia mai
questa nuova diavoleria di fare coaching con i libri...
All'ora di tornare a casa, avrà
fatto pace con i libri e le parole che si saranno rivelati, ancora
una volta, i migliori compagni di vita.
In ordine di apparizione:
Bicerin:
dal 1763, meta obbligata ed esperienza imperdibile per
tutti i golosi.
Carie, La rivista letteraria
che va alla polpa: fondata a Torino nel 2016, nasce in un Centro
dentistico durante una pulizia dei denti, quando Ilaria e Davide,
stufi delle solite riviste in sala d’attesa, hanno deciso di
fondarne una. A loro si sono uniti gli
altri "cariati”, appassionati di lettura, scrittura e
illustrazione e si è formata la redazione. Anche se come questo sia
davvero avvenuto, non è ancora chiaro a nessun cariato.
Circolo dei Lettori:
fin dalla sua nascita (2006) si è rivolto agli amanti delle storie,
a cui ha offerto un luogo elegante (il secentesco Palazzo Graneri
della Roccia, in pieno centro a Torino) e un programma fitto di
incontri, reading, presentazioni, gruppi di lettura e altri
appuntamenti focalizzati sull’esperienza letteraria.
Libreria Luxemburg:
la libreria più antica della città, aperta nel 1872 con il nome
inziale di “Libreria Casanova”.
Scuola Holden:
scuola per narratori fondata nel 1994, battezzata così perché
l’idea
era quella di fare una scuola da cui Holden Caulfield non sarebbe mai
stato espulso.
Zandegù,
“Tiriamo fuori i sogni dai cassetti”: credono in tante cose,
soprattutto che non si smette mai di imparare e che se
non sei curioso, lascia perdere.
Bookcoaching Torino,
“Un
buon libro non è quello che leggiamo ma quello che ci aiuta a
leggere noi stessi”.
E
ora che sappiamo che cosa fanno, dove vanno e che cosa leggono gli
scrittori torinesi, non ci rimane che scoprire che cosa scrivono.